12 Maggio 2009

Family Day this! Confronto tra Germania e Italia sulle politiche per la famiglia

Sia Italia che Germania non sono campioni mondiali per natalità. Stando alle previsioni delle Nazioni Unite del 2006 tratte dal United Nations World Population Prospects fatte per il periodo 2005-2010, il numero di figli previsti per ciascuna donna in periodo fertile è rispettivamente di 1.38 e 1.36, ossia l’Italia si assesta alla 173-esima posizione e la Germania alla 175-esima al mondo.

In realtà la Germania ha adottato e perfeziona da parecchi anni una politica di sostegno, tesa a favorire la crescita delle famiglie. Si parte ossia dall’assunto che senza nascite il futuro di una nazione è nero. Come giovane genitore residente in Germania godo per esperienza diretta dei benefici di tali politiche.

Esse si possono riassumere nei seguenti punti: tasse, incentivi, lavoro, assistenza sanitaria e sostegno sociale. Andiamo per ordine? Andiamo per ordine.

1 TASSE. Il metodo d’imposta sui redditi si basa sull’individuazione di sei classi (Lohnsteuerklasse) secondo la composizione familiare delle entrate; paga ovviamente meno chi ha a carico la conduzione familiare senza altre entrate. Le imposte vengono inoltre ridotte all’aumentare del numero di figli (Kinderfreibetrag).

2 INCENTIVI. Ogni figlio riceve un assegno familiare (Kindergeld) pari a 164€/mese almeno fino al 18° anno di età, estendibile fino al massimo al 25° in caso di studio, indipendentemente dal reddito dei genitori. Nel caso in cui la famiglia stia affrontando l’acquisto della prima casa, oltre ai ~10.000€ di contributi distribuiti su 8 anni di cui gode ogni nuovo proprietario di prima casa (Heimzulage) lo stato aggiunge 250€ all’anno per ogni figlio per la restante durata del contributo.

3 LAVORO. Il genitore che desideri prendere una pausa dopo la nascita di ogni figlio (Elternzeit) può farlo senza paura di perdere il posto di lavoro. La legge fissa un periodo massimo di 3 anni in cui il datore di lavoro deve garantire il reintegro senza alcuna variazione di contratto o di mansione. I conributi di anzianità e l’assistenza sanitaria continuano ad essere pagati in questo periodo dallo Stato. Ovviamente in questo periodo il genitore non è pagato dal datore di lavoro. Tuttavia a sostegno per i primi 12 mesi per un solo genitore o per 14 distribuiti sui due genitori (per esempio nel caso in cui anche il padre si voglia assentare per un paio di mesi dal lavoro), lo stato contribuisce con l’Elterngeld, un contributo pari al 67% dello stipendio netto del genitore in pausa; il valore minimo del contributo è pari a 300€ e massimo 1800€ esentasse. Il genitore che decide di restare a casa può comunque continuare attività part-time per un massimo di 30 ore settimanali, potendo sempre godere dell’Elterngeld. Più di spingere così il genitore a restare a casa? Infine le grandi ditte forniscono nel periodo di maternità possibilità di rimanere in contatto con il mondo del lavoro tramite incontri tra genitori e ufficio del personale; al rientro dai tre anni di maternità le ditte mettono a disposizione posti presso asili nido convenzionati; non è infrequente la possibilità di lavoro home office e formule di part-time molto estreme (20%).

4 ASSISTENZA SANITARIA. L’assistenza sanitaria (Krankenkasse) sostiene le madri con diverse attività. Dopo la nascita del figlio è possibile ricorrere ad una ostetrica (Hebamme), la quale effettua 10 visite gratis a domicilio per controllare lo stato di salute del neonato e della madre, per fornire supporto psicologico e per dare consigli pratici (incluso come fare il bagnetto al neonato, come allattarlo e come cambiargli i pannolini). Le dieci lezioni del corso di preparazione parto e le successive dieci di riabilitazione post-parto sono interamente pagate dalla cassa malati, secondo il principio della prevenzione (più si sostiene prima, meno rischio c’è di dover ricorrere a cure più costose dopo). Nel malaugurato ma non infrequente caso d’infortunio della madre durante il periodo dello svezzamento (ad esempio una banale storta ad una caviglia), su prescrizione del medico la cassa malati paga una persona per il periodo della guarigione per fornire sostengo per 8 ore al giorno nelle faccende di casa. Infine esistono numerosi progetti di sostegno da parte dell’assistenza sanitaria, come ad esempio una tantum da 40€ per la partecipazione a corsi sull’educazione infantile (Kindererziehung).

5 SOSTEGNO SOCIALE. Stato e chiese (Cattolici e Protestanti) sono utilmente alleate a sostegno delle famiglie: le parrocchie mettono a disposizione locali allo Stato per corsi di sostegno alle madri (Hebammesprechstunde); con la scusa di fornire suggerimenti su come crescere i neonati e risolvere gli eventuali problemi, lo Stato paga ostetriche per fornire sostegno psicologico alle nuove madri e per prevenire casi di isolamento; i corsi settimanali sono distribuiti un poco ovunque, sono del tutto gratuiti e completamente aconfessionali (vi partecipano anche i numerosi Musulmani e atei per intenderci); inoltre non ci sono limiti alla quantità di corsi a cui ciascuna madre può partecipare. Dato che in Germania circa un terzo dei nuovi nati del 2008 proviene da famiglie in cui almeno uno dei genitori non è tedesco, per pochi euro (3-4€) è inoltre possibile partecipare a corsi di sostegno ad esempio per l’integrazione linguistica dei bambini. La Croce di San Giovanni inoltre fornisce corsi a pagamento per il pronto soccorso ai bambini per modiche cifre, mentre ci sono numerosissimi corsi a pagamento (spesso convenienti) per lo sviluppo motorio del neonato (Babymassage, Babyschwimmen, Joga mit Baby, PEKiP-Kurs…) sostenuti da ospedali e associazioni.

Per completezza bisogna dire che tutti gli incentivi esentasse costituiscono entrate e quindi devono essere dichiarati nella dichiarazione dei redditi, facendo eventualmente scattare il gradino superiore di tassazione sull’imponibile; ma ci si vuole lamentare?

La bellezza dello Stato tedesco sta proprio nel sostegno integrale alle famiglie e soprattutto alle donne che facciano la difficile scelta di mettere al mondo figli al giorno d’oggi. Il che aiuta molto di più di chiacchiere bacchettone sui valori della famiglia a cui però corrisponde poco o niente in termini di sostegno concreto.
Cosa preferire tra un Family Day senza sostegno e un sostegno senza Family Day?

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4 commenti a Family Day this! Confronto tra Germania e Italia sulle politiche per la famiglia

  1. Davethewave ha detto:

    ‘desso el difficile xè trovar la tedesca giusta per far fioi… =)

  2. Giorgio Ciaravolo ha detto:

    Tranquillo:
    1. per godere dei suddetti vantaggi basta essere residente in Germania, pertanto non devi necessariamente essere assieme ad una tedesca
    2. le tedesche vanno pazze per gli italiani…

  3. StripedCat ha detto:

    Grazie, che bella sintesi!

    Se confrontiamo i dati dell’OCSE in merito al panorama sociale nei paesi membri e compariamo le schede dell’Italia e della Germania, si scopre che:

    ITALY
    – just 50% of the women in italy are employed vs the average of 2:3
    – only 25% of the youth is working vs 44%
    – italian men report enjoying 80 minutes more of leisure time
    more than women, much of the additional time is spent by the women in cleaning the home
    – one in less than 10 toddlers aged 3 are under child care (OECD average 1:5)

    GERMANY
    – At an average of six hours and 34 minutes of free time per day, Germans came only second to Belgians in an international study on leisure released this week.
    – But while many people in the world use an average of 36 percent of their free time watching television or listening to the radio, Germans spend only 28 percent of their leisure time relaxing this way.

    E mentre in Germania sono stati introdotti gli scacchi come disciplina scolastica per favorire il pensiero logico-matematico (oltre le barriere linguistiche), gli studenti italiani sono quartultimi nelle materie scientifiche dietro Messico, Turchia e Grecia.

    Bottom line: in Germania forse la gran parte della gente lavora, la gran parte della gente paga le tasse, la gran parte della gente esce ad orari decenti dal lavoro, la gran parte della gente ha tempo per fare i bambini e allevarli, senza che questi diventino “beni” di lusso rari, onnipotenti e socialmente segmentanti?

  4. Giorgio Ciaravolo ha detto:

    Esatto! Se poi in Germania riuscissimo a introdurre “men report enjoying 80 minutes more of leisure time more than women” sarebbe veramente la nazione perfetta…

    SCHERZI A PARTE: l’analisi che hai riportato sembrerebbe piuttosto divertente se non si trattasse di dati concreti.
    Non è che la Germania sia in tutto e per tutto perfetta (anzi -> riguardo a questo basterebbe leggere gli interventi di Julius Franzot sui miei articoli) ma, come sto cercando di evidenziare nella mia serie di articoli, qui “da noi” vengono fatte cose che invece in Italia (chissà perchè) sono considerate impossibili.

    Certo che per spendere “only 28 percent of their leisure time relaxing” con la televisione bisogna avere alternative; le alternative costano e bisogna avere soldi; i soldi sono a disposizione (ad esempio) anche grazie alle politiche familiari.
    In questo modo si tiene attiva anche l’industria del tempo libero.

    Riguardo al “six hours and 34 minutes of free time per day” direi che in Germania ci sono molte sperequazioni; dipende principalmente dal tipo e dimensioni della ditta per la quale si lavora. Ti posso dire per esperienza personale che in ditte medio-piccole si lavora da morire…

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