15 Dicembre 2009

Al caffè San Marco la fiera dell’editoria Bobi Bazlen

Paul Auster, Dan Brown, Marcel Proust e Banana Yoshimoto. Che cosa hanno in comune? Niente, viene spontaneo da rispondere. Ma il tratto che accomuna questi quattro scrittori è il fatto di arrivare al lettore italiano tradotti nella nostra lingua. Quando merito hanno le traduzioni nel determinare il successo di un libro o di un autore? O quanta colpa può avere sulla scarsa fortuna di un testo una cattiva traduzione?
Immagine mostra. Umberto Saba. La poesia di una vitaUna volta sui libri non compariva nemmeno il nome del traduttore. Altre volte la traduzione era firmata da un autorevole e noto scrittore italiano ma in realtà non era stato lui a tradurre il testo, ne aveva aggiustato la forma magari non conoscendo nemmeno la lingua dell’autore tradotto. E altre volte ancora, la traduzione italiana non veniva fatta direttamente dalla lingua originale ma era la traduzione della traduzione inglese o francese. Oggi il ruolo del traduttore viene riconosciuto e valorizzato. Spesso gli scrittori collaborano strettamente coi loro traduttori e ne diventano amici.
Il tema della traduzione, le varie teorie che lo accompagnano, i percorsi di studio e di ricerca in questo affascinante settore del mondo della letteratura, saranno al centro di una delle tavole rotonde previste alla seconda edizione della Fiera dell’Editoria di Progetto “Bobi Bazlen” che si tiene a Trieste, al Caffè San Marco, dal 18 al 20 dicembre. Il programma completo della Fiera, che propone anche presentazioni di libri ed editori, incontri con gli autori, dibattiti, è consultabile su www.fierabazlen.wordpress.com.

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