10 Agosto 2009

Scalo a Grado

“Ho fatto scalo a Grado la domenica di Pasqua.” Così cantava Battiato nel 1982 e così ha cantato, proprio a Grado al Parco delle Rose, il cantautore siciliano qualche anno fa, in una serata di vento che alzava poeticamente la sabbia e faceva indossare a tutto il pubblico presente gli occhiali da sole, così da ottenere tanti cloni di Battiato che assistevano al suo concerto.
Grado è una località turistica che merita una visita, anche al di fuori della stagione estiva. Figlia di Aquileia e madre di Venezia: così i gradesi definiscono la loro cittadina. E questo suggestivo slogan ben sintetizza l’origine delle isole lagunari di Grado, prima popolate dai romani che dalla terraferma si allungavano verso il mare, poi a loro volta colonizzatrici della futura gloriosa laguna veneziana.
A parte il bellissimo centro storico, le chiese, le calli, le vestigia romane, Grado è nota come l’isola del sole, la prima stazione balneare inventata dagli Asburgo al tempo dell’Impero Austro-Ungarico. Sul lungomare della spiaggia, all’altezza delle Ville Bianchi, c’è ancora il cancello con le iniziali dell’imperatore: si dice fosse la sua entrata personale al mare. Il fascino di Grado è ancora oggi un po’ questo: passarci qualche giorno fa assaporare il gusto delle vacanze rilassanti di altri tempi. Vacanze legate strettamente alla salute, quasi una fissazione per il defunto impero; ecco quindi le terme, le sabbiature, le inalazioni e gli aerosol che fanno ancora oggi di Grado anche un noto luogo di cura e benessere.
Ma Grado è anche natura con le sue quasi cento isolette, con la laguna che insieme a quella di Marano costituisce il sistema lacustre più settentrionale del Mediterraneo, la sua ricca flora e fauna, le riserve naturali, i caratteristici casoni – le abitazioni dei pescatori – costruite oggi come ieri con canne, pali e paglia che hanno fatto innamorare Pasolini che ci veniva spesso e che ci girò il suo film “Medea” con Maria Callas. Tra le isolette una visita la merita Barbana, col suo antichissimo santuario mariano meta di un pellegrinaggio su barca che si rinnova ogni anno in occasione della processione del “Perdon”. Da qualche anno la rassegna cinematografica “Laguna Movies” porta gli appassionati di film a delle proiezioni allestite in insoliti spazi tra gli isolotti.
I continui ritrovamenti di archeologia marina che i fondali sabbiosi svelano generosamente saranno presto esposti nel costituendo Museo del Mare.
Ma all’antico si affianca anche il nuovo: la diga di Grado, rinnovata di recente, è dominata da grattacieli degli anni Sessanta e lì si concentrano i bar e le gelaterie più frequentati e si svolgono gli interessanti concerti estivi.
Per mangiare un piatto di pesce tipico della laguna si può andare al ristorante “Da Mimi”, a due passi dalla basilica; se invece si preferisce una pizza, poco lontano c’è la pizzeria “La Caina”, nel cuore della Grado vecchia, dove si può ancora ascoltare la gente del posto parlare nel dialetto gradese, divenuto lingua poetica grazie a Biagio Marin.
Per parlare di spiagge, oltre all’attrezzato e bel Parco delle Rose (a pagamento), si può scegliere tra alcune spiagge dove l’ingresso è libero, come la cosiddetta Costa Azzurra e Grado Pineta.
Grado è agli antipodi di Rimini: qui la pace regna sovrana e tra le 14 e le 15 scatta “l’ora del silenzio”, un riposo obbligatorio per tutti.

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9 commenti a Scalo a Grado

  1. Bibliotopa ha detto:

    e se vi chiedete come mai a Grado, così piccola, c’è una Basilica così grande, scoprirete che vi risiedette per secoli il Patriarca di Venezia, che per un certo tempo vi furono due Patriarchi di Aquileia, uno a Grado ed uno in terraferma e quella lingua di mare in mezzo era scottante ( uno si appoggiava ai Bizantini ed uno ai Longobardi), che ebbero un ruolo al tempo di un complesso Scisma dei tre capitoli iniziato già ai tempi di Giustiniano, se non mi confondo, non sono mai riuscita ad assimilarlo appieno.
    Se invece vi interessa la spiaggia, scoprirete che dovete pagare anche se volete piantarci il vostro ombrellone, anche qua se non ci sono novità.
    Grado Pineta è una creazione artificiale anni ’60, manca della vetustà del centro storico di Grado, è più moderna, ma il fondo marino, se non è cambiato, è alquanto fangoso.

  2. Fabbss ha detto:

    Il fondo marino oleoso di Grado Pineta qualche anno fa risucchio’ la mia ciabatta infradito, portandola con se nelle viscere della terra.

    Per il resto, Grado é molto bella e merita una o piú visite, soprattutto, secondo me, al di fuori dell’alta stagione.

  3. lànfur ha detto:

    Bibliotopa: La storia dello scisma dei tre capitoli!
    Una storia ricca di personaggi guardacaso battiateschi: eretici monofisiti, teologi antiocheni, esarchi bizantini, eresie cristologiche e metropoliti aquileiensi.

  4. Bibliotopa ha detto:

    Per me il top a Grado è nel mese di giugno: non ancora affollato, meno zanzare che in agosto.. e in spiaggia è bello andarci la mattina presto, o anche verso sera : verso le 7 di sera la spiaggia si vuota e rimangono i gabbiani con cui condividere l’ultimo tuffo della giornata. Veramente, il termine tuffo non si addice a Grado, mi correggo: lenta immersione Non sono previste avventura notturne in spiaggia: la spiaggia chiude di notte. rimane il piacere di una passeggiata sulla Diga, magari rileggendosi una poesia di Biagio Marin, che abitava là vicino.
    Un suggerimento, nato da esperienza personale: non fidatevi del fondo sabbioso , almeno in certe parti della spiaggia, anche a pagamento, e fate il bagno con le ciabattine di plastica, perchè io una volta misi il piede su un riccio di mare! Al pronto soccorso della spiaggia mi suggerirono: vada a casa, immerga nell’acqua e cerchi di togliersi da sola eventuali spine rimaste..
    E se fate la passeggiata lungo la spiaggia, riconoscerete i ranghi: i più titolati, che hanno comprato le case più centrali, hanno l’ombrellone più vicino al centro, dove l’acqua diventa fonda presto, i meno blasonati ce l’hanno più verso il Palacongressi, e lì si cammina una buona decina di minuti prima di arrivare al livello di mare in cui si può nuotare. Per i bambini ciò non è un problema..

  5. Marisa ha detto:

    Per BIBLIOTOPA

    A Grado non ha MAI risieduto alcun Patriarca di Venezia, neppure per un giorno. Il Titolo di Patriarca di Venezia risale all’8 ottobre 1451 e fu creato usurpando a Grado il titolo di Patriarca. In concomitanza con l’istituzione del Patriarcato di Venezia (che ebbe fin dall’inizio sede a Venezia), nel 1457 fu soppresso il Patriarcato di Grado. Se non ricordo male, Grado fu declassata a poco più di pleve.

    Scusa la pignoleria…..ma la storia è storia! E Venezia, che all’epoca era potente, ha “usurpato” a Grado il titolo di Patriarca.

  6. Bibliotopa ha detto:

    per Marisa, ammetto che , non trattandosi di un saggio storico, sono stata per brevità imprecisa, avrei dovuto dire :
    a Grado risiedeva il Patriarca gradese di Aquileia, dal 717 rinominato patriarca di Grado, da cui dipendeva anche Venezia. Col passar del tempo il Patriarca di Grado risiedette sempre più spesso a Venezia, fino al trasferimento ufficiale della diocesi a Venezia e nel 1451 il Patriarcato gradese venne soppresso e venne creato il Patriarcato do Venezia. Qualcuno specifica che questo fu il trasferimento de jure, ma che de facto il patriarcato diventò veneziano nel 1105, in cui la sede del Patriarca di Grado venne trasferita a Venezia.

  7. Bibliotopa ha detto:

    anzi, per la precisione, non sono certa fra il 1451 e il 1457, le mie fonti citano entrambe le date.

  8. Infradito della Puma ha detto:

    anche a me a Grado pineta quella melma (per non chiamarla con un nome simile…) di mare mi ha “fottuto” un infradito… nuove di pacca 🙁

  9. patrizio ha detto:

    Grado…. il suo nome mi fa sognare ancora come quando ero bambino. Allora c’era ancora il mondo diviso in blocchi, il terrorismo ed il calcio vero…… magari un giorno ti visitero’ o Grado e mi ricorderai tante cose perdute….

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