5 Marzo 2009

Entro il 2009 «bidoni della differenziata in ogni piazzola delle immondizie»

Entro il 2009 ogni vecchio cassonetto delle ‘scovazze’ in città verrà accompagnato, piazzola per piazzola, ai bidoni del riciclaggio e senza maggiori costi per i cittadini di Trieste. Ciò avverrà salvo alcune eccezioni, ove terreni scoscesi o strade troppo strette lo impediscano. A raccontarlo è Paolo Rovis, Assessore ai rapporti con le società controllate e partecipate del Comune di Trieste che spiega come «tutti i punti di raccolta dei rifiuti verranno ripensati e in alcuni casi ricollocati» (link al blog di Rovis). A breve inoltre il Comune farà partire la raccolta porta a porta degli imballaggi, presso i negozianti.

Nel 2008, fa sapere Rovis, il totale dei rifiuti riciclati a Trieste è stato del 20,25% sul totale delle ‘scovazze’ prodotte. Anche con questa cifra (+ 2% rispetto al 2007), il Comune di Trieste può essere considerato come fanalino di coda tra i Comuni del Friuli Venezia Giulia e tra i meno efficienti nel nord Italia. Una legge nazionale del 2006, infatti, avrebbe voluto che per ogni Ambito territoriale ottimale (Ato, degli Enti che la Regione Fvg non si è ancora preoccupata di creare) si raggiungesse il 45% di rifiuti riciclati, obbiettivo che sarà del 65% nel 2012.

Tornando a Trieste, entro quest’anno sarà revisionata la disposizione di tutte le piazzole presso cui i cittadini lasciano le loro immondizie. Come linee generali, il Comune vuole che in ogni piazzola ci siano i cassonetti per tutti i tipi di differenziata (rifiuti normali indifferenziati, carta, vetro). Probabilmente, per razionalizzare spazi e cassonetti, ci sarà qualche piazzola in meno o qualche altra, in via eccezionale, che non avrà i bidoni della differenziata.

Spiega Rovis: «L’aumento dei rifiuti riciclati non comporterà nuovi costi con Acegas o a carico dei contribuenti. L’acquisto di nuove campane per i rifiuti da riciclare verrà compensato da nuove entrate. Per esempio, ci arriveranno dei nuovi redditi dai consorzi (come Conai e Comieco) che pagano per acquistare i rifiuti differenziati. Ci saranno inoltre minori costi di smaltimento nel termovalorizzatore. E la raccolta costerà di meno perché ci sarà la diminuzione del numero di piazzole che contengono i cassonetti dei rifiuti».
Nel contempo il Comune sta predisponendo alcune modifiche al Regolamento di igiene urbana che prevederà l’obbligo di produrre la raccola differenziata per tutti i cittadini.

Rovis non è d’accordo sulle «pagelle» d’inefficienza che in questo campo verrebbero affibbiate al Comune. «Intanto, con il porta a porta per gli imballaggi, con la riorganizzazione delle piazzole di raccolta e con l’aumento dei bidoni per la differenziata, aumenteremo la nostra cifra di differenziata per almeno il 6 o 7%».

«Ma, soprattutto», afferma Rovis, «dobbiamo guardare alla fine che fanno i rifiuti. Il nostro 80% di rifiuti non riciclati viene oggi mandato all’inceneritore e, così, fornisce il 13% dell’energia elettrica usata a Trieste. Mi chiedo chi sia il più bravo rispetto a noi se tanti rifiuti, nei casi di altri Comuni, finiscano nelle discariche. Discariche che da noi non esistono».

Rovis, rispetto alla possibilità di far partire il riclaggio dell’umido («ci farebbe aumentare la percentuale di differenziata di un 20%», ammette), nega categoricamente che ci sia in cantiere questa possibilità. «La raccolta dell’umido comporterebbe maggiori costi, senza che vi siano compensativi sufficienti. Mandare l’umido a impianti di compostaggio è costoso. Ricordo inoltre che il compost là prodotto di solito va a finire in discarica. Noi non ne abbiamo bisogno perché abbiamo l’inceneritore».

Rovis infine si sofferma sulle presunte irregolarità che il Comune di Trieste commetterebbe nelle sue basse percentuali di differenziata. «Ricordo che noi in questo momento non infrangiamo la legge sui tetti minimi di differenziata, perchè dovrebbero essere gli Ato a risponderne, di quei limiti». Gli Ato (Ambiti territoriali ottimali) nel resto d’Italia sono stati strutturati su base provinciale o regionale sulla base di legislazioni regionali. In Friuli Venezia Giulia, l’Assessore regionale Lenna ha fatto notare come per creare gli Ato ovvero per rivedere il rapporto tra enti locali, aziende gestrici e pratiche di raccolta dei rifiuti non ci siano le “condizioni di mercato”. In altre parole, per sbrogliare la matassa rifiuti, Lenna aspetta che le multiutility si comprino a vicenda o che i Comuni capoluoghi di Provincia trovino clamorosi e improbabili accordi tra di loro.

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27 commenti a Entro il 2009 «bidoni della differenziata in ogni piazzola delle immondizie»

  1. Paolo ha detto:

    Mezze verità … diamo un’occhiata al bilancio Acegas-Aps del 2007.

    Risorse utilizzate per il termovalorizzatore di Trieste
    Acqua m cubi 674.930
    Carbone attivo tonn 166
    Energia elettrica GWh 16,4
    Gas metano m cubi 1.810.213
    Gasolio litri 1.266.800

    Rifiuti prodotti dal Termovalorizzatore di Trieste
    Scorie CER 19 01 12 tonn 33.840
    Polveri CER 19 01 05 tonn 5.015
    Fanghi CER 19 08 13 tonn 331
    Residui di manutenzione tonn 5.917
    Residui di manutenzione pericolosi tonn 474

    Il termovalorizzatore ha prodotto nel 2007 un volume di energia elettrica pari a circa 84,97 GWh di cui 83,26 GWh relativi alla convenzione CIP6 e 1,71 GWh ceduti al mercati.

  2. Paolo ha detto:

    Aggiungo che fatta 100 la quantità di rifiuti che entrano nell’inceneritore, circa 30 sono i rifiuti che escono dell’inceneritore e rimangono da smaltire

  3. arlon ha detto:

    per no contar le scovaze particellari nel aria.

    Poco cossa dir: a Trieste la raccolta diferenziada no solo no la xe agevolada: la xe – in tanti quartieri – ