17 Dicembre 2009

Rigassificatore di Trieste. WWF e Legambiente: “Nuovi elementi sull’incredibile superficialità e parzialità del ministero dell’ambiente.”

Pubblichiamo la sintesi della conferenza stampa sul rigassificatore promossa da WWF e Legambiente il giorno 16 dicembre.

gas_cartolina1254127532Trieste, 16 dicembre 2009

Rigassificatore di Trieste. WWF e Legambiente: “Nuovi elementi sull’incredibile superficialità e parzialità del ministero dell’ambiente.”

E’ ancora più incredibile di quanto già non fosse emerso, la superficialità con cui il ministero dell’ambiente ha trattato il progetto del rigassificatore proposto da GasNatural a Trieste-Zaule.
Se ne sono accorti WWF e Legambiente, che dopo un lungo braccio di ferro sono riusciti ad ottenere i documenti tecnici, in base ai quali è stato redatto il decreto del luglio 2009 – a firma dei ministri Prestigiacomo e Bondi – con il giudizio di compatibilità ambientale favorevole al progetto.
Il decreto cioè che le due associazioni hanno impugnato un mese fa al TAR del Lazio (come hanno fatto anche i Comuni di Muggia, S. Dorligo-Dolina e Capodistria) con l’avv. Alessandro Giadrossi.
“I documenti ottenuti di recente – è stato sottolineato in una conferenza stampa svoltasi oggi a Trieste – testimoniano, con grande evidenza, quanto lacunosa e superficiale sia stata l’analisi tecnica degli organi ministeriali su un progetto di grande complessità e dai rilevanti effetti sull’ambiente e la sicurezza.”
Il Ministero ha affidato infatti all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il compito di analizzare sia il parere espresso – nell’ottobre 2008 – dal Governo sloveno, sia le osservazioni formulate dalle associazioni ambientaliste. Lo ha fatto però appena nel febbraio 2009, dando all’ISPRA solo dieci giorni di tempo (!) e senza neppure fornire i documenti relativi al progetto e agli studi di GasNatural (22 volumi!) in formato digitale, ma soltanto cartaceo.
Il tutto dopo che nel giugno 2008 la Commissione VIA del ministero aveva già espresso un parere favorevole sull’impianto!
Non solo: in parallelo, sia sul parere sloveno, sia sulle osservazioni delle associazioni, il ministero dell’ambiente ha chiesto alla stessa GasNatural di produrre delle “controdeduzioni”.
“In questo modo – hanno rilevato gli ambientalisti – è venuta meno anche l’ultima parvenza di imparzialità degli organi ministeriali rispetto a GasNatural, la quale ha ottenuto un trattamento di assoluto favore, mentre sono stati gravemente penalizzati o ignorati gli apporti degli ambientalisti e dei Comuni.”
Il ministero infatti non ha valutato le osservazioni degli ambientalisti del gennaio 2007, che già allora evidenziavano chiaramente le tante anomalie, lacune ed irregolarità negli studi di GasNatural (elaborati non firmati, basati su dati non rappresentativi della situazione ambientale, traduzioni manipolate per edulcorare le conclusioni, ecc). Osservazioni letteralmente “scomparse” nei documenti ministeriali (benché inviate per raccomandata con ricevuta di ritorno), che tra l’altro evidenziavano e documentavano un grave problema, negato da GasNatural, cioè quello del risollevamento di fanghi – inquinati da mercurio e altre sostanze tossiche – dai fondali della baia di Muggia, per effetto del moto delle navi gasiere.
“Scomparse” risultano anche le osservazioni WWF del gennaio 2009, sull’ultima integrazione degli studi da parte di GasNatural, le quali demolivano, perché inattendibile, l’ultimo studio (il terzo della serie!) presentato dalla società spagnola nel tentativo di negare l’impatto dello scarico delle acque fredde sulla baia di Muggia. Tutto ciò rappresenta una grave violazione delle norme europee e statali sulla valutazione di impatto ambientale, che impongono di esaminare e rispondere alle osservazioni del pubblico e dei Comuni.
Malgrado il pochissimo tempo concesso, l’ISPRA ha tuttavia, in alcuni casi, potuto rilevare serie lacune e contraddizioni negli studi di GasNatural, come: 1) la mancanza totale (di cui in tre anni nessuno al ministero dell’ambiente si era accorto!) dell’analisi – pur prevista per legge – sugli effetti del progetto sulla salute pubblica; 2) la contraddittorietà di alcuni elaborati relativi ai dragaggi nella baia di Muggia; 3) la mancanza di un’analisi sulla risospensione di mercurio a seguito dei lavori previsti e del movimento delle navi nella baia; 4) l’uso di modelli di calcolo concettualmente inadeguati per la valutazione del raffreddamento delle acque nella baia; 5) la mancanza di valutazioni sull’eliminazione degli organismi marini a causa dell’uso del cloro nell’impianto.
Tutto ciò avrebbe dovuto condurre ad una richiesta di integrazioni da parte del ministero, che invece non c’è stata: lacune e contraddizioni sono state “risolte” prescrivendo a GasNatural di eseguire, dopo la costruzione dell’impianto (!) studi e monitoraggi sulle materie “dimenticate” negli studi della società. “In questo modo – hanno concluso WWF e Legambiente – viene però tradita l’essenza della valutazione di impatto ambientale, che è nata appunto per chiarire gli effetti di un progetto sull’ambiente PRIMA della decisione e della costruzione del progetto e non dopo!”
Questi aspetti sono riassunti nel documento dei “motivi aggiunti”, presentato il 30 novembre dai presidenti nazionali delle due associazioni ad integrazione del ricorso al TAR del Lazio.

Esperti sloveni e italiani saranno a confronto, e a disposizione del pubblico, venerdì 18 dicembre a Trieste al Teatro di S. Giovanni (via San Cilino, 101), con inizio alle ore 18.30, nel dibattito dal titolo:

Un rigassificatore a Trieste – I rischi e l’impatto ambientale.

Punti di vista sloveni e italiani

organizzato dal WWF Friuli Venezia Giulia e dal circolo Verdazzurro Legambiente di Trieste.

I relatori saranno:

dott. Marko Starman
(Direktor, Krajinski park Strunjan – Direttore dell’area protetta di Strugnano)
Gli aspetti legali della Valutazione d’impatto ambientale per l’impianto di rigassificazione
dott. Robert Turk
(Zavod RS za varstvo narave, območna enota Piran – Istituto della Repubblica di Slovenia per la tutela della natura)
Gli aspetti ambientali della Valutazione d’impatto ambientale per l’impianto di rigassificazione
dott. Lino Santoro
(Comitato scientifico nazionale Legambiente)
Il rischio derivante dalla localizzazione dell’impianto in aree abitate
dott. Carlo Franzosini
(WWF – Area marina protetta di Miramare)
Gli impatti sull’ambiente marino-costiero: la sostenibilità ambientale delle scelte proposte

Modererà il dibattito il giornalista Luciano Santin.

L’iniziativa rappresenta la prima occasione in cui esperti sloveni, che hanno partecipato alla stesura del parere del Governo di Lubiana sul rigassificatore di Trieste-Zaule proposto da GasNatural, esporranno in Italia le proprie valutazioni sull’impatto ambientale di questo progetto.
Saranno anche illustrate e commentate le importanti novità emerse dalla documentazione del Ministero dell’ambiente italiano e della Commissione VIA ministeriale, recuperata di recente dagli ambientalisti. Documentazione che permette di fare maggiore luce sul modo in cui si è arrivati al decreto VIA favorevole al progetto di GasNatural.

Recapiti: WWF Trieste
via Rittmeyer 6, 34132 Trieste
tel. + fax 040 360551
e-mail: wwfts@libero.it

Legambiente – circolo Verdazzurro
via Donizetti 5/a, 34133
tel. 040 577013
e-mail: info@legambientetrieste.it

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1 commenti a Rigassificatore di Trieste. WWF e Legambiente: “Nuovi elementi sull’incredibile superficialità e parzialità del ministero dell’ambiente.”

  1. jacum ha detto:

    el rigasifigador in quela zona no se pol far, viola no so quante legi nternazionali maritime. oltre a esser inquinante, antiecologico, costoso, pericoloso, che no da lavor ai locali ne in fase de costruzion ne in fase de esercizio-manutenzion, darà tre bori al comun che gli spenderà in monade come il lava colombi in piaza dela legna, e l’abeveratoi per muche e cavai in quela dela posta.

    no so se capì ma sta roba costa circa 5 miliardi de neuri!
    el comun ga za fato degli accordi….che se xe veri alora el nostro sindaco herr robert von platz gaverà cosa giustificar…

    ma mi digo una roba smplice: ma invezede spender 5 miliardi in sto bidon, ma perchè no i fa funzionar el CUOR DELL’ECONOMIA TRIESTINA?

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