30 Aprile 2009

Fedriga sul primo maggio: “il lavoro non ha colore politico”

Massimiliano Fedriga, parlamentare della Lega di Trieste, ci manda questo suo.

Il primo maggio, quest’anno più che in passato, ci offre una serie di importanti spunti per riflettere sullo stato di salute del mondo del lavoro. Troppe infatti sono le difficoltà che sta affrontando il Paese e alla festa è pertanto opportuno preferire un più morigerato quanto utile momento di analisi: la classe politica, i suoi interlocutori sindacali e la società tutta devono mantenere alta la guardia nei confronti della grave crisi che sta attanagliando l’Italia e agire sinergicamente per contrastarla in modo efficace, accantonando dunque quelle logiche di parte e quelle battaglie ideologiche che oggi più che mai rappresentano il principale alleato della fase di recessione economica.

Il monito lanciato dal Santo Padre durante la sua visita in Abruzzo sull’importanza del superamento delle divergenze in favore di una immediata ricostruzione che passi attraverso il comune impegno di istituzioni e imprese può, senza tema di smentita, essere applicato a tutto il panorama politico italiano. “Uniti e ben coordinati”: è proprio da questo accorato appello del Pontefice che si deve trarre nuova linfa per costruire un futuro su basi solide che restituisca quella fiducia necessaria da un lato ai cittadini per poter affrontare la loro vita con la dovuta serenità e dell’altro all’economia per potersi risollevare lasciandosi alle spalle in maniera definitiva le tribolazioni del presente.

Si pensi ad esempio a quella moltitudine di giovani che, a dispetto delle loro qualifiche, faticano a inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro. Il rallentamento della crescita occupazionale, frutto del calo dell’occupazione della componente italiana e dell’aumento di quella straniera, ci deve inoltre spingere a riconsiderare di comune accordo le priorità del Paese e a rivedere senza pregiudizio alcuno le politiche di integrazione in favore di manovre efficaci volte al contrasto dell’immigrazione incontrollata. Le difficoltà di alcune specifiche categorie, ad esempio quella dei soci-lavoratori delle cooperative, vanno analizzate e comprese per poter conseguentemente implementare politiche meritocratiche fondate sulla bontà del servizio erogato e non su clientelismi o sul gioco al ribasso degli Enti pubblici nell’assegnazione degli appalti, sulla scorta dell’esperienza fornita da Paesi all’avanguardia nel settore quali la Germania. In sintesi, una moltitudine di cittadini ha bisogno di emanciparsi da antiquate logiche gestionali della cosa pubblica e di sentirsi rappresentati e tutelati a ogni livello, sia esso politico o sindacale, per poter quindi ambire a costruire un futuro su basi concrete.

Questo primo maggio rappresenti dunque per tutti noi un momento di svolta, con la definitiva presa di coscienza che il lavoro non ha colore politico e che la tutela dei lavoratori deve essere una causa comune che non può e non deve passare attraverso setacci che scremano i non allineati e i meno influenti. Ed è proprio a questi ultimi, assieme al popolo abruzzese, che va il mio pensiero nella certezza che alle parole faranno seguito fatti concreti e che non abbiano a cadere, smessi gli abiti da festa e riposte le fanfare, in un penoso quanto colpevole oblio.

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2 commenti a Fedriga sul primo maggio: “il lavoro non ha colore politico”

  1. Radimiro Dragovic ha detto:

    Condivido pienamente quello che ha scritto il deputato Massimiliano Fedriga.

  2. Dieffe ha detto:

    sottoscrivo

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