17 Gennaio 2010

Honsell: “Puntare anche sulla cultura per uscire dalla crisi”

“La cultura può avere un ruolo da protagonista, anche per uscire dalla crisi. L’obiettivo dell’amministrazione comunale è quello di ascoltare le tante voci del mondo culturale cittadino in modo da trovare insieme il modo per dare un’impronta alla Udine del futuro”. Con questo appello il sindaco Furio Honsell ha salutato l’affollata platea del convegno “Udine città della Cultura. Spazi, attori e strategie del cambiamento”, l’appuntamento organizzato dal Comune di Udine insieme con “vicino/lontano” e Camera di Commercio, nella sede della facoltà di Economia dell’università.
“Il Comune – ha detto il sindaco – vuole ascoltare e confrontarsi con i principali attori dei processi culturali, l’università, le associazioni, i cittadini. I risultati di questa giornata saranno un punto di riferimento per il nostro lavoro”. Un obiettivo raccolto e approfondito dall’assessore alla Cultura, Luigi Reitani, che ha delineato le strategie per il futuro. “La politica non può guardare alla cultura come servizio da erogare ma come fattore fondamentale per sviluppo sociale e crescita economica. La sfida è quella di progettare nel medio e nel lungo periodo un’idea della città che veda al suo centro la cultura come risorsa, tramite la creazione dentro l’economia cittadina di una rete di soggetti culturali imprenditoriali – ha sottolineato Reitani – Per questo è necessario un confronto in cui le proposte diventano collettive e quindi bene pubblico”. Per riuscirci è necessario tenere presente il processo di cambiamento profondo che Udine ha subito negli ultimi 15 anni, in particolare a causa di cinque fattori di cambiamento: l’apertura frontiere, la fine dell’obbligo di leva e la dismissione delle caserme, la nascita di grandi centri commerciali periferici, lo sviluppo dell’università, le grande migrazioni internazionali, che hanno messo Udine al centro di una macro regione europea e non più alla periferia di uno stato nazionale. “Si tratta di una dinamica complessa che esige risposte inedite – ha detto Reitani -. Dobbiamo dare centralità alla cultura come risorsa, valorizzando il proprio patrimonio storico artistico, ma anche dando valore alla progettualità e alla imprenditorialità di chi fa cultura”.
Per fare questo salto di qualità, è necessario cambiare rapporti tra ente pubblico e soggetti culturali. “Il primo – ha detto l’assessore comunale alla Cultura – non può essere visto solo come erogatore di contributi finanziari, i secondi non sono solo strutture che erogano un servizio ai cittadini, quasi per delega dell’ente pubblico e che per questo sono finanziate dal Comune. Serve un salto di paradigma a sostegno di iniziative che generano valore per la collettività anche in termini economici. La cultura va considerata un fattore economico, che è l’esatto contrario dell’economicismo. Ente pubblico è chiamato a prestare ascolto e attenzione, a considerare soggetti del territorio come partner alla pari, ad ascoltare proposte, a farsi collettore di istanze”.
Sono stati poi elencati i progetti esistenti, le carenze (ad esempio, sono senza sede le collezioni del museo storia naturale e del museo del risorgimento e della resistenza, mentre la collezione archeologica aspetta una nuova collocazione in castello), le richieste della città (ad esempio, delle oltre 150 associazioni cittadine, 30 hanno chiesto una sede comune per operare in rete, c’è l’esigenza di un centro congressi, del recupero dell’ex cinema Odeon, di nuovi spazi espositivi, di un ampliamento del cinema Visionario, di un sito in ricordo di Tina Modotti). Alle molte esigenze che non possono essere soddisfatte nel breve e nel medio periodo, si sommano poi gli spazi a disposizione in futuro (ex caserma dei vigili del fuoco, ex caserma Osoppo, parte della scuola Manzoni, circolo ufficiali e caserma Savorgnan, caserma Di Prampero e altri ancora). Esigenze e spazi che ruotano intorno ad alcuni assi portanti e a progetti strategici per lo sviluppo della città. I principali, come ha delineato l’assessore Reitani, sono la tradizione storica artistica che ruota intorno al Tiepolo, il design industriale in collegamento con l’imprenditorialità del territorio, la memoria storica (Udine città medaglia d’oro della Resistenza).
Il rettore dell’ateneo udinese, Cristiana Compagno ha evidenziato il ruolo dell’università in questo sistema. “Attraverso lo studio – ha detto –l’ateneo può fornire alla città un modello che è il risultato del confronto tra i diversi modelli di gestione degli eventi messi in atto in diverse città. I grandi eventi culturali, infatti, sono capaci di trasformare e dare nuovo senso e nuova visione alla città, ma non si improvvisano e richiedono competenze importanti”. Il presidente della commissione comunale Cultura, Federico Pirone, ha evidenziato come “Udine rischia di perdere l’opportunità di svilupparsi a pieno come città universitaria e della conoscenza perché rinuncia a puntare sugli studenti e sui giovani come fattore di sviluppo della città, preferendo progetti di breve respiro invece che a una visione di 360 gradi”.
Infine, approvazione e sostegno sono stati garantiti dalla Fondazione Crup. “Oltre un terzo degli investimenti della Fondazione va al settore della cultura – ha evidenziato il presidente Lionello D’Agostini -. La cultura è un elemento fondamentale di crescita dell’intera collettività. La Fondazione è pronta e disponibile ad esaminare alcuni degli obiettivi del Comune per la crescita del territorio”.

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