21 Settembre 2009

Tondo vs Illy: imminente un ritorno alle origini sociali per Friulia

friulia

L’articolo è di Gianfranco Depinguente

La Friulia, finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, potrebbe tornare completamente in mano regionale. E’allo studio, infatti, l’acquisizione da parte della Regione della fetta di capitale in mano a banche e assicurazioni, pari al 20%. Ma cosa comporta e a quali obiettivi mira una simile operazione?
Premetto che sono parte coinvolta, poiché lavoro come dirigente nella società in questione, ma cercherò di essere il più neutrale possibile. Sottolineo, comunque, che le opinioni contenute nell’articolo sono strettamente personali.

La Friulia è stata dotata sin dalla nascita di una missione pubblica: concorrere allo sviluppo economico delle imprese regionali. Gli strumenti a cui faceva ricorso erano la partecipazione al capitale sociale delle imprese (in quote minoritarie e temporanee) e i finanziamenti alle stesse. In tal modo, la finanziaria riusciva a svolgere un’attività ben radicata sul territorio.

Durante il periodo dell’Amministrazione Illy, si è pensato che il mercato delle imprese regionali fosse ormai cresciuto e solido, e che ci si potesse concentrare solo su poche operazioni redditizie con connotati da Merchant Bank. Si è quindi deciso di creare una Holding, con un rafforzamento significativo della partecipazione di banche e assicurazioni. L’obiettivo era quello di favorire le operazioni da Merchant Bank e, al tempo stesso, garantire la remunerazione dell’investimento dei nuovi soci privati. Ed è stato proprio tale patto di remunerazione garantita, che il disegno attuale vorrebbe cancellare, a rendere difficoltoso il percorso di un ritorno alle origini di Friulia.

L’operazione sostenuta dalla Giunta Tondo sembra coerente con gli attuali bisogni dell’economia, in fase critica, e con la natura e le caratteristiche dell’imprenditoria regionale. In sostanza, la Regione vuole che Friulia torni ad operare come strumento attivo per sostenere le PMI (Piccole e Media Imprese) regionali, specialmente nell’attuale momento di crisi.
Si è compreso, inoltre, che le nostre PMI sono ancora fragili e hanno un forte bisogno di sostegno per migliorare la propria competitività, a differenza di quanto sostenuto dalla Giunta Illy.

Nell’insieme, al di là della sua utilità nel momento contingente, la ristrutturazione immaginata da Tondo sembra una buona cosa, perché rende coerente lo strumento Friulia, che- sottolineo ancora una volta- è una finanziaria per lo sviluppo, rispetto al suo mercato di riferimento. Sarebbe un’operazione di realismo. Certo l’ipotesi è frutto di una visione attenta al sociale portata avanti dal centro-destra. Ma si sa che, oggi, il sistema politico è spesso rovesciato: al centro-sinistra il capitale (linea della precedente giunta), al centro-destra il sociale.

Speriamo che il progetto concepito da Tondo miri anche a salvare quanto di buono è stato fatto: la Holding rimane uno strumento utile, perché consente un coordinamento delle politiche di più aziende ed esprime una maggior forza finanziaria. E’ solo l’obiettivo strategico che dovrebbe venir cambiato: bisognerebbe infatti passare da operazioni di élite, sicuramente evolute ma annualmente in numero troppo ridotto, a interventi con una capillarità ben maggiore sul territorio.
Per essere più chiari: è difficile trovare aziende da portare alla quotazione di borsa o che abbiano in previsione un raddoppio o più delle dimensioni attuali. E’ molto più facile – e utile al sistema- fare lo stesso sforzo di investimento su PMI da consolidare.

Per quanto riguarda la struttura operativa della società, l’iniziativa voluta da Tondo non comporterebbe alcun problema. Friulia infatti si è sempre esaltata nella funzione di sostegno allo sviluppo del territorio: le professionalità sono pronte e con un livello di attenzione e disponibilità sicuramente all’altezza.
L’operazione è delicata e complessa. Tuttavia, si ha modo di ritenere che i tempi saranno abbastanza rapidi, anche perché la crisi fungerà da acceleratore.

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5 commenti a Tondo vs Illy: imminente un ritorno alle origini sociali per Friulia

  1. Andrea Luchetta ha detto:

    Mi sembra davvero un gran pezzo (ammessa la mia ignoranza sull’argomento). E poi centra un tema cruciale: il centro sinistra ha snaturato uno strumento di crescita sociale che funzionava bene, per creare una struttura d’élite, di cui avrebbero beneficiato soprattutto banchieri e soci.
    Ma perché?

    Una bella metafora sulla mancanza d’identità del centro-sinistra.

  2. effebi ha detto:

    @ andrea
    ma chi l’ha detto che la destra è capitale (e la sinistra sociale) ?
    Continuiamo con l’equivoco su cui poi l’Italia si divide, ma basterebbe tornare alle origini del “sociale e della socializzazione” per scoprirne delle belle.
    il capitale non è di destra nè di sinistra, il capitale è capitalismo e come tale per la propria esistenza si infila in qualsiasi buco, di destra come di sinistra, anche in quello di…tutti noi.
    per quanto riguarda gli aspetti del “sociale” (pure l’MSI era un movimento..sociale) consiglio di vedere il manifesto dei Sansepolcristi (dal quale scopiazzò pure il duce)

    Il centro sinistra è pieno di capitalisti (da tempo si son spostati lì dentro, da dove in italia si è governato dal dopoguerra in poi) il berlusca, che non ha trovato lo spazio che desiderava (era pur sempre un “compagno” socialista di bettino) si è spostato a destra prima che i compagni gli portassero via il giocattolo.

    Tondo, Illy !? questo o quello pari sono, al capitale entrambi devono rendere conto.
    Invece che sulle banche l’azione di friulia si sposterà sulle aziende (cosa e per chi le cose cambieranno !?)

  3. Andrea Luchetta ha detto:

    Faccio difficoltà a definire il Psi craxiano un partito di sinistra.

    Il capitale non è né di destra né di sinistra a livello partitico, su questo siamo d’accordo. Ed è altrettanto vero che pure a destra (tendenzialmente molto a destra) esiste un’identità sociale molto forte.

    Però, perlomeno per come si presentano, il centro-sinistra dovrebbe come minimo mitigare la sua identità liberista.
    Ok, hanno aperto al mercato ecc. ecc. Ma ben più del centro-destra dovrebbero insistere, almeno in teoria, per correggerne le storture.

    Non sono d’accordo su Friulia: qualcosa cambierà, eccome: la sua azione tornerà a rivolgersi a realtà medio-piccole e pure minuscole, tipo aziende familiari e così via. In teoria questo dovrebbe essere il nerbo del tanto decantato modello Nord est, e a beneficiarne sarà (così come era già) gente con redditi ben più comuni di quelli dei banchieri.

  4. effebi ha detto:

    tondo fan ?
    ma le aziende ? grandi, piccole, medio piccole…famigliari o SW … in che sistama e con che logica operano ? quello comunista ? socialista ?
    cosa vuol dire “centro-sinistra” ?

    qualcuno ha mai letto un programma sociale del “centro-sinistra” ? … è mai stato scritto ? asinelli, margherite, ulivi, valori, democratici hanno mai steso un manifesto programmatico in modo che la gente avesse chiara l’idea per cosa andava votando ?

    ti faccio un esempio:

    Per il problema politico: NOI VOGLIAMO:
    1. Suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
    2. Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i deputati abbassato ai 25 anni.
    3. L’abolizione del Senato.

    Per il problema sociale: NOI VOGLIAMO:
    1. La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavori la giornata legale di otto ore di lavoro.
    2. I minimi di paga.
    3. La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria.

    90 anni fa …almeno una volta le idee erano chiare.

    (ah si, questi punti sono di destra o di sinistra ?)

  5. Depinguente ha detto:

    La frase: “al centro destra il sociale , al centrosinistra il capitale” si riferiva ad alcuni fatti concreti degli ultimi anni. A parte il caso di Friulia, abbastanza emblematico, ricordiamoci dell’atteggiamento dei DS nel caso Unipol, il sostegno alla privatizzazione della Telecom, le privatizzazioni massicce. Sono tutti atteggiamenti che tendono ad accreditare il mercato come capace di dare risposte alla società. Non un’azione per dare regole al mercato, ma partecipare alla sua logica. Ciò spiega anche il larvato e silente, tatticamente, favore ad iniziativa come il rigassificatore ed addirittura alle centrali nucleari (Bersani e Letta del PD?), quali fattori di sviluppo economico. Senza considerare i prezzi di tali politiche.
    Il disorientamento è grande e spiega il successo dell’attuale maggioranza.

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