Trieste Mentre qualcuno si rallegra per il fatto che il nuovo piano regolatore ha sollevato “solo” 800 rimostranze, altri provano ad immaginarsi “un’altra Trieste”. No, il riferimento non è ai Bandelli boys, ma a quelli del Gruppo 78, associazione culturale triestina attestata sull’arte contemporanea da oltre un trentennio.
Aprirà domani, venerdì 4, e resterà aperta fino al 18 dicembre, la mostra “La città radiosa” curata da Maria Campitelli. Due le sedi espositive: la Casa Rosa di via Pastrovich nell’area ex O.P.P. (parco San Giovanni) e la stazione Rogers in riva Grumula 14.
Più che di una mostra si tratta di un progetto con cui -come si legge dal comunicato stampa- i “luoghi abbandonati” vengono prima individuati e documentati, per poi innescare ipotesi d’intervento creative, anche utopiche e visionarie, per il riconoscimento urbano e per un eventuale riassetto ed utilizzo.
L’obiettivo di questa fase di mappatura è “raccontare la città in ombra che pulsa attorno e dentro a quella costruita, che chiede attenzione ed interventi diversamente pianificati, per rinascere a nuova vita contestualizzandosi con la città della luce, quella riconosciuta e praticata”.
La seconda fase, quella progettuale, è quella che verrà esposta nelle due sedi indicate. Sono oltre venti i progetti: dagli alloggi abbandonati degli operai della Ferriera, ai residui militari della prima e seconda guerra mondiale, dagli alberghi sfasciati a splendide ville inghiottite dalla vegetazione, ai grandi impianti produttivi dismessi per il mutare dei tempi e delle condizioni socio-economiche.
Terza, e ultima, fase è quella di realizzazione degli interventi progettati. Affinché si crei “una città più viva e vivibile dove lo spontaneo possa essere accolto e utilmente praticato col già costruito”. Ossia una “Città radiosa” non solo emblematica, ma radicata nella realtà del quotidiano.
“E’ un progetto aperto ai giovani e a nuove idee -si legge ancora dal comunicato- che riveste anche una funzione educativa in quanto si propone di far conoscere luoghi dimenticati e accantonati della nostra città, stimolando la loro scoperta e relativa indagine per un approfondimento cognitivo e una successiva eventuale revitalizzazione”.
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