3 Maggio 2009

Far East Film Festival: Memorie di uno Gheisho – Day 7 –

Disimpegno e divertimento a badilate

Visti i Propagandhi in un posto infame, pieno di gente ancora peggio e con un organizzazione squallida.
Bella serata, direi.
Comunque si ritorna alla normalità: giornata full time pure oggi. Il dio del parcheggio evidentemente mi ha preso in simpatia poiché mi fa trovare dei posti liberi impensabili, sempre giusto di fronte al Teatro. Eviterò come la peste il film Filippino delle 9.00 – normalmente gli epiteti più benevoli a proposito del cinema filippino sono “ascellare”, “tritacoglioni” e “immonda cagata”, salvo rarissimi casi – e andrò a botta sicura su Tactical Unit, secondo spin off di quella meraviglia che fu PTU di Johnny To. Il resto saranno sorprese, se piacevoli o meno lo scoprirò via via.

  • 11.45: Tactical Units: Comrades in Arms – Law Wing-cheong – Hong Kong 2009

Gli ufficiali Sam e May comandano due distinte squadre della Police Tactical Unit tra le quali c’ è acredine. Durante la festa di promozione dei alcuni ufficiali questa acredine sfocia in aperta rivalità, arrivando addirittura alle mani. Un missione congiunta – un gruppo di malviventi cinesi si è insediata in una zona montuosa e tale zona deve essere bonificata – sarà il vero banco di prova: collaboreranno oppure si ostacoleranno a vicenda? Le situazioni precipiteranno a tal punto che, paradossalmente, saranno tutti costretti a ritrovare lo spirito cameratesco per poter completare la missione con successo.

Film a basso budget, e si vede. Non più scenografie notturne metropolitane, bensì agresti scene di montagna dove le due squadre dovrebbero inseguire i malviventi cinesi e invece finiscono col brancolare nella nebbia. Film a tratti intimista, che delinea e sottolinea i diversi comportamenti di ogni singolo individuo nella critica situazione dell’ inseguimento, salvo poi ricompattarsi – finalmente i poliziotti ritornano ad essere “squadra” – nella scena della sparatoria finale. A tal proposito scordatevi le gragnuole di proiettili che piovono da ogni dove: si è risparmiato pure sulle pallottole. Ma grazie ad un sapiente montaggio, all’ uso dello slow-motion e a una colonna sonora adeguata, il risultato sorprende comunque.

  • 14.30: Crush and Blush – Lee Kyoung-mi – Corea del Sud 2008

locandina1Me-sook, la paranoica insegnante più sfigata della scuola, si innamora di un collega sposato e traditore.
Decide così, grazie all’ aiuto della figlia di lui, di ordire una trama per farlo divorziare.
Le cose però prenderanno da subito una brutta piega e i tentativi di rimettere le cose al loro posto si riveleranno ancora peggiori.

Opera prima di una regista esordiente, il film va avanti a tratti, alternando momenti di stanca ad altri, soprattutto nel finale, abbastanza originali. Incentrato più sulla bravura dell’ attrice Kong Hyo-jin che non da una solidità narrativa, il film si rivela essere più un’ occasione sprecata che un buon lavoro: vuoi per l’eccessiva umoralità – i repentini e furiosi cambi d’ umore alla lunga potrebbero irritare – del personaggio Me-sook, vuoi per il finale fin troppo accomodante – la moglie buona e brava che perdona tutte le malefatte – questo film divide di netto i giudizi.

O lo si trova geniale, o lo si trova una cagata. La seconda che hai detto [cit].

  • 16.30: Fiction. – Mouly Surya- Indonesia 2008

Alisha, giovane rampolla borghese annoiata, fugge dalla sua gabbia dorata per seguire Bari, un aspirante scrittore che per mantenersi svolge i lavoretti più umili. Si trasferisce nell’ appartamento accanto al suo e piano piano entra a far parte sempre di più della sua vita. Una serie di eventi funesti però cambierà il rapporto tra loro: Bari scoprirà che le sue storie pulp, ambientate nel complesso condominiale in cui vive e aventi come protagonisti gli inquilini stessi, alla fine si avverano anche nella realtà. Poco alla volta scoprirà il ruolo di Alisha in tutta questa vicenda e farà di tutto per non farle leggere l’ ultima storia.

