23 Marzo 2009

In Croazia aprono due nuovi asili in italiano: a Lussìn e Zara (e ne parla Stella sul Corriere)

Burocrazie e regole formali sono state superate per permettere nei prossimi mesi l’apertura di due sezioni di asili con lingua d’insegnamento italiana a Lussìn (Lošinj – Lussino) e a Zara (Zadar). Era dai tempi dell’avvento del Fascismo che il sostegno de facto al plurilinguismo era stato vietato o inibito presso asili e scuole di questi due centri dell’Adriatico.

Racconta a Bora.La la Presidente della Comunità degli Italiani di Lussìn, Anna Maria Chalvien – Sagani?: «Nel pianoterra della Villa Perla ci sarà una sezione del già esistente asilo croato, però questa sezione sarà in lingua italiana. Per norma e legge i bambini dovranno avere 10 ore settimanali di lingua croata. Villa Perla è in fase di intavolazione a nome dell’Unione Italiana di Fiume. Quando questi documenti saranno pronti, si potranno richiedere tutti i permessi edilizi necessari per la ristrutturazione».
La Voce del Popolo spiega inoltre che l’Unione Italiana si assumerà l’onere di realizzare gli interventi di ristrutturazione della sede del futuro asilo, che opererà a Villa Perla mentre la municipalità di Lussinpiccolo coprirà le spese di funzionamento della sezione italiana. L’asilo opererà inizialmente nell’ambito di quello croato, mentre in futuro si prenderà in considerazione la possibilità di farlo diventare autonomo.

A proposito del nuovo asilo zaratino, scrive invece Stella su Corriere.it:

Ormai è fatta: ancora pochi mesi e in autunno, dopo interminabili trattative, nella città di San Simòn e Sant’Anastasia sta per aprire un asilo per bambini di lingua italiana. Una notizia piccola piccola. Eppure storica. L’anima veneziana di quella dolce contrada serenissima, infatti, pareva ormai irrimediabilmente perduta. […]
Era un piccolo mondo legato a Venezia da un amore che si può capire solo rileggendo lo straziante addio alla patria pronunciato nel 1797, ammainando la bandiera, da Giuseppe Viscovisch, Capitano di Perasto, l’ultimo baluardo della Serenissima a cedere alle truppe napoleoniche: «Par 377 ani le nostre sostanse, el nostro sangue, le nostre vite, le xe senpre stae par Ti, San Marco; e felicisimi sempre se gavemo reputà, Ti co nu, nu co Ti; e sempre co Ti sul mar». Un piccolo mondo sopravvissuto quasi intatto ai francesi e agli austriaci e spazzato via nell’inverno 1943-44 da 54 pesantissimi bombardamenti aerei anglo-americani che distrussero oltre l’85% degli edifici. Un bombardamento feroce e insensato, rispetto allo scarso valore militare o strategico della cittadina. Dovuto per alcuni all’insipienza, per altri a notizie false passate apposta agli alleati dai titini perché fosse spazzata via per sempre quell’isola venezianissima dalla Dalmazia destinata ad essere slavizzata.

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3 commenti a In Croazia aprono due nuovi asili in italiano: a Lussìn e Zara (e ne parla Stella sul Corriere)

  1. Luigi ha detto:

    Il nome originario di Villa Perla è “Villa Tarabocchia”. La villa fu costruita nel 1903 da Eustachio Tarabocchia, dell’omonima famiglia di armatori lussignani, ed è in riva al mare (dalle foto non si vede).

    La villa fu tragicamente legata alle vicende della cittadina, perché dopo esser stata requisita ai proprietari (“nemici del popolo”, esodarono tutti in Italia), divenne sede della Milizia e dell’OZNA, la polizia segreta creata nel 1944.

    Di “proprietà sociale” durante il periodo della Federativa, all’inizio degli anni ’90 la villa venne venduta dal comune di Lussinpiccolo ad una cittadina croata residente in Svizzera, la quale a sua volta la cedette nel 2004 all’UPT. Uno dei “casini” che si dovette affrontare e che rallentò l’apertura dell’asilo italiano fu la questione della proprietà dell’immobile, visto che il governo italiano aveva deciso di non intavolarla – come di solito si faceva – all’Unione Italiana, ma al Consolato Generale d’Italia di Fiume. In pratica, mentre le sedi delle CI che sono state acquistate con i soldi italiani (come Villa Perla, il cui costo è stato di 750.000 Euro) di solito venivano donate all’associazione che rappresenta gli Italiani della Slovenia e della Croazia, in questo caso doveva diventare di proprietà della Repubblica Italiana. A questo punto il competente ministero croato si è messo di traverso: noi non accettiamo che un asilo da noi riconosciuto si trovi all’interno di un edificio di proprietà di uno stato straniero. Il tutto è da inquadrare in un periodo in cui fra il console di Fiume e l’UI le acque sono state parecchio agitate, con quest’ultimo che aveva accusato i “rimasti” di essere una sorta di quinta colonna sloveno/croata.

    La soluzione è stata trovata solamente a febbraio di quest’anno, quando l’Italia ha finalmente ceduto la proprietà dell’immobile all’Unione Italiana.

    Di conseguenza, tutto il processo di apertura dell’asilo ha subito finalmente un’accelerazione decisiva.

    Luigi

  2. carlo II ha detto:

    ed a zara ?
    Che speranze ci sono ??

  3. Bibliotopa ha detto:

    Oggi sul Corriere: l’asilo italiano di Zara non apre: mancano iscrizioni, perchè per iscriversi occorre che i genitori dimostrino di essere di nazionalità italiana. Coloro che non lo sono non possono iscrivere i propri figli. E con questa limitazione non è stato raggiunto il numero sufficiente di iscrizioni.

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