30 Luglio 2009

Parco del Mare: ricavi, costi, margine operativo

Le stime ufficiali per la sostenibilità del Parco del Mare, come testimonia questo articolo del sito del Comitato Pro Acquario, sono state fatte dalla Mercury Consulting e dalla Progetto Turismo Real Estate.

Riporto tutti i dati di cui sono in possesso:
Anno 1:
visitatori 1.035.000
ricavi totali: 13.077.000, di cui 11.437.000 da biglietti
costi opertivi: 3.503.000
costi fissi: 4.320.000 (di cui 2.450.000 per personale)
Margine lordo: 5.254.000

anno 2:
visitatori: 1.015.000
ricavi: 12.858.000
costi operativi: 3.518.000
costi fissi: 4.281.000
margine operativo lordo: 5.059.000

anno 3:
visitatori: 990.000
ricavi: 12.520.000
costi operativi: 3.637.000
costi fissi: 4.326.000
margine operativo lordo: 4.557.000

anno 4:
visitatori: 970.000
ricavi: 12.755.000
costi operativi: 3.651.000
costi fissi: 4.459.000
margine operativo lordo: 4.645.000

anno 5:
visitatori: 985.000
ricavi: 13.015.000
costi operativi: 3.760.000
costi fissi: 4.638.000
margine operativo lordo: 4.617.000

anno 6:
visitatori: 960.000
ricavi: 13.178.000
costi operativi: 3.820.000
costi fissi: 4.784.000
margine operativo lordo: 4.574.000

anno 7:
visitatori: 950.000
ricavi: 13.116.000
costi operativi: 3.885.000
costi fissi: 4.862.000
margine operativo lordo: 4.369.000

anno 8:
visitatori: 935.000
ricavi: 12.951.000
costi operativi: 3.932.000
costi fissi: 4.972.000
margine operativo lordo: 4.047.000

anno 9:
visitatori: 915.000
ricavi: 13.229.000
costi operativi: 3.983.000
costi fissi: 5.049.000
margine operativo lordo: 4.197.000

anno 10:
visitatori: 900.000
ricavi: 13.011.000
costi operativi: 4.039.000
costi fissi: 5.130.000
margine operativo: 3.842.000

Sicché, sommando i margini opertivi lordi dei primi dieci anni, si riuscirebbe a pareggiare l’investimento iniziale di 45.000.000.
I costi operativi comprendono: servizi di terzi, acquisto merce per negozio, utenze e acquariologia, manutenzione, iva indetraibile, altri costi.
Quelli fissi: spese generali, marketing, personale, consulenze.

I calcoli sono stati fatti con un confronto con i dati di Genova e Lisbona.

La stima a 700.000 visitatori al decimo anno (805.000 al primo) porterebbe a chiudere il decennio con un margine lordo totale di appena 26.489.000, cioè poco più della metà dell’investimento.
Con 500.000, si arriverebbe a 4.464.000: solo un decimo… l’ultimo anno, come detto, chiuderebbe in passivo.

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6 commenti a Parco del Mare: ricavi, costi, margine operativo

  1. Luigi ha detto:

    Grazie per aver postato i numeri. E sono contento di non aver poi sballato enormemente i miei calcoli, basati praticamente sul nulla cosmico.

    A questo punto però le cose stanno in modo assai diverso, nel senso che non è vero che il pareggio operativo è a 900.000 visitatori: con 900.000 visitatori all’anno si arriva ad un margine lordo di circa 4 milioni di Euro all’anno, e quindi con le presenze in forbice fra 1.000.000 e 900.000 all’anno si è in grado di “restituire” l’investimento in 10 anni. Bisogna a questo punto capire quanto gli investitori pubblici premeranno per avere indietro i loro soldi.

    E fra parentesi però dico un’altra cosa: 45.000.000 di Euro mi sembrano un po’ pochini per un parco marino di questo genere: mi piacerebbe capire solo di costruzione/ristrutturazione/riqualificazione edilizia quanti migliaia di metri quadrati si prevedano, per non dire poi della spesa prevista per gli impianti.