Le premesse c’ erano tutte: indonesia + suspance = successo sicuro. Questo film è l’ eccezione che conferma la regola: i primi 40 minuti sono assolutamente inutili, poi la storia si fa pure interessante, salvo solo diventare in certi punti quasi scontata. Un aspetto intrigante potrebbe essere la lettura in chiave psicologica del trauma subìto da piccola – la madre che si suicida davanti a sè – che si protrarrà pure nell’ adolescenza: vivendo in una realtà non-reale (la gabbia dorata nella quale è rinchiusa dal padre) Alisha cerca di crearsi una propria realtà ma, non conoscendone un’ altra, plasma la sua esperienza sulla base del proprio vissuto. Sarà per questo che, per riuscire a piacere a Bari, farà diventare reale l’ irreale, ossia farà accadere nella realtà le fantasie dello scrittore.
E’ questo bilico perenne tra finzione e realtà l’ aspetto più positivo del film, aspetto che, se curato meglio, avrebbe potuto far gridare al miracolo cinematografico.

  • 20.00: The Equation of Love and Death – Cao Baoping – Cina 2008

locandina2Li Mi, giovane tassista, è alla disperata ricerca del suo ragazzo Fang Wen sparito da ormai 4 anni ma che continua a spedirle lettere.
A ogni cliente Li Mi mostra le foto del suo ragazzo nella speranza che qualcuno lo riconosca.
Fra i clienti c’è pure una maldestra coppia di corrieri di droga che, perso l’ appuntamento col loro contatto causa suicidio di quest’ ultimo gettandosi da un cavalcavia dell’ autostrada, prendono in ostaggio Li Mi cercando di rapinarla.
Nel frattempo Ma Bing e la sua ragazza hanno uno strano incidente: mentre guidavano un tizio è piovuto dal cielo sulla loro macchina, il tizio che i due malviventi cercavano di incontrare. Convocati in commissariato tutti e due – Li Mi per il rapimento, Ma Bing per l’ incidente – parte il colpo di scena: Ma Bing è identico a Fang Wen. Da quel momento inizierà per Li Mi la ricerca della verità.

Film fresco, veloce, dalla sceneggiatura in continua evoluzione.
Ogni personaggio ha mille sfaccettature e anche dei malviventi sarà più volte sottolineato il lato umano. Ma la parte del leone la fa Li Mi, vero collante della storia: personaggio all’ apparenza unidimensionale, in realtà sarà sempre il tassello mancante per risolvere ogni situazione.
Ogni azione e situazione del film partirà da lei e si concluderà inevitabilmente con lei.

  • 22.00: The Good, the Bad, the Weird – Kim Ji-woon – Corea del Sud 2008

Nella Manciuria degli anni ’30, durante un assalto ad un treno un bandito (Tae-gu) ruba una mappa ad un ufficiale giapponese. Sulla mappa aveva messo gli occhi pure uno spietato mercenario (Chang-yi) assoldato proprio per ritrovare il documento perduto. A sua volta sulle loro tracce si reca un cacciatore di taglie (Do-won) deciso a non restare fuori dai giochi.
Le vicissutudini per andare alla ricerca della mappa porterà i tre al fatidico scontro finale.

Notevole omaggio a Sergio Leone – del quale ricorre il ventennale della morte – per questo eastern dal ritmo forsennato e dalle gag comiche irresistibili. Non solo omaggio al re dello spaghetti western: la scena della rapina al treno, infatti, trae ispirazione da The Freat Train Robbery di Edwin Porter del 1903. La sceneggiatura, forse, non è esattamente il punto forte del film ma, dato l’ intento di divertissement, il prodotto risulta molto piacevole. Da segnalare il casco da palombaro utilizzato da Tae-gu durante una mostruosa sparatoria.

  • 00.30: Lalapipo – A Lot Of People – Miyano Masayuki – Giappone 2009

Il nerd dal pene di pelouche che non ha una vita sessuale; un supereroe alieno che col suo superfallo combatte il dilagante malcostume; una ragazza in carne che realizza homemade porno; un manager che assolda attrici porno adescandole per strada; una timidissima commessa che si scopre regina del porno e sua madre, ninfomane che vive in una casa satura di immondizia, che girerà un film porno proprio con la figlia. Le vite di queste sei persone saranno per forza di cose accomunate anche se loro ancora non lo sanno.

“America oggi” di Robert Altman in salsa j-pop. Con i dovuti distinguo, sia chiaro. Temi sessuali portati all’ eccesso in questa commedia erotica carica di personaggi e situazioni bizzarre. La trama si dipana e diventa più chiara col proseguire del film: all’ inizio le vicissitudini dei vari personaggi sembrano slegate l’ una dall’ altra; man mano che si prosegue però si scoprirà il grado di relazione dei vari individui. Non solo: ciò che rende il film interessante sono i differenti punti di vista della stessa situazione, caso per caso, che serviranno a spiegare meglio il contorno delle vicende, fino al lungo piano sequenza finale che riunirà tutti i personaggi.

Fatta anche questa. Giornata tutto sommato interessante con una buona qualità media dei film visti. D’ altronde sono gli ultimi colpi di un FEFF che mai come quest’ anno mi ha visto così partecipe.

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