6 Agosto 2009

Ah, la Cockta! (Jugonostalgia, parte prima)

Zastava750

Lo sapevo che poi l’avrei trovata imbevibile. Eppure m’era capitato, non troppo tempo fa, di non riuscire a resistere e – posto di fronte alla scelta “Coca Cola o Cockta?” – di cedere al richiamo dei ricordi.

Nei commenti a un articolo riguardante l’affaire Laško e l’eventuale vendita della quota di maggioranza dell’importante gruppo industriale all’imprenditore triestino Pierpaolo Cerani, è emerso il tema dei ricordi d’infanzia legati a una particolare classe di prodotti di consumo. Cockta, Fructal, Pez (che non sono prodotto jugoslavo ma poco importa dal nostro punto di vista locale), quelli insomma resi familiari dalla pratica dell’andar in Jugo a far la spesa o, in maniera meno incisiva e caratterizzante, andar in Jugo a magnàr fòra.

Innocenti ricordi conditi da un velo di nostalgia per i tempi dorati dell’infanzia, o pericoloso indizio di permeabilità a una subdola strategia revisionista di manipolazione dell’immaginario collettivo che, nelle sue manifestazioni più esplicite, può portare ad atti estremi come l’intitolazione di strade cittadine al maresciallo Tito? Sto scherzando, ma solo fino ad un certo punto: ci stiamo addentrando nel territorio della Jugonostalgia e delle sue numerose manifestazioni mediatiche, culturali, politiche e consumistiche.

Come punto di ritrovo e partenza per questo viaggio nella Jugonostalgia vi propongo la più blanda e innocua delle definizioni proposte nella limitata bibliografia disponibile, ovvero quella estratta da un articolo di Nicole Lindstrom (University of York):

Nostalgia per le fantasie associate a un Paese, la SFRJ, esistito dal 1945 al 1991 […]
Fattore comune alle diverse forme di Jugonostalgia è la critica, implicita o esplicita, della geografia simbolica di disunità che ha dominato il discorso politico nell’ex-Jugoslavia negli ultimi due decenni.

Su Wikipedia, la voce inglese cita una definizione meno vaga ma comunque piuttosto equilibrata. Disponibile la traduzione della pagina in Bielorusso, Bosniaco, Catalano, Spagnolo, Croato, Russo, Sloveno e Serbo – e non in Italiano. Abbiamo tentato di rimediare, ma senza successo (?immediatamente cancellata: con motivazione C1 – “Pagina vuota, di prova, senza senso, tautologia o stupidaggine”). Un complotto?

Prossima tappa: la Jugonostalgia consumeristica.

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8 commenti a Ah, la Cockta! (Jugonostalgia, parte prima)

  1. lànfur ha detto:

    Non so ma io ho un ricordo limpido (pure troppo direi) dell’acqua minerale (credo fosse la rogaska slatina) in bottiglia di vetro con etichetta giallognola e un efebo con bicchiere in mano o qualcosa del genere. Un giorno qualcuno me la fece bere e non dimenticai più i suoi effetti diuretici (oltre al sapore salato).

  2. cagoia ha detto:

    Me ricordo co’ iero sai picio
    che mia mama con siora Teresa
    la partiva de matina
    per ’ndar in Yugo a far la spesa

    Ala guida Vinicio Bussani
    pensionato benestante
    con un milecento nero
    che xe un auto assai elegante

    Ma co’ i riva al confin
    i tira zo el finestrin

    Finanziere, finanziere
    cosa devo dichiarare
    quanta grappa posso avere,
    quanta carne posso portare.

    “Cossa solo mezzo chilo,
    me dispiasi, che peccato,
    qualche volta passo lisso
    e me vanza anche pe’l gatto”

    Con la carne nel regipeto
    e la trapa nel baul
    sior Bussani povaretto
    za ghe trema un poco el cul

    “Passaporto perpiacere
    lei signora che dichiara?”
    “Solo un poca de benzina,
    la de noi la costa cara…

    Finanziere finanziere
    cossa la me sta palpando,
    qua xe tuta roba mia
    no xe niente de contrabando!”

    A ’sto punto sior Bussani
    che za stava un poco mal
    tutintun el te va insieme
    e i lo porta in ospedal.

    “Sequestrato milecento nero
    sul confin de Caresana”
    Iera scrito sul giornal
    che i portava marjuana!

    Finanziere, finanziere
    cosa devo dichiarare
    quanta grappa posso avere,
    quanta carne posso portare.

    “Cossa solo mezzo chilo,
    me dispiasi, che peccato,
    qualche volta passo lisso
    e me vanza anche pe’l gatto”

  3. elena cerkveni? ha detto:

    ragazzi, la Cockta xe bonissima, però l’unico difettuccio che la gà xe che, a differenza de la coca cola, ghe manca quel “piacevole frizzantino” che pol gaver la bibita se te ghe metti dentro le bollicine. a mi la me sembra la cockta un attimin fiapeta, per qto riguarda le bollicine!!!

  4. Fabbss ha detto:

    A mi me piaseva un gelato che trovavo sempre in campegio a Umago. Iera una baletta tipo de golf, ma + grande, ripiena de gelato al fiordilatte…bonissima! E dopo nella baletta ghe mettevimo i sassetti e le conchigliette….che bel esser fioi e andar in yugo…

  5. erec ha detto:

    ma… la jupi… chi se la ricorda?? A mi me sembrava (col senno de poi) l’orangina in formato jugo. E no la iera niente mal > dopo no so e no voio saver che tipo de colorante gaveva dentro: sta ‘ranciata la iera de un color arancio RGB…

  6. arlon ha detto:

    La jupi gira ancora. E no se capisi come che la fazi a eser quasi-bona con quel color.

    (gira vose che la sia fornida de luce propria, co’ fa buio. sempre per l’intento de fornir una esperienza RBG completa! :D)

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