    Comunque sia, perché il risultato di gestione del Parco del Mare sia in pareggio, con questi numeri facendo una proporzione risulterebbe invece sufficiente un numero di presenze di circa 600.000 all’anno. A dirla tutta, non mi sembra un numero assolutamente improponibile.

    Sarebbe interessante poi scorporare i ricavi totali per le varie voci, perché ho notato che non c’è proporzionalità fra il numero dei visitatori previsti anno dopo anno e i ricavi totali. Ciò significa che si prevedono altre fonti di introito oltre ai biglietti, che anno dopo anno aumenteranno la propria importanza, oppure in alternativa significa che si prevedono aumenti del costo dei biglietti, oppure ancora l’una cosa e l’altra.

    Luigi

  2. enrico maria milic ha detto:

    a me sembrano dei calcoli basati sull’obbiettivo di fondo, criticabile, per cui chi ha steso questi numeri si è detto: “facciamo che in 10 anni l’acquario si ripaga”.

    invece avrei preferito vedere queste curve di costi e ricavi generate da studi comparativi con altri acquari e parchi di intrattenimento.

  3. Luigi ha detto:

    Enrico, io credo che i casi siano due: o Mercury Consulting e Progetto Turismo Real Estate (che poi sono la stessa cosa) sono dei cialtroni patentati, oppure hanno fatto i conti basandosi anche o principalmente sulla comparazione con altri acquari e parchi di intrattenimento.

    Tu che dici invece: propendi per la prima?

    Come ho già notato, il progetto non è operativamente in pari con un flusso di 900.000 visitatori – come s’è detto giorni fa qui dentro – ma con 600.000. Con una forchetta di 900.000/1.000.000 di visitatori invece si ripaga l’investimento iniziale in 10 anni.

    Io invece continuo a ritenere sballata la previsione di investimento: con 45 milioni di Euro ad un prezzo medio oggi restauri “decentemente” (niente marmi e spatolato veneziano!) circa 50/60.000 metri quadrati messi in discreto stato. Ma qui quanti mq sono interessati al progetto complessivo? E quanto si spende poi per gli impianti?

    Luigi

  4. Andrea Dessardo ha detto:

    Caro Luigi,
    ti rispondo adesso un po’ in fretta, riproponendomi nei prossimi giorni di approfondire, tempo permettendo.
    Circa l’area del Parco, ne avevo già scritto in altri post precedenti: la zona comprende l’ex Pescheria, il Magazzino Vini ed il sedime dell’ex piscina Bianchi (non ricordo la metratura, ma la troverai nei primi post sull’argomento).
    I proventi dei ricavi hanno tre voci: visitatori (avevo anche scritto giusto nel post precedente, quello commentatissimo) i prezzi previsti per i biglietti ed i ritocchi da apportare nel corso del decennio (si parte da un ingresso medio di 11,05 euro, con prezzo pieno di 15, scolaresche 8, se la memoria non m’inganna; puoi verificare anche questo). I ricavi sono divisi tra incassi (la massima parte), merchandising e “altro” (quest’ultima voce è residuale, mediamente sui 150-160.000 euro l’anno).
    Ciò che è interessante – e che provvederò a presentare ai lettori – è che sono state fatte anche delle stime sui 700.000 e i 500.000 visitatori al decimo anno). Chiaramente, ci vorrebbero più anni per coprire l’investimento. Con 500.000 visitatori però si arrivava a chiudere il decimo anno in passivo (-19.000 euro); e perciò l’obiettivo del ripianamento delle spese si farebbe assai arduo.

  5. Marisa ha detto:

    Sul quotidiano “IL SOLE 24 ORE” di ieri sabato 1 agosto, il “Parco del mare” viene presentato dal giornalista, o da chi gli ha fornito la notizia poi riportata dal giornalista……come un qualcosa che “SICURAMENTE” verrà fatta, SENZA ALCUN DUBBIO! Una sicura realtà della Trieste di un più che prossimo futuro. E chi paga? Avete già chiarito questo “piccolo” particolare?

  6. Marisa ha detto:

    Per fortuna anche a Trieste c’è chi non lo vuole il Parco del mare!

    ————————–
    Parco del mare
    Inserito il luglio 23, 2009 (11:12 am)

    IL PICCOLO 23-07-09

    Ho sentito la notizia che il Consiglio comunale ha approvato il piano di fattibilità per il Parco del Mare. Ho visto il progetto: una «bellissima» ed ampia costruzione che ostruirà di nuovo le Rive e ci riempirà una volta in più di cemento!

    Nei periodi di ampio afflusso turistico per vedere questa «meraviglia», poi, ci paralizzerà il traffico con pullman e autoveicoli che andranno a mettersi in coda – letteralmente – assieme al traffico quotidiano cittadino che, non dimentichiamolo, comprende ancora Tir e camion! Se tutto questo servisse a rilanciare una qualsiasi forma di “commercio-turismo-visibilità” per Trieste sarei la prima ad esserne entusiasta, ma basare un rilancio di turismo triestino su di un acquario (che poi abbiamo già e nemmeno si fa la fatica di curarlo molto) con annesso parco divertimenti… beh dico che ne abbiamo di cose da cambiare prima… Come ormai noto la città ha avuto un aumento di turisti che è cresciuto un po’ all’anno… ma è cresciuto rispetto alla «solitudine» di certi anni. Trieste è una città bella da vedere e ricca di storia, ma non può permettersi il flusso di turisti che la Camera di Commercio mira ad ottenere con l’acquario: un tipo di turismo che «rimane» e non se ne va dopo due giorni. Che il turismo degli acquari non sia di questo tipo, peraltro, lo dimostra anche Genova che ogni anno deve inventarsi una nuova attrazione, una nuova vasca, per attirare l’afflusso di gente. Il turismo che rimane è quello della settimana bianca o della settimana al mare… Una di queste la potremmo offrire, perché il mare c’è ma… il litorale? Ride tutta l’Italia della nostra amata Barcola che ci fa sentire tanto orgogliosi quanto… in mezzo ad una strada… Per non parlare dell’acquario in sé: tenere rinchiusi pesci, tra cui sicuramente delfini, non lo definisco un progetto per migliorare ma per fare un tuffo nel passato! Vogliamo la ricerca? C’è il Parco a Miramare: perché non si può pensare (ormai nel 2010!) a creare uno spazio interattivo «dal vivo»? Gli animali – tutti gli animali tra cui anche i pesci, sì! – possono essere studiati nel loro ambiente: quello che i nuovi ricercatori studiano all’università è frutto di osservazioni dal vero: animali studiati nel loro habitat naturale, senza interferenze. E per quale strana connessione cerebrale noi dovremmo fare studio e ricerca su creature che non vivono nel loro ambiente? A cosa serve? A sapere se i pesci possono fare i pagliacci e farci ridere come al circo? A creare un futuro di animali “sotto vetro” con la falsa intenzione di salvaguardarli? (quando il pericolo più grande per loro siamo proprio noi?)! A parte tutto: un acquario significa costi inimmaginabili per la manutenzione delle vasche, degli animali, costi di elettricità elevatissimi. In più cosa porta al resto della città? Lavoro? Non ci sarà bisogno di troppa gente e comunque la gestione dell’acquario – quella che incasserà i profitti – lavora come tutte le grandi aziende e quindi… non serve dire molto altro. Non riesco a capire cosa abbia fatto scattare questo desiderio che da tanti anni infervora la Camera di Commercio di Trieste. Quello che so è che io amo la mia città e non voglio vederla fare un buco nell’acqua: Trieste non ha bisogno di un acquario con parco giochi, super costoso e in un periodo di crisi come questo anche rischioso, ma di vere e reali prospettive per il futuro e per i giovani: zona industriale zero, commercio per pochi, attività da liberi professionisti super inflazionata…
    Massimiliana Viezzoli

    Articolo dal Comitato Pro Parco del Mare – http://www.parcodelmare.it

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