27 Marzo 2009

La Scala (che sarà di) Granbassi imbrattata da qualche graffitaro. Lippi: «E’ il frutto malato e velenoso… dei cattivi maestri… ». Boh

Il Comune di Trieste ha da poco diffuso una serie di foto (qua sotto) che segnalano come qualche tipo abbia realizzato due scritte a spray sui muri adiacenti l’attuale Scala Revere, futura Scala Granbassi. Le scritte dicono: “No al revisionismo fascista” e “Granbassi stupratore delle menti dei giovani”.
Il Comune ha anche diffuso nella stessa mail la nota del ViceSindaco Lippi (An-Pdl) che, forsi esagerando un pocheto, parla di democrazia mancata e azione ispirata da cattivi maestri. Il testo integrale del comunicato di Lippi è qua pubblicato, sotto le foto.

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IMBRATTATA LA ZONA PROSPICIENTE A SCALA REVERE. IL VICESINDACO PARIS LIPPI ESPRIME SDEGNO PER IL GRAVE ATTO D’INCIVILTA’ E MANCANZA DI RISPETTO E DEMOCRAZIA

“Ecco i tristi e preoccupanti risultati di chi alimenta odio, intolleranza e divisione, non rispettando le libertà altrui e continuando a negare il giusto diritto di dedicare un angolo della città alla memoria del giornalista Mario Granbassi, noto anche come “Mastro Remo””.

E’ questo il primo commento del vicesindaco e assessore alla Toponomastica Paris Lippi ricevuta la notizia del vergognoso e vandalico atto d’intollerante teppismo che ha portato all’imbrattamento, con vili frasi ingiuriose, della zona prospiciente scala Revere, luogo scelto per ricordare con una targa la memoria del giornalista triestino.

“Ciò che è accaduto –afferma il vicesindaco- è il frutto malato e velenoso di un atteggiamento irresponsabile da parte di chi ha voluto alimentare e aizzare una polemica strumentale e forzata contro Mario Granbassi. Le scritte vigliacche e ingiuriose sono il termometro di un clima grave, di un’irresponsabilità che sale per opera di cattivi maestri che non aiutano certamente a crescere ma alimentano la divisione, la contrapposizione, esasperando volutamente a fini politici una situazione che rischia di portarci indietro nel tempo, in un anacronistico passato”.

“Chi ha alzato i toni in questo modo –dice Lippi- è il responsabile morale di questo stato di cose, perché un conto è manifestare e far sentire il proprio pensiero, mentre ben diverso è voler sopraffare, utilizzando scritte oltraggiose e infamanti che ledono le regole del diritto e del vivere civile e democratico della nostra città”. “Spiace constatare poi –aggiunge Lippi- come il Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia, seppure non all’unanimità, abbia trovato il tempo di intervenire e fomentare polemiche su aspetti non di sua stretta competenza, mentre sarebbe stato più opportuno dedicarsi a temi più prettamente accademici e che riguardano la non facile situazione universitaria.”.

“Questo esasperare i toni non porta da nessuna parte. Non possiamo pensare alla democrazia come a un diritto a senso unico, dobbiamo essere rispettosi delle regole e delle scelte di tutti, senza far prevalere lo scontro ideologico sulle ragioni del vivere civile. Altrimenti cosa dovremo fare o dire di quelle scuole e quelle steli che, ovunque nella nostra provincia, sono dedicate e inneggiano alla memoria dei partigiani di Tito? Anche se costa fatica, essere democratici e fautori delle libertà –conclude il vicesindaco Paris Lippi- significa saper guardare avanti, ponendo la massima attenzione alle sensibilità di tutti, senza sopraffazioni di sorta, perché l’odio per chi la pensa diversamente da noi non deve più esistere”.

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2 commenti a La Scala (che sarà di) Granbassi imbrattata da qualche graffitaro. Lippi: «E’ il frutto malato e velenoso… dei cattivi maestri… ». Boh

  1. Claudio Venza ha detto:

    Penso sia interessante conoscere la risposta del gruppo spontaneo Cittadini Liberi e Eguali.
    Ciao,
    Claudio Venza

    Comunicato stampa in risposta a comunicato Lippi del 27.3.09

    Il vicesindaco ha deciso di dare molto rilievo a un paio di scritte di protesta contro la futura via Granbassi. In un comunicato stampa egli lamenta un “grave atto di inciviltà e mancanza di rispetto e democrazia”. Non prende in considerazione l’ipotesi che “inciviltà e mancanza di rispetto e democrazia” sia il fatto di togliere un pezzo della via a Giuseppe Revere, scrittore e mazziniano militante, per assegnarla a un propagandista e combattente per il fascismo e il franchismo.
    E’ stata la Giunta comunale, non si sa esattamente per quale motivo sostenibile, a cercare la contrapposizione alla Trieste democratica e antifascista (crediamo la maggioranza della popolazione) imponendo di onorare di nuovo, come nel 1939, un presunto eroe fascista.
    La “divisione, contrapposizione, esasperazione” è la conseguenza dell’infelice delibera che rende gli onori a un esponente di punta del fascismo, locale nazionale internazionale, che ha messo al servizio della dittatura la penna, la voce e le armi. E’ tutto qui l”anacronistico passato”.
    Contro l’esaltazione evidente del fascismo voluta dai vertici del Comune si sono espressi intellettuali come Claudio Magris, Margherita Hack, Boris Pahor, Angelo D’Orsi, Moni Ovadia e altri. Il Consiglio di Facoltà di Lettere ha denunciato l’arroganza di sindaco e vicesindaco che hanno dichiarato “non ce ne può fregar di meno” del parere della Deputazione di Storia Patria di cui fanno parte illustri storici. Centinaia di cittadini hanno dato vita a numerose manifestazioni di dissenso dimostrando che parte notevole dei triestini rifiuta tale decisione giuntale.
    La dirigenza del Comune ha ignorato tali civili proteste dimostrando, essa, di non “essere rispettosi delle regole e delle scelte di tutti”. L’intitolazione di uno spazio urbano, cioè pubblico, dovrebbe trovare l’accordo della cittadinanza e non è questo il caso.
    Una scritta può essere cancellata anche dalla pioggia, una lapide è destinata a durare nel tempo.

    CLE

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