8 Luglio 2009

Sviluppo ecosostenibile: nuova via in Ecuador

Vi ricordate il mio resoconto sulle riflessioni in Germania a proposito di un nuovo sistema sociale ed economico ecocompatibile?
Ora una ricetta concreta viene dall’Ecuador, dove il presidente Correa (Chavista) ha dichiarato di rinunciare allo sfruttamento di pozzi di petrolio che si trovano sotto una riserva naturale, che sarebbe irrimediabilmente compromessa dai lavori.
In cambio di questo contributo alla riduzione delle emissioni, Correa chiede (non è chiaro a chi) che al suo paese sia pagata una quota annua corrispondente alla metà dei profitti che sarebbero derivati dallo sfruttamento petrolifero in quella zona. Nell’ articolo su le Monde sembra siano già realtà internazionalmente riconosciuta gli “Umweltzertifikate” di Groll.

Più informazioni sul link http://www.lemonde.fr/planete/article/2009/07/07/l-equateur-renonce-a-exploiter-le-petrole-du-yasuni_1216193_3244.html#ens_id=1216287

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4 commenti a Sviluppo ecosostenibile: nuova via in Ecuador

  1. effebi ha detto:

    “Correa chiede (non è chiaro a chi) che al suo paese sia pagata una quota annua corrispondente alla metà dei profitti che sarebbero derivati dallo sfruttamento petrolifero in quella zona.”

    a me non è chiaro nemmeno il meccanismo per cui qualcuno (ed è ovvio che non sia chiaro chi) decida di dare dei soldi al sig.Correa per non aver fatto nulla.
    ma forse manca qualche virgola

  2. Julius Franzot ha detto:

    Hai evidenziato un tipico caso di chi adotta solo gli aspetti che gli convengono di una dottrina .
    Nella dottrina dello sviluppo ecosostenibile (ben conosciuta in Francia – Attac, partner di Die Linke – ed a cui si appella anche Correa) chi usa risorse ambientali deve pagare un buono (“Umweltzertifikat”) non convertibile in denaro a chi non usa tali risorse. Pertanto è corretto che l’ Ecuador pretenda un risarcimento dai “consumatori di energia fossile” (appunto, quelli che non si sa bene chi siano, “X”) per rinunciare ad impoverire il pianeta distruggendo boschi per estrarre petrolio. Il punto dolente è che non dovrebbe poter pretendere denaro, ma solo investimenti, altrettanto ecocompatibili, nel suo paese. Diciamo, che ” X ” gli costruisca una fabbrica di marmellata di ananas, tanto per dare l’idea. Così il beneficio di aver dato lavoro agli operai della nuova fabbrica compenserebbe i mancati introiti dal petrolio.
    Però, dato che Correa, come il suo maestro Chavez, non ragiona in termini di “popolo” ma in quelli del suo conto in banca, lui vuole soldi.

  3. davide lesai ha detto:

    l’altra sera ero a sentire Serge Latouche, considerato il padre fondatore della teoria della decrescita. non ho ben capito se è un impostore o un saggio, ma stando a lui, lo sviluppo sostenibile è comunque criticabile perchè inserito in un’ottica di crescita per la crescita oramai insostenibile. che ne pensi-ate?

  4. Julius Franzot ha detto:

    @ Davide lesai

    Secondo me, è un saggio. Però certi saggi non sono creduti perchè pensano troppo radicalmente e… scomodamente.
    Da quanto leggo, condivido che anche lo sviluppo sostenibile è sbagliato, esattamente per il motivo che la crescita non è un dogma, portando alla materializzazione del lavoro, finalizzato ad accrescere il capitale, che non è di per sè un fattore di produzione. La produzione in un mondo in continua crescita obbligata non soddisferà dei bisogni reali, ma creerà bisogni artificiali (per esempio antenne paraboliche nelle baraccopoli), che impediranno un’equa distribuzione delle risorse V. Mandeville e De Sade, come esempi negativi.
    Comunque credo che lo sviluppo sostenibile sia il massimo che la gente ora è disposta ad accettare. Intanto salviamo un po’di ambiente e di risorse, poi saranno pronti per il prossimo passo (stagnazione) in previsione del terzo (decrescita).

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