2 Dicembre 2009

I click della crisi a Gorizia: chiude anche il cinese

“Ciò, qua chiudi anche il cinese”. E’ l’emblema della crisi del commercio goriziano: anche il ristorante cinese di piazza Vittoria chiude i babar piazza vittoriattenti.
Il 2009 è stato l’anno nero del commercio goriziano. Parlano chiaro i dati della Camera di commercio: il calo delle vendite del 9% registrato nei primi mesi dell’anno ha messo in crisi moltissimi piccoli negozi cittadini. E la serrande abbassate sono sempre più numerose.

Copiando i colleghi triestini, che la settimana scorsa hanno proposto un tour tra le “svendite totali” del capoluogo, abbiamo documentato ciò che accade a Gorizia.
Siamo partiti proprio da piazza Vittoria che, appena rinnovata, dovrebbe dare nuova speranza all’imprenditoria locale. Chiuso il ristorante cinese Mandarino, chiuso il bar gelateria Sotto il castello (sorte che, a quanto si dice, toccherà a breve anche all’altra ristorante cinesegelateria e a uno dei negozi di pelletterie), chiuso entro la fine dell’anno il negozio Stock house moda aperto da pochi mesi.via carducci
La situazione peggiora spostandosi verso via Carducci, dove molti negozi sono chiusi ormai da tempo immemorabile. Le speranzdegenhardte, per i proprietari dei muri, di affittare – o ancora peggio di vendere – gli spazi commerciali sembrano ormai ridotte al lumicino. Niente da fare, dunque, per il lussuoso negozio di pelletteria che aveva aperto il secondo punto vendita, oltre a quello in corso Verdi, proprio in via Carducci: ilburani corso locale è ormai in vendita da anni. Ed è finita anche l’epoca degli storici Magazzini Degenhardt di piazza De Amicis.

La crisi non risparmia nemmeno il Corso. Considerato per molti anni la via commerciale per eccellenza, anche se la creazione della nuova isola pedonale probabilmente cambierà i delicati equilibri dello shopping cittadino. Tutto questo in attesa di sapere cosa mai succederà nella zona Hc di via Terza Armata, dove da anni dovrebbe sorgere un centro commerciale.

rastello negozio

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38 commenti a I click della crisi a Gorizia: chiude anche il cinese

  1. francesco ha detto:

    ma come avevo già scritto e detto Gorizia aveva un bacino di clienti enorme che oggi non ha più,Gorizia aveva 50 mila abitanti,poi gli ex Jugoslavi che non ci sono più e la crisi di lavoro con quali soldi compriamo?le banche si sono chiuse a riccio,se qualche famiglia ha dei risparmi sta molto attenta di spenderli,in quasi ogni famiglia c’è uno senza lavoro,i pensionati aiutano i figli o i nipoti,le più grandi aziende sono gli enti pubblici,e chi crea reddito se non ci sono le aziende private,i servizi sono quelli che trovano ancora un pò di spazio,ma non vedete non sappiamo più ridere siamo, tristi non ci divertiamo più,alla sera è come un copri fuoco,siamo davanti alla tv a sentire ogni 5 minuti una pubblicità commerciale,facciamo la fila per giocare ai vari giochi che lo stato ogni giorno inventa uno, e speriamo nella fortuna,dobbiamo dinuovo impadronirsi della città,bisogna diventare più cittadini e meno consumatori,forse questa crisi ci farà riflettere,o saremo perduti,accendiamo un faro nel buio!francesco

  2. val ha detto:

    come dice Grillo,

    già si sente in lontananza il rumore degli zoccoli …

  3. Enrico ha detto:

    e pensare che Gorizia è stata l’unica città in Italia a rifiutarsi di ospitare una scuola della Guardia di Finanza… SEMO BONI SOLO A LAMENTARSE!

