3 Novembre 2009

Calcio giovanile: calabroncini rule

Le foto sono di Chiara Cociani. L’articolo, come di consueto, è di Giacomo Bonnes, allenatore dei pulcini dell’Esperia.

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Nel rione di San Giovanni hanno da sempre sede due società sportive: il San Giovanni e l’Esperia.

Ebbene, come in tutti i derby che si rispettino, ognuna delle due compagini ha una storia e una tradizione che vengono portate avanti a testa alta e che entrano a far parte di tutti coloro che partecipano alla vita della società.

Per capirci: se loro sono la Juventus, noi siamo l’orgoglio Toro!

Esperia – San Giovanni va al di là dello sport. E’ una battalgia dal significato che sfiora il filosofico. E’ Davide contro Golia!

Questa partita è sentita soprattutto dai piccoli calciatori che, sabato pomeriggio in quel di Guardiella, davanti ad un folto pubblico nonostante la Bora, si sono dati leale battaglia.
Ad aver la meglio questa volta sono stati i miei piccoli calababroni, per ben 6 reti a 2! E indovinate un pò chi mi ha fatto la prima tripletta ufficiale della stagione? Ebbene sì, il bomber che avrebbe reso fiero Ghandhi, il nostro Aksh! Ma la nota più lieta della gara è stato il gioco espresso dai miei ragazzi, soprattutto nel primo dei tre tempi. Abbiamo proprio giocato un gran calcio. Palla a terra, triangolazioni e ottime azioni individuali.
E questo nonostante le difficili condizioni climatiche e l’otite di Endriu, il nostro capitano che, temerario, mi ha tenuto all’ oscuro delle sue condizioni di salute, facendo promettere alla madre di dirmelo solo a fine derby. Per nulla al mondo se lo srebbe perso! Capite? E avreste dovuto vedere che partita ha giocato… Che grande capitano abbiamo! Degno di Beckenbauer con un braccio rotto! Bravi tutti comunque i calabroni!

Ma il risultato non conta. Conta il gioco, l’impegno, i miglioramenti, il divertimento. Contano le esultanze dei bambini dopo un gol, degne di Tardelli a Spanga ’82 o il più recente “non ci credo!” di Fabio Grosso nei mondiali tedeschi. Contano i loro sorrisi, gli abbracci con l’avversario, la stretta di mano con l’arbitro e l’allenatore della squadra avversaria. Conta la festa nello spogliatoio. Contano le giocate istintive che pian piano vengono fuori, l’aiuto al compagno che ha appena commeso un errore.
Ma il derby resta pur sempre il derby! Ed è giusto che Endriu e compagni se lo siano goduto.
Trieste
Ora Aksh inizia a parlarmi di goal in rovesciata…è uno che mantiene le promesse, lui!

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