24 Maggio 2009

«La lingua è l’identità di un popolo». Maran: «Le sentenze vanno rispettate»

Il friulanista Gianfranco D’Aronco ha scritto sul Messaggero Veneto, a proposito della sentenza della Corte Costituzionale:

Le lingue minoritarie (che qualche ostinato si ostina ostinatamente a chiamare dialetti) sono un che di superfluo. Meglio l’inglese, dicono. A parte il fatto che l’inglese lo si insegna già e il friulano no (salvo che per iniziativa di bravi presidi e di bravi docenti), di questo passo, a guardare solo alla pura pratica, anche l’italiano fra cento anni sarà considerato una lingua minoritaria, un impaccio nell’Europa e nel mondo globalizzato. E quindi adagio adagio sarà da rimuovere. Così un po’ per volta, almeno quanto a lingua e a cultura, saremo tutti una “gente unica”. Un bel servizio all’italiano da parte degli italianissimi. – Leggi tutto l’articolo

Christian Romanini, invece, copia e incolla questo bottone di Luca Peresson:

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Alessandro Maran, deputato gradese del Pd, dichiara invece:

«le sentenze vanno rispettate soprattutto quelle della Corte Costituzionale il cui compito è quello di porre limiti al legislatore. In democrazia, le questioni, essendo oggetto di opinione, non hanno una ‘sola’ risposta legittima. Non c’é un ‘unico’ modo di tutelare il friulano e quel che è in discussione oggi non è la sua tutela ma le costrizioni e gli incentivi di una legge, di una specifica disciplina giuridica. La Costituzione ha anche una funzione di controllo e di contenimento del potere costituito. In altre parole, il governo democratico è basato sulla regola secondo la quale chi governa deve rendere conto sia ai governati sia alla legge. Soprattutto quando sono in causa diritti fondamentali. Dunque, se la Costituzione è stata pensata e scritta per porre dei limiti al legislatore, questi limiti devono essere fatti rispettare. E questo, in Italia, è il compito della Corte costituzionale. E a nessuno è consentito reagire con l’aggressione se un arbitro (il giudice) decide in modo contrario ai suoi auspici e ai suoi interessi. Né a Berlusconi, né ad altri».

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29 commenti a «La lingua è l’identità di un popolo». Maran: «Le sentenze vanno rispettate»

  1. Marisa ha detto:

    Il Prof. Gianfranco d’Aronco, prima d’essere “friulano” è stato per 30 anni docente universitario all’Università di Padova. Non proprio l’ultimo arrivato….

  2. Marisa ha detto:

    SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE N. 28, DEL 1982
    Afferma non solo l’inammissibilità di sanzioni che colpiscano l’uso della lingua minoritaria, ma anche il diritto di utilizzare la lingua madre nei rapporti con l’autorità e di ricevere risposta in tale lingua

    SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE N. 312, DEL 30 SETTEMBRE 1983
    La tutela delle minoranze linguistiche non costituisce una materia, ma un principio che deve essere posto in essere dallo Stato, ma anche dalle Regioni o da qualsiasi altro ente od organo pubblico, nell’ambito delle proprie competenze.

    Si rispettano SOLO le sentenze che piacciono?

  3. Marisa ha detto:

    A livello europeo:

    “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie”, approvata dal Consiglio d’Europa il 5 novembre 1992, art. 10. I firmatari della Carta si impegnano ad assicurare l’utilizzo della lingua minoritaria nelle pubbliche amministrazioni

    “Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali”, approvata dal Consiglio d’Europa il 1 novembre 1995, artt. 10 e 15. Le Parti riconoscono il diritto di utilizzare la lingua minoritaria in privato come in pubblico, in forma scritta e orale e si impegnano a creare le condizioni per la “partecipazione effettiva delle persone appartenenti a minoranze nazionali alla vita culturale, sociale ed economica, così come agli affari pubblici”

    “Risoluzione del Parlamento Europeo (Arfé 1981).” Invita i governi nazionali, regionali e locali a “garantire la possibilità di esprimersi nella propria lingua nei rapporti con i rappresentanti dello Stato”

    “Risoluzione del Parlamento Europeo (Kuijpers 1987)” Raccomanda agli Stati membri di garantire l’impiego delle lingue minoritarie nei rapporti amministrativi

    “Risoluzione del Parlamento Europeo (Killilea 1994)” Sollecita l’uso e la promozione delle lingue minoritarie nella pubblica amministrazione

    A livello statale:
    “L. 15 dicembre 1999, n. 482, – Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche -, artt. 7,8,9. Individuano le misure di tutela delle lingue minoritarie nella pubblica amministrazione, sancendo in particolare il diritto dei cittadini di utilizzare in forma orale e scritta la lingua ammessa a tutela.

    e potrei continuare ancora…..

  4. furlàn ha detto:

    Hanno bocciato una legge mica hanno inizato le deportazioni di quelli che vogliono parlare friulano. E poi, visto che la legge era stata scritta da una giunta guidata da un ‘perfido’ triestino e da un assessore bisiaco, perdinci di cosa ci si lamenta? Il cjargnel e i suo fidi alleati leghisti faranno una legge sicuramente migliore (l’assessore alla cultura è pure dell’UDC – UDine Capitale).

  5. brancovig ha detto:

    Mi sono sempre tenuto abbastanza lontano dalle discussioni sulla lingua /vulgata friulana perchè è una argomento abbastanza spinoso e con molte sfaccettature.

    E’ stato spesso fatto un uso politico del friulano (dai friulanisti politici ed intelettuali) mi spiego meglio, la lingua/vulgata come strumento per ottenere l’autonomia del Grande Friuli e quindi come una (a me non chiara) identità etnica. Spesso in contrapposizione alla Venezia-Giulia ridotta erroneamente alla sola città di Trieste.
    Quindi il friulano per escludere, come barriera, steccato (l’anacrostica logica leghista che soffia sulle paure del domani per creare la separazione ed il consenso quotidiano).

    Esiste anche un problema di risorse non dimentichiamolo, in molti casi vengo gettati su progetti discutibili buone somme di denaro pubblico.
    Vi porto un esempio di mia conoscenza.
    L’università di Udine promuoveva (con scarsissimi risultati) la pubblicazioni di articoli scientifici in lingua friulana.

    Un controsenso perchè la scienza richiede condivisione, comunicazione internazionale, apertura al mondo, confronto. I risultati di una lavoro scritto in friulano quanti scienziati nel mondo lo leggeranno? Immaginate poi il sistema peer-reviewing, che dovrebbe garatirne la qualità.

    Fatto ultimo tristemente divertente, molti termini non esistono nella vulgata/lingua friulana e devono essere “inventati” al momento.

    Se è un fatto positivo avere coscienza e conoscenza delle lingue locali l’assistenzialismo statale non è la miglior strategia per farle vivere.

  6. Marisa ha detto:

    “fatto ultimo tristemente divertente, molti termini non esistono nella/lingua friulana e devono essere “inventati” al momento”.

    SI CHIAMANO “NEOLOGISMI” E VENGONO CREATI IN TUTTE LE LINGUE UFFICIALI, ITALIANO COMPRESO. O il Padre Dante già conosceva l’informatica?

  7. brancovig ha detto:

    Vedo che si va a cercare il particolare non analizzando le riflessioni di più alto respiro (il concetto della barriera/isolamento come progetto politico ignorato). Questo mi dispiace molto.

    Ritornando nel particolare
    Non è una questione di neologismi, in una pubblicazione scientifica il cui respiro deve essere internazionle per definizione anche l’italiano non regge più di tanto figuriamoci il friulano l l’istro-veneto o il bisiacco (per non offendere nessuno)

    Nel particolare si parlava di scienza in un esempio di spreco di denaro pubblico sul friulano.

    Tradurre in friulano lo spinning elettronico in una pubblicazione che vogliamo definire scientifica non ha nessun-senso. Altrimenti parliamo di altre cose.

    Spero di essere stato chiaro. Devo mettermi in gioco con il mondo no in gioco tra Tavagnacco e Campoformido

  8. furlàn ha detto:

    Sentendo ieri sera Monicelli da Fazio diceva che l’italiano non esiste, esistono almeno 20 diverse lingue, 20 cucine, 20 modi di socializzare. Secondo me un po’ di ragione ce l’ha. L’italiano stesso è un dialetto elevato al rango di lingua, aggiungo io. Forse solo l’uso del latino ci metterebbe tutti d’accordo.

  9. effebi ha detto:

    L’impressione è che si richiede di introdurre l’uso di altra lingua in particolare quando l’uso di altra lingua comporta una spesa per lo stato, quindi un guadagno per qualcuno.
    Non si spiegherebbe latrimenti il motivo per cui qui (dove si parla e scrive a gratis) nessuno si esprime in (nessuna) altra lingua ma solo ed esclusivamente in italiano (che scopriamo -ora- lingua che non esiste).
    Quindi si spiegherebbe anche il perchè (lapalissiano) di certe pubblicazioni tradotte inutilmente in altre lingue o dialetti (che non appena una di queste riuscirà ad avere un minimo di riconoscimento si moltiplicheranno in maniera esponenziale ….evviva babele !)

  10. Marisa ha detto:

    Brancovig – non fare la fatica di arrampicarti sugli specchi.
    Quando in un testo si crea uno spazio saltando una riga, significa che l’argomento precedente è terminato e se ne introduce uno nuovo. Era chiarissimo il tuo pensiero e non riguardava il tema scienze ma l’intera lingua friulana che per te, “ridicolarmente” ha la presunzione di voler creare neologismi, come qualsiasi altra lingua viva.

  11. furlàn ha detto:

    Non è colpa mia se a scuola mi hanno insegnato il dialetto fiorentino spacciandomelo per lingua italiana. Ci ho creduto e mi adeguo come mi adeguo al fatto che la lingua inglese sia quella più utilizzata nel mondo. Vorrei fosse il bisiaco, col quale mi trovo benissimo nella comunicazione interpersonale, ma purtroppo non sarà così. Forse.

  12. effebi ha detto:

    lingua, linguaggio: facoltà umana di comunicare per mezzo di sistemi verbali.
    …alla fine stiamo discutendo di questo ? o di che ?

  13. furlàn ha detto:

    Discutiamo (anzi discutono, loro, i friulanisti tutti d’un pezzo) del fatto che la lingua distingua un’identità. Ma nel mondo globalizzato che spazio ha gente che non si è ancora neanche ‘regionalizzata’ (figuriamoci globalizzata)? Che guarda al vicino di casa (triestino, veneto, bisiaco che sia) come un succhiasangue a tradimento, la longa manus italica che vuole sopprimere in un sol colpo ogni ambizione autonomista. Come se l’autonomia si riscattasse con una legge sul friulano piuttosto che rimarcando le battaglie di civiltà come hanno fatto in tanti. Perchè gli autonomisti quando c’era da essere veramente autonomi da Roma (ad esempio quando Sacconi minacciava ritorsioni sulla sanità regionale) se ne stavano zitti? Perchè adesso alzano la voce per quattro rilievi che la Corte Costituzionale (non il Partito Nazionale Fascista) ha avanzato su una legge che basterebbe correggere nelle parti sbagliate?

  14. effebi ha detto:

    a me interessa comunicare con meno dispendio di energie possibile, il che significa semplificazione del linguaggio, unificazione dei termini che è quello che -sempre e naturalmente- è successo, anche aldilà delle leggi o lingue imposte o ufficiali (vedi il latino)
    Incredibilemte ai nostri tempi si cerca di porre ostacolo alla semplicità di comunicazione introducendo per legge l’isegnamento di linguaggi che complicheranno la comunicazione tra i soggetti.

    io pretenderei che il governo italiano, spendesse le sue ricorse, le mie tasse, per mettermi nelle condizioni di comunicare il più agevolmente e velocemente possibile, e lo stesso pretendo dal governo europeo, che se non si pone (almeno) questo minimo obiettivo che ceppolo ci sta a fare lì ?).

    venga farovrito lo scambio, la contaminazione, l’inquinamento l’inguistico fino a giungere ad un linguaggio europeo comune e condiviso. Nelle zone di confine si abolisca lo studio delle reciproche lingue e ognuno si inquini con termini “quotidiani” dell’altro. Il dialetto tiestino sia da “insegnamento” (e non insegnato) per quanto è stato capace di assorbire alti termini e a modificarsi fino a qui sino a divenire “lingua” riconosciuta e compresa anche fuori dal proprio stretto territorio comunale.

    e dare meno importanza alle lingue forse significherà anche meno guerre.

  15. Marisa ha detto:

    “vorrei fosse il bisiaco col quale mi trovo benissimo nella comunicazione interpersonale”

    FURLAN…..se sei bisiaco, perchè in altri Post hai affermato di esser “friuliano.doc” e scritto “da friulano affermo che…”?

  16. furlàn ha detto:

    Mah sul fatto che vadano aboliti gli insegnamenti di lingue di territori contermini (italiano vs. tedesco vs. sloveno) non la vedo nello stesso modo. Sebbene il tuo ragionamento fili fino ad un certo punto, vedo difficile che si imponga l’Esperanto (tanto per dirne uno) come linguaggio universale. Non avrebbe sicuramente successo. Le lingue si muovono lentamente se lasciate scorrere, ma poi si sedimentano in maniera solida. Come puoi vedere anche da queste parti a partire dal 1919 si impose la presunta lingua universale (l’italiano) pensando secondo chissà quale ragionamento che avrebbe appianato le differenze. Dopo 90 anni diciamo pure che il tentativo è fallito e a caro prezzo.
    Quindi sono favorevole all’insegnamento dello sloveno, del tedesco, del croato e anche dell’ungherese, ma questo deve essere fatto tenendo a mente che la lingua-facilitata si formerà nel corso di lunghi decenni da persone che necessariamente conosceranno queste lingue territorialmente contermini. E’ così che è nato e cresciuto il friulano, sicuramente non grazie al Pirona (come ho già detto in un post antecedente).

  17. furlàn ha detto:

    Marisa friulano-doc non credo di averlo affermato. Molto probabilmente hai capito male o mi sono spiegato male io. “Da friulano affermo” invece sì l’ho detto. Posso anche ripertelo se ti piace (mi firmo anche come furlàn) e non ci vedo nietne di male. Abito in provincia di Udine o Gorizia o Pordenone non posso certo caratterizzarmi geograficamente come altro. La parola friulano per me potrebbe identificare un ambito prettamente geografico. Magari per te per dichiarasi friulani bisogna aver superato l’esame. Per me chiunque risieda in territorio friulano è friulano.

  18. furlàn ha detto:

    “vorrei fosse il bisiaco col quale mi trovo benissimo nella comunicazione interpersonale”
    Secondo te se uno parla una lingua o dialetto automaticamente si identifica come tale. Quindi tutti quelli che parlano inglese sono inglesi.

  19. effebi ha detto:

    non ho sostenuto l’imposizione dell’esperanto (come tentativo di imporre una lingua)
    posso sostenere l’esperanto come qualsiasi altro tentativo solo come banco di studio di quelle che potrebbero essere situazioni di linguaggio comune che, prendendo da più lingue -spagnolo, inglese, italiano, tedesco, francese etc) formi via via nuove grammatiche ufficializzando quello che ache tu intravendi nel lento 8e inevitabile) naturale movimento delle lingue che non vanno (secondo me ) nè trattenute nè blindate.
    Se poi la smettessimo sempre di riferirci all’IMPOSIZIONE dell’italiano (ventennio fascista) ci riparmieremmo fatica, diatribe ed equivoci. L’italiano è da sempre in evoluzione e da sempre si è modernizzato nella grammatica e nei vocaboli accettando ben volentieri neologismi e contaminazioni.
    per paradosso ufficializzare e blindare sigole lingue minori significherebbe congelare anche questa evoluzione continua della lingua “cosidetta” italiana (della penisola italiana).
    Mi spaventano le lingue pure, i popoli che si riconoscono in una lingua, siano grandi come quello tedesco o piccoli come quello friulano. i discorsi sulla purezza non sono mai da sottovalutare, sia quela ariana come qualla friulana, bisiaca, servolana…. ci si fa sempre del male.
    e poi le lingue si muovevano lentamente, oggi in internet si va diffonendo una lingua che partendo dall’iglese sta raccogliendo le contaminazioni linguistiche de arrivano da ogni parte del mondo. Un inglese che non è inlese, una lingua addirittura “senza pronuncia” (sembra un paradosso) un inglese tutti capiscono ma che solo un popolo rischia di non capire: gli inglesi.

    il manzoni aveva capito che bisognava allargare il linguaggio, il confine di allora era l’italia, chi poteva immaginare oltre, allora ? forse il mazzini…
    oggi dovremmo immaginare l’europa e invece cè chi sogna il grande friuli, la grande serbia, la slovenia pura….e non vediamo che forse siamo già nell’era di un linguaggio mondiale.
    capirci di più e meglio ci fa tanto schifo ?
    se un giorno tutto il mondo parlerà uno pseudo-inglese significherà che saremo tutti inglesi ?

  20. effebi ha detto:

    siamo arrivai contemporaneamente ala stessa conclusione

  21. furlàn ha detto:

    “L’italiano è da sempre in evoluzione e da sempre si è modernizzato nella grammatica e nei vocaboli accettando ben volentieri neologismi e contaminazioni.”
    Qui però devo dissentire:
    Da wikipedia leggiti Italianizzazione: “Per rendere l’idea anche l’hockey si dovette adeguare cambiando in ochei o nella più popolare versione di palla-rotelle”. Non erano nè neologismi nè contaminazioni. Erano fasciologismi (questo neologismo l’ho inventato io).

  22. effebi ha detto:

    ancora…!?
    ‘azz…
    ma la storia italiana dura venti 20 anni ?
    non quella della repubblica, non quella dello stato italiano.
    la storia intesa come avvenimenti accaduti nella penisola italiana…’azz.
    avvenimenti che hanno visti coinvolti latini, barbari, etruschi, romani, goti, visigoti, franchi, longobardi, normanni (azz se me ne dimentico qualcuno sarò ripreso…!?)

    la lingua italiana (non nella forma di oggi) si parlava ancor prima che nascesse lo stato, la repubblica italiana….’azz.
    il fascismo usò la lingua italiana come una clava… ma non vorremmo mica dare alla lingua italiana le colpe del fascismo…. ‘azz.
    la lingua italiana non è mica un invenzione del fascismo…!!

    quando parlo di evoluzione della “lingua italiana” possiamo quindi capirci ?

    “pomodoro” come parola italiana vogliamo condannarla, abolirla, sostituirla con una slovena, croata, friulana, perchè l’italia fascista ha occupato Lubiana ?

    eddai…!! orsù…

  23. effebi ha detto:

    comè che i francesi chiamano il computer ?
    sono fascisti ?

  24. furlàn ha detto:

    Concordo. Non possiamo farci niente. Neanche contro l’algebra (parola araba) o tutte le parole derivate dal greco. I francesi sono stupidi. Non gli si può dare dei fascisti perchè sennò si offendono e poi ci rubano le donne. Quindi diciamo sciovinisti e retrogradi per non offenderli troppo.

  25. Marisa ha detto:

    PER FURLAN

    Certo che anche la Bisiacheria è Friuli. Del resto è stata parte del Friuli longobardo, patriarchino, Friuli austriaco, ecc. E la pianura friulana termina dove inizia il Carso. Mi risulta anche però che una associazione culturale bisiaca, da due anni a questa parte stia attaccando “ferocemente” i diritti linguistici dei friulani.
    Proprio come fai sempre tu su questo blog.

  26. Marisa ha detto:

    EFFEBI, mi pare tu abbia le idee molto confuse sulla storia della lingua italiana. Fino all’unità d’Italia era solo LINGUA SCRITTA, parlata da NESSUNO! E, poichè gli alfabetizzati erano pochissimi, pochissimi erano coloro che la usavano come lingua scritta e spesso con esiti grafici MOLTO incerti. DOPO l’unità d’Italia (1866) si pose il problema “QUALE LINGUA COMUNE” per il nuovo Stato? E tra le TANTE ipotesi, dopo MOLTI litigi, vinse il Manzoni che impose una sorte di tosco/lombardo….

    Come vedi anche la lingua italiana, come noi oggi la conosciamo “obbligatoriamente” sui banchi di scuola, è una lingua artificiale recentissima…..

  27. furlàn ha detto:

    Beh questa dovevo leggerla per crederci. E’ tanto friulana che a Monfalcone c’è persino il Fogolar friulano. Istituzione che trovi a Sidney come a Toronto (note località friulane).
    E poi io non attacco i diritti linguistici di nessuno. Attacco i talebani friulanisti come te perchè è divertente vedere quali castronerie scrivi se punta sul vivo della tua purezza linguistico-razziale.

  28. effebi ha detto:

    x marisa
    creo che non stiamo parlando ed esprimendoci come ai tempi del manzoni, che non è nemmeno nato ieri.
    qualche tempo è passato, qualche innovazione linguistica è subentrata.
    e poi anche prima del manzoni in qualche modo si comunicava nelle penisola italica.. mah, non capisco le tue osservazioni.
    esisteva solo e sempre il friulano -lingua nobile- e l’italiano è spazzatura ?
    può anche essere ma vedo che usi esprimerti (e comunicare) nella “lingua spazzatura” e non nel nobile linguaggio della tua nazione.
    boh, di che stiamo discutendo !?

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