    P.S. Sono un commerciante che “vive” ancora grazie agli ordini della caserma della Pozzuolo e dei Carabinieri…

  4. tix ha detto:

    Chi è causa del suo male pianga se stesso!!!

    Dieci anni fa era impossibile vedere qualche pubblicità sui muri di Gorizia di ditte dalla Slovenia. Oggi è una normalità. E’ impossibile competere con i vicini di casa se si spera che l’aiuto ti caschi dal cielo, blaterando discorsi nostalgici di quando c’era il buon vecchio Franz o quando c’era il confine e la Jugoslavia. Auguri Gorizia!!!

  5. Morgan ha detto:

    Mi pare però che i locali in Corso non sentano tutta questa crisi…quando passo sono sempre pieni, quindi forse i locali in piazza Vittoria sono stati vittime del fatto che per concludere i lavori di ristrutturazione ci hanno impiegato troppo tempo tagliandoli fuori dal centro nevralgico. Direi che il comune dovrebbe muoversi per dare un sostegno concreto a queste attività!!!

  6. Wehrle ha detto:

    Aiutati che il ciel t’aiuta. E’ il proverbio mai preso in considerazione dai goriziani. Ora paghiamo scelte e prese di posizione sbagliate, come quella sulla caserma della Guardia di Finanza o sul centro commerciale in Via III Armata. Di chi sono le responsabilità? Anche e specialmente dei commercianti.
    Non possiamo poi pensare che i piccoli negozi possano sopravvivere alla concorrenza della grande distibuzione e dell’e-commerce. Forse devono maggiormente specializzarsi.
    Il turismo è sicuramente una carta da giocare, in questo campo le istituzioni possono fare molto.
    P.S.: non vedo ancora un cartello vicino all’Ikea con l’indicazione GORIZIA (e spero ne venga messo uno che pubblicizzi il Castello…).

  7. Enrico ha detto:

    bravo Wehrle, anch’io ho notato la mancanza di un cartello, evidentemente i ns. amministratori non ci arrivano…

  8. Jack ha detto:

    Eh, eh. Mi fate ridere con il discorso della Caserma della Finanza!
    Bella questa!
    MA quale finanza… ci sono già troppi statali a Gorizia!!! Svegliatevi!
    A Gorizia mancano imprenditori, idee, gente che si costruisce il futuro da sola e non aspetta che piova dal cielo… questo manca!!

  9. alpino ha detto:

    bravo Wehrle parole sante…
    hai detto bene specializzazione..negozietti de “monade” ne trovavamo troppi a Gorizia..solo a gurdarli ti chiedevi ma come vivono..il bello è che questi negozietti avevano prezzi alti..
    Non centra o centra poco la fantomantica crisi..quella attuale è l’inizio di una situazione nota ed attesa..dovevamo prepararci
    alla modernizzazione dei consumi della Slovenia..che preferisce Q landia, Ikea e centri belli e ricchi…come ogni altro consumatore moderno…
    Pensavamo ancora di vedere le slovene con fazzoletto a vender ovi al mercato? o la drogheria piena de monade? nel 2009???

  10. Enrico ha detto:

    @ Jack svegliati tu una caserma ha bisogno di servizi quindi crea movimento di denaro dall’alimentari al barbiere al fruttivendolo… e così via!!!!

  11. Jack ha detto:

    Ci sono già molte caserme e come vedi il giro d’affari da esse creato è limitato.
    L’imprenditoria crea invece vero valore aggiunto, posti di lavoro, ambizioni, un futuro per i nostri bambini.

  12. Enrico ha detto:

    …ma io le caserme ultimamente ne ho viste molte chiudere. Per me la scuola della finanza avrebbe portato un po’ di soldi, anche se ovviamente non era l’unica cosa da fare per Gorizia.
    Però aggiungo che le persone che all’epoca parlavano di militarizzazione della città con la scuola della finanza, ora abbiano il buon senso di tacere!!!

  13. Wehrle ha detto:

    Per Jack, altro proverbio: Alc le alc, nuia le nuia…

  14. massimiliano ha detto:

    in fondo il goriziano è un gran pensatore. solo che mentre pensa, i ghe fa busi per tuta la cità.
    stanno chiudendo o cambiando gestione molti bar, osterie, ristoranti.
    i negozi fanno pena (a parte chi magari ha una catena che gli consente di ripianare con altri punti vendita in altre località).
    dopo le dieci di sera il coprifuoco.
    peccato, perchè la città e deliziosa (architettura, spazi, tranquillità).
    alcuni indicatori di qualità della vita sono molto alti.
    altri non ci sono proprio.

  15. Mako ha detto:

    Personalmente uso un mio metro per giudicare la ”vocazione” commerciale di una città : l’esistenza e la lunghezza dei suoi portici ! Credo siano un buon indicatore della storia ed attitudine al commercio degli abitanti di un luogo. L’opportunità di potersi riparare pur stando fuori, permette da sempre occasioni. In compenso è strabordante ed innata in molti esercenti goriziani la ”gentilezza” la ”disponibilità” il ”senso della tolleranza” il ”rispetto degli impegni” il contenimento dei prezzi….. che spingono dipendenti pubblici e non ad andare fuori città

  16. Wehrle ha detto:

    Come già detto da qualcuno, l’imprenditore rischia dove pensa ci sia un ritorno economico. In una città in calo demografico, in c..o al mondo, chi vuoi che faccia questo?
    Forse con la famosa caserma poteva essere invertito il trand. E i militari ed i loro familiari (un migliaio) avrebbero speso in città, utilizzato i servizi (acqua gas ele, povera IRIS svenduta) e l’ospedale, che forse ora non avrebbe avuto il problema della chiusura del punto nascite per scarso utilizzo.
    Probabilmente anche la viabilità sarebbe stata migliorata.
    E’ vero non si può sempre piangere sul latte versato, ma è giusto dire che negli anni siamo stati dei grandi masochisti.
    Per uscire dalla crisi, non bisogna ora perdere l’opportunità che ci viene data dalla presenza dell’università, bisogna sviluppare il turismo ed invogliare gli sloveni, finchè hanno i soldi, a spendere qui da noi.

  17. Jack ha detto:

    Tempo fà qualcuno aveva analizzato molto bene, su questo sito, perchè a Gorizia si aspetta e non si fà:

    Gorizia subisce nell’immediato dopoguerra due immigrazioni parallele. Servono a consolidare ed italianizzare un confine che rimarrà “provvisorio” fino al Trattato di Osimo. Da una parte perciò l’insediamento della popolazione che proviene dall’Istria, dall’altra quella che lo Stato manda per i servizi. Esercito, Corpi di polizia, personale scolastico, personale delle
    Amministrazioni dello Stato, etc.
    Questa politica viene accompagnate da una serie di strumenti: norme per l’impiego pubblico con punteggi speciali, riconoscimenti di anzianità e contribuzioni pensionistiche superiori, piani di edilizia
    pubblica mirati, Zona Franca diretta alla popolazione, Zona Franca diretta alle attività produttive.
    Sarebbe interessante avere sottomano i numeri del fenomeno, però da una semplice osservazione si capisce la sua portata. Dopo, credo i primi due, nessun Sindaco della città è stato più goriziano Doc. E ciò la dice lunga.
    A quale scopo questa premessa? Ovvio, per cercare di capire meglio il “carattere” della Città.
    Dunque, è ovvio che il personale dello Stato – dipendente dello Stato – non ha nessun interesse e nessun stimolo ad intraprendere una attività privata. Lavoro e pensione sono assicurati. Ed è altrettanto probabile che “trasmetta” tale visione ai figli. I quali, se proprio devono intraprendere, si avviano piuttosto sulla strada della libera professione. Non c’è mentalità e cultura imprenditoriale, insomma.
    L’altra parte della popolazione, se si toglie la quota assorbita dal lavoro industriale, si butta sul commercio e sui servizi. Un commercio povero, emporiale. Dove però con piccolo investimento si realizza bene. Il confine diventa anche questo, e sarà così per anni. Ma qual’è la mentalità che sta “sotto” questo intraprendere? Quella “istriana” ovviamente. Poca spesa, poco rischio, massimo profitto. L’investimento è solo ad esclusivo beneficio dell’accumulo famigliare, perciò non indirizzato – tolti pochissimi casi – all’accrescimento dell’attività. Ed anche sul piano della collaborazione – società, consorzi, cooperazione – prevale la visione individualistica, perciò non se ne fa niente.
    Gestione del credito, politiche sociali e scelte economiche, sono legate a queste visioni. Perfino la zona industriale goriziana viene sbattuta in un’area sbagliata (al di la dell’Isonzo c’è quanto spazio si vuole), ma ha lo scopo preciso di dividere la Città dalle aree a prevalenza slovena. Di la c’è Savogna ed il Carso.
    E a proposito. La presenza delle componenti culturali slovena e friulana.
    Vanno trattate e capite a parte, non fosse altro perchè inizialmente sono quelle più agricole.
    Ma possiedono la terra, a riprova del fatto che sono autoctone. Cosa che non possono avere gli “immigrati”.
    Terreni che diventano nel tempo “capitale” che è possibile convertire e reivestire. Ed infatti non è un caso che le attività imprenditoriali – quelle vere – scaturiscano quasi unicamente da queste componenti.
    Dapprima l’agricoltura e l’artigianato, e poi l’import-export, l’autotrasporto, fino alla piccola e media impresa industriale. Ed oggi nuovamente le grandi imprese agricole. Imprenditorialità.
    La prova del nove si ha nella storia delle imprese edili goriziane. Nate sui pubblici appalti, finita l’epoca dei soldi dello Stato, muoiono tutte, non rende più. Rimangono e continuano quelle più piccole,
    che non hanno avuto la “fortuna” degli appalti pubblici.
    Ovviamente ci sono sempre le “mosche bianche”, le eccezioni, ma credo che grosso modo questo sia un punto di vista sulla storia goriziana degli anni del confine che può contribuire a far comprendere i tanti perchè di oggi, i tanti “no se pol”. Si sa che il “carattere” di una popolazione è un elemento determinante del suo divenire.
    Perfino ultimamente si è fatto un gran baccano solo perchè un commerciante goriziano ha aperto un punto vendita presso il Qlandia a Nova Gorica. Una “mosca bianca”? Per un certo verso si. Trattandosi di attività commerciale, Verrebbe da dire che è solamente un commerciante non istriano.
    Chiudo. Dico solo quello che credo possa corrispondere, magari a grandi linee, ad una realtà, che sicuramente contiene luci ed ombre, ma che credo possa calzare alla quotidianità goriziana. E che soprattutto con la caduta del confine viene rimessa completamente in discussione ed inevitabilmente ci fa riflettere sulla nostra storia, se non altro per trovare il modo migliore per reagire.

  18. Euroscettico ha detto:

    caro Jack sul Fondo Gorizia c’hanno mangiato tanti pseudoimprenditori di casa nostra però…

  19. Jack ha detto:

    Pseudoimprenditori appunto!

  20. isabella ha detto:

    che bello sentir definire Gorizia deliziosa, grazie di cuore Massimiliano.

  21. chinaski ha detto:

    eh eh, mi fanno ridere i commercianti che vorrebbero riempire la citta’ di finanzieri… guardate che poi vi farebbero pagare le tasse…

  22. Enrico ha detto:

    ahahahahah ecco un altro luogo comune che girava quando non volevano la scuola della Finanza… ridiamoci sopra è meglio!

  23. Wehrle ha detto:

    Guardate che i commercianti, quelli che hanno negozi, le tasse le pagano, perchè i controlli, anche se non c’e’ la caserma, i finanzieri li fanno regolarmente qui al nord.
    E poi, chi è senza peccato scagli la prima pietra… E’ bello pensare che sia sempre un’altro il furfante!

  24. go ha detto:

    Trovo molto interessante l’analisi di Jack. Vorrei aggiungere un elemento. La formazione e le ambizioni di oggi, che portano ad escludere automaticamente alcuni sbocchi. e certe “vocazioni” non nascono più. So di un locale in via Santa Chiara che chiude i battenti perchè i titolari, non più giovani, sono stanchi e hanno deciso di smettere. Un locale che da quel che so va molto, molto bene. Ci avrebbero tenuto a cederlo a qualcuno che portasse avanti la tradizione, a cui poter anche insegnare, per un certo periodo, “come fare”. Che io sappia non c’è nessuno dispostoo a farlo. Calciatori e veline, ecco quello che si vuol fare oggi. Mal che vada avvocati e commercialisti. Se proprio lo studio non va giù va bene anche il poliziotto o l’impiegato statale.

  25. etabeta ha detto:

    @ go
    Hai dimenticato il “Politico pop”…..quello che ormai è una star della TV,quello che si pavoneggia nei vari programmi televisivi.

    Per il resto a Gorzia chiudono anche negozi in centro come: WEB,La Griffe.

    Chiedo: ma il ruolo del Presidente dell’ASCOM,
    si riduce a quello di piangere sempre dalle istituzioni, o a quello di trovare soluzioni a tale problema?
    Il Commercio e non solo, stà andando a rotoli perchè la mentalità del commerciante medio goriziano è vecchia e senza idee,ferma a quelle parole:”E quando iera la Yugo…”
    La scusa dei lavori non regge,e i negzi sopra citati nè sono la prova. Prezzi troppo alti,qualità della merce bassa,scarsa pubblicità,personale maleducato (sbuffa quando entri in negozio)ecc.ecc.Le tasse poi,sono 40 annni che si sente questa scusa,intanto si gira in Audi Q5….e quando no se guadagna più dove se và? A batter cassa in Comun e a pianzer la zona franca.
    Lavorar e tirar sù le manighe, il tempo delle vacche grasse se fini per tuttti.

  26. era ha detto:

    Mi spiace ma vi devo contraddire. Visto dall’esterno anche a me la situazione sembrava questa, invece poi – entrando nel merito – ti accorgi che anche con le idee e i prezzi decenti a Gorizia il commercio non va. Perchè? perchè i goriziani preferiscono andare a comprare fuori Gorizia le stesse cose che potrebbero comperare qui. Fatemi un esempio di dove e cosa andate a comprare e poi vediamo.
    Per permettere al commercio goriziano di vivere bisogna cercare di comprare qui. Ma evidentemente è difficile da capire…

  27. etabeta ha detto:

    @ era
    Per l’amor di dio,se ti trovi bene a comperare nei negozi in città ben venga,mai detto che tutti vondono fregnacce….ma la questione è tutt’altra.
    1° La tipologia di merce che vendi deve correre con il mercato e i prezzi attualmente in vigore.(inutile cercare di guadagnare il 120% se poi devi svendere al 60 o chiudi).
    2° Professionalità dei dipendenti(la cortesia di chi vende non si trova più).
    3° Sciogliere il monopolio di quei 4 commercianti che sono feri agli anni 70-80.

    Attualmente la gente và a far shopping fuori città perchè non trova nè merce,nè marchi decenti a prezzi di competitor.Quà a Gorizia non hai scelta ho compri “là” o non compri nulla…..
    Giovani commercianti ribellatevi hai “matusa” riunitevi per partire con un progetto e obiettivi per il futuro altrimenti la vedo sai dura…..

  28. era ha detto:

    Spiego meglio, con esempi concreti:
    – libreria via Seminario: giovane imprenditore, non trattava male la gente, bel negozio. Perchè ha chiuso? Perchè i goriziani piuttosto comprano al centro commerciale invece di premiare l’imprenditoria
    – negozio Diadora via Carducci: idem. Infatti da quanto so il negozio si è spostato all’Outlet village di Palmanova: una città finta… una cosa pietosa
    Dai, per favore, c’è gente che va a comprare nei negozi in franchising in tutto il mondo fuorchè a go e hanno le stesse identiche cose agli stessi prezzi… ma fatemi il piacere. cercate di comprare a Go e cercate di far vivere questa città invece di rompere in continuazione. pare che dalle altre parti ci sia cchissà che cosa, ma non avete altro in testa che spendere soldi in benzina e inquinare andando in giro a comprare cose???

  29. Gian ha detto:

    Ma non fate i soliti PESSIMISTI,và tutto bene è tutto sotto CONTROLLO,la crisi c’è ma il periodo PEGGIORE è alle nostre SPALLE!

    GO!GO!GO!

  30. Luca ha detto:

    E’ davvero incredibile addebitare alla mancata realizzazione della caserma della guardia di finanza una parte della crisi goriziana. Fino ad un anno fa c’era ancora la zona franca sulla benzina!! Per quasi cinquanta anni il commercio goriziano ha campato sull’assistenza !! La tazzina di caffè è sempre costata più a Gorizia che ad Udine, ed il caffè, lo zucchero, e perfino acqua ed energia, costavano di meno!
    La domanda vera è allora dove sono finiti i soldi guadagnati con le vacche grasse? Dove sono stati reinvestiti? Quali attività concrete sono state aiutate a decollare con gli aiuti di stato? Altro che guardie di finanza…

  31. Cristina ha detto:

    Guardate che l’appello di era va ben letto ed ascoltato. E’ verissimo quello che dice, nonostante io stessa, altrove, mi sia lamentata del comportamento di alcuni negozianti. Chi dice che c’è roba vecchia a prezzi alti parla tanto per parlare: nessun marchio sceglie di rifornire un negozio – almeno in Europa – con merce datata. I franchising sono uguali (merce e prezzi) praticamente in tutto il mondo. A Gorizia ci sono ancora negozianti della “vecchia” scuola – quelli per intenderci che capiscono al volo le mie esigenze, mi servono gentilmente e dopo che ho speso 300 euro non mi chiedono come degli automi “ti serve ancora qualcosa?” come se avessi comprato 3 panini! – alcune “giovani proposte” decisamente bisognose di formazione (ed educazione) e qualche vecchia arpia frustrata e maleducata. Nel momento in cui scrivevo, per ognuna di queste tre tipologie avevo un negozio goriziano ben preciso in mente…
    Una proposta: perché non aprire una “discussione” su tutti i vari negozi di Gorizia e, con l’aiuto dei commenti, fare una specie di classifica? Se non sbaglio la redazione di Trieste aveva fatto qualcosa del genere…

  32. annalisa turel ha detto:

    Accolgo la proposta di Cristina: ho aperto una discussione qui https://bora.la/forum/topic/negozi-ok-e-negozi-da-evitare-a-gorizia

  33. Enrico ha detto:

    @ Luca
    ma chi ha detto che la scuola di Finanza avrebbe salvato Gorizia da questa situazione??? Ho solo fatto notare che è stata una scelta sbagliata come tante fatte in passato… tutto qua.

    @ Annalisa
    la tua area di discussione per promuovere i negozi “ok” da quelli “da evitare”, mi sembra (lasciami passare il neologismo) una “brunettata” e poi si presterebbe per concorrenti scorretti o per vendette personali.

  34. etabeta ha detto:

    “Dai, per favore, c’è gente che va a comprare nei negozi in franchising in tutto il mondo fuorchè a go e hanno le stesse identiche cose agli stessi prezzi… ma fatemi il piacere”

    Vero…. franchising
    Goldepoint và.
    Yamamey và.
    Intimissimi và.
    Benetton (Sorelle Ramonda)và.
    Sisley và.

    Prova chiederti?
    Mi serve un completo da sci?
    Vado al solito K2 o dove? Forse da W.Sport a farmi maltrattare se non compro almeno un completo da 600€?
    Mi servono un paio di scarpe Bekkembergs o Walsh o Pirelli o Tommy o timberland ecc.ecc. dove vado?
    E non venire a dirmi che un paio di scarpe sopra elencato costa tanto,lo so bene il prezzo, ma quà non si trovano !!!
    Miseriaccia….Gorizia è una città capoluogo,non un paesotto.
    E come tale non può avere solamente una alternativa di spesa,è questo che voglio dire.
    Poi, entri in negozi e se non trovi quello che ti piace, ti senti rispondere :”la vadi a comprar al Qlandia” o ancor meglio: ” no go tempo de perder”.

    Ma dai su…..altro che pessimismo.
    Certamente ci sono anche negozi di merce molto bella……ma si contano sulle dita di una mano.

  35. era ha detto:

    Vai a comprarli da Elite. Perchè adesso dove vai, magari da Arteni spendendo benzina e inquinando a manetta?

  36. ILoveGO ha detto:

    Amo Gorizia ma mi rattrista molto vedere la citta’ cosi’ in decadenza. Potenzialmente potrebbe essere una delle citta’ piu’ belle ed accoglienti d’Italia. La crisi globale ha dato il colpo finale alla gia’ sofferente economia cittadina. Un economia per tanti anni basata sul confine. Il confine non c’e’ piu’ da tanti anni e Gorizia avrebbe dovuto muoversi in anticipo, molto prima dell’entrata della Slovenia in Europa, fatto ampiamente prevedibile per rispondere con forza alla crescente concorrenza limitrofa. Purtroppo come spesso accade a Gorizia le istituzioni si sono svegliate con un decennio di ritardo. Il guaio e’ anche che sono state prese decisioni sbagliate. Il centro storico e’ la parte della citta’ piu’ degradata. Negli ultimi tempi alcune vie sono state sistemate e la zona e’ in fase di riqualificazione ma nel frattempo troppi negozi hanno gia’ chiuso i battenti e tanti chiuderanno. Probabilmente e’ anche vero che dall’entrata della Slovenia in Europa Gorizia ha un fabbisogno di negozi molto minore rispetto ad anni fa e c’e’ in corso una grande selezione. A mettere in difficolta’ molti negozi ha contribuito pure la nascita di tanti centri commerciali intorno a Gorizia. Per quanto riguarda il centro storico l’errore piu’ grande e’ stato la chiusura della galleria Bombi e non aver previsto un parcheggio sotterraneo sotto a Piazza Vittoria. In questi giorni si svolge la tradizionale fiera di S.Andrea e la citta’ e’ in tilt con varie vie chiuse al traffico per lavori in corso. Il Comune ha pensato di chiudere pure via Alviano che e’ una delle poche vie di accesso al centro. E’ ovvio che la Galleria Bombi sarebbe stata un ottima via di sfogo per il centro citta’. Non so quale mente ha pensato di chiudere un tunnel cosi’ importante. In tutto il mondo si costruiscono tunnel nuovi ed a Gorizia siamo gli unici che abbiamo pensato di chiudere un importante galleria che tagliava il colle e collegava le due parti della citta’! Lancio un appello: RIAPRITE LA GALLERIA BOMBI CON URGENZA !!

  37. etabeta ha detto:

    Concordo:
    RIAPRITE LA GALLERIA BOMBI CON URGENZA !!

  38. ILoveGO ha detto:

    Chiedo alla redazione di aprire un nuovo forum con l’ APPELLO: RAPRITE GALLERIA BOMBI CON URGENZA

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