6 Ottobre 2009

La scheda: cosa prevede la nuova legge Fvg sui criteri di accesso al welfare regionale

Recita il testo di legge approvato nella seduta del 6 ottobre (scaricalo, pdf):

la presente proposta di legge è volta a favorire i cittadini che sono residenti o svolgono attività lavorativa in Regione da un significativo lasso di tempo, con particolare riferimento all’accesso ai servizi per la prima infanzia, agli interventi di sostegno alla famiglia e alle persone non autosufficienti, al diritto allo studio, all’edilizia residenziale pubblica.
La ratio della proposta di legge è sostanzialmente quella di circoscrivere la categoria di coloro che sono legittimati ad accedere a tali benefici in ragione della limitatezza delle risorse finanziarie disponibili: in altri termini, riteniamo che si debbano privilegiare quei cittadini che dimostrino di avere un “serio legame” con il territorio della nostra Regione o perché vi risiedono o perché vi lavorano da almeno quindici anni.

Nel corso del dibattito in aula è stato approvato l’articolo 4, sulle norme integrative in materia di diritto allo studio. Sono destinatari degli assegni di studio gli alunni iscritti a scuole dell’obbligo e secondarie non statali, parificate o paritarie o riconosciute con titolo di studio con valore legale, appartenenti a un nucleo familiare in cui almeno uno dei genitori risiede o presta attività lavorativa da almeno 5 anni – invece che 15, come  proposto originariamente – anche non continuativi, in Italia, di  cui 1 in Friuli Venezia Giulia.

Le previsioni all’articolo 5 inerenti il Fondo per l’autonomia  possibile e per l’assistenza a lungo termine, sono da ora rivolte  a persone – qui la differenza apportata dall’emendamento a firma  dei capigruppo della maggioranza – residenti in regione e non più solo a chi, più genericamente, non può provvedere alla cura della  propria persona.

All’articolo 6 i tre capigruppo, Narduzzi, Galasso e Sasco, hanno  proposto e visto accettare la modifica che porta a 10 anni di  residenza o lavoro sul territorio nazionale di cui 1 in regione,  il limite minimo per poter beneficiare degli interventi di  edilizia convenzionata, agevolata e sostegno alle locazioni.

Con un emendamento aggiuntivo i capigruppo di maggioranza hanno  proposto che si prescindesse dal requisito di residenza e  dell’attività lavorativa per i corregionali all’estero e i loro  discendenti che si ristabiliscono in regione, come anche per coloro che prestano servizio presso le Forze armate e di polizia. La previsione è stata estesa anche per i provvedimenti che  riguardano il bonus bebè e la Carta famiglia.

Tag: .

9 commenti a La scheda: cosa prevede la nuova legge Fvg sui criteri di accesso al welfare regionale

  1. carolina luchetta ha detto:

    veramente allucinante!

  2. effebi ha detto:

    5, 10, 15 anni …ma basteranno ? a me sembrano ancora pochini: non so se in questo lasso di tempo i “nuovi venuti” riusciranno ad integrarsi correttamente, ad imparare lo sloveno ed il friulano (a dimenticare l’italiano o altri idiomi non autoctoni) e ad assorbire tutte le necessarie caratteristiche social-cultural-etniche di questo sacro territorio che , in alcun modo, non deve subire assolutamente alcuna alterazione.
    tutelare…tutelare….tutelare…

  3. lànfur ha detto:

    (Serious mode: Off)
    riteniamo che si debbano privilegiare quei cittadini che dimostrino di avere un “serio legame” con il territorio della nostra Regione
    Con ‘serio legame’ mi viene in mente la primissima parte del video ‘Il terribile Rocco Cane’ di Ciprì e Maresco.

    (Serious mode: On)
    La parte sulle borse di studio è stata palesemente scritta da qualcuno che non ne ha mai vinta una o non se la è affatto meritata.

  4. Totalmente d’accordo con questo passo:

    “in altri termini, riteniamo che si debbano privilegiare quei cittadini che dimostrino di avere un “serio legame” con il territorio della nostra Regione o perché vi risiedono o perché vi lavorano da almeno quindici anni.”

  5. arlon ha detto:

    Sono d’accorto per edilizia agevolata, sostegni alla maternità, ecc. Mi sembra corretto dimostrare di far parte della comunità prima di ricevere soldi, anche se forse 5 anni sono un po’ troppo, 2 basterebbero per questo.

    Per niente d’accordo, invece, sul supporto agli studenti.. quello dovrebbe essere garantito sempre e comunque!

    Non sono nemmeno d’accordo sulla formula “tot anni nello stato, 1 in regione”, che mi sembra del tutto assurda, specialmente in una zona di confine; in sostanza un croato che si trasferisce avrà bisogno di “tot” anni, mentre ad uno di Trapani basterebbe molto meno.

  6. Su questo sono d’accordo con te, Arlon, un croato deve avere le stesse opportunità di uno di Trapani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *