21 Gennaio 2010

Una delle Triestine più deprimenti degli ultimi anni? Le ragioni di un flop

L’ inizio del girone di ritorno ha segnato anche il ritorno alla vittoria della Triestina, dopo un digiuno che durava da quasi due mesi. Una piccola consolazione che però non riesce ad addolcire più di tanto un’ annata amara per i tifosi rossoalabardati. I proclami dell’ estate, che preannunciavano un’ Unione giovane e divertente, capace di lottare nelle posizioni di vertice, sono stati largamente disattesi. Il bel gioco è stato visto solo in alcune partite, e anzi per lunghi tratti del girone d’ andata lo spettacolo è stato uno dei più deprimenti degli ultimi anni. La squadra è giovane, ma non sembra vivere di quel tasso tecnico che possa permettere il salto di qualità. La zona play off sulla carta non è impossibile da raggiungere, sei punti con una partita da recuperare, ma l’illusione ottica creata da una classifica troppo corta (due punti più indietro c’è la zona playout) nasconde la difficoltà dell’ impresa.

LE RAGIONI DELL’ INSUCCESSO – Le radici di quest’ annata schizofrenica vanno ricercate nel mese di giugno, quando dopo la fine del rapporto di lavoro con Rolando Maran, la società si mise alla ricerca del suo successore. L’ uomo giusto era stato individuato in Giampiero Ventura, allenatore di rango anche se reduce da una dolorosa retrocessione con il Pisa. L’ affare non si poteva concludere in tempi brevi perché il tecnico era legato al futuro della società nerazzurra, che di lì a poco sarebbe fallita. Bisognava dunque attendere la risoluzione del contratto, ma non c’erano problemi di sorta perché il tecnico aveva dato la parola alla Triestina. La società nell’ attesa di poter annunciare il tecnico non si mosse sul mercato e la situazione rimase in stallo per qualche giorno. Accadde però che pochi giorni prima di mettere nero su bianco l’accordo, Antonio Conte rassegnasse le dimissioni dal neopromosso Bari lasciando libera la panchina. La società pugliese alla ricerca di un nuovo allenatore piombò come un falco su Ventura, che di fronte all’ offerta di un club di serie A non seppe dire di no. La Triestina si trovò dunque un pugno di mosche in mano e dovette mettersi a cercare un altro tecnico. Fin qui si parla di sfortuna, anche considerando che Ventura sta volando in serie A con il Bari, interprete di un calcio divertente ma allo stesso tempo redditizio. Si comincia a parlare di errori della dirigenza, quando al posto di Ventura fu scelto come nuovo tecnico il giovane Luca Gotti, reduce anche lui da una retrocessione (nei numeri del campionato molto più disastrosa) col Treviso. Confrontando le carriere dei due allenatori è come se la Triestina, sfumato l’ingaggio di Mourinho avesse deciso di tuffarsi su Atzori (con tutto il rispetto per Atzori). Una scelta francamente incomprensibile.

Un secondo errore, in sede di calciomercato fu l’equivoco tattico legato a Della Rocca e Godeas. Il bomber brindisino, reduce dalla sua migliore stagione in alabardato, fu riscattato completamente alle buste dalla Triestina, che deteneva la metà del cartellino mentre l’altra metà apparteneva al Bologna. La mossa lasciava intendere che la società aveva deciso di puntare su di lui ma qualche settimana dopo la società fece il colpo gobbo del calciomercato riportando  “a casa” Denis Godeas. Gotti provò a far coesistere i due, che però dal punto di vista tattico sono troppo simili per giocare insieme. In previsione dell’ acquisto di Godeas, sarebbe stato opportuno rinunciare alla metà di Della Rocca, che reduce dai 12 gol in campionato potevano fruttare un bel gruzzoletto, e investire i soldi della cessione in un giocatore più rapido e tecnico. O al contrario, si sarebbe potuto puntare su un altro tipo di giocatore anziché sul forte attaccante di Medea. Il problema tattico fu aggravato dal fatto che a fronte della partenza di Allegretti, a centrocampo non venne acquistato nessun giocatore dotato di fosforo e piedi per accendere la luce alla squadra. Il risultato fu il disastroso avvio di campionato, con la squadra priva di idee e incapace di creare azioni d’ attacco. Ci volle l’esonero di Gotti e l’arrivo di Somma per capire che Godeas e Della Rocca non potevano giocare insieme, ed è stato molto triste vedere quest’ ultimo relegato in panchina, come d’altra parte era inevitabile. Il 4-2-3-1 di Somma riuscì a restituire entusiasmo e vigore agli alabardati che per una serie di 7 partite riuscirono ad invertire la rotta. Qualche episodio fortunato, la ritrovata condizione fisica, e una maggiore tranquillità difensiva permisero alla Triestina di uscire dalla crisi.

A fine novembre però la luce si spense di nuovo. Gli infortuni che da quel periodo in poi hanno cominciato a falcidiare i trequartisti hanno impoverito il tasso tecnico di una squadra, che già di suo non gode di un valore eccelso, e allo stesso tempo hanno messo a nudo la fragilità della linea mediana. Siamo arrivati dunque a gennaio, e l’unico modo per riuscire a risollevare le sorti di questa stagione che sembra incanalata nei canoni della mediocrità è solo uno: intervenire sul mercato.

L’arrivo di Pasquato non può bastare. Mancano un terzino, centrocampista centrale di peso, e una punta veloce per fornire a Somma la possibilità di cambiare modulo. Fare sempre le nozze coi fichi secchi è un’ impresa davvero ardua.

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Un commento a Una delle Triestine più deprimenti degli ultimi anni? Le ragioni di un flop

  1. massimiliano ha detto:

    il problema sta nelle scelte di mercato. ma sono anni che ciò accade. avete mai fatto caso a quanti giocatori siano passati x trieste negli ultimi 10 anni e a dove siano ora?
    con oculatezza e lungimiranza la triestina avrebbe potuto essere il bari della serie A attuale…
    – fantinel scuce (ma non troppo).
    – gli allenatori sono validi (in B è importante l’equilibrio, quindi non servono “santoni”)
    – ciò che proprio non funziona è la gestione tecnica in fatto di mercato.
    de falco sarà pure un indiscusso mito di tutti noi e pure una bravissima persona, ma non è capace di fare il ds.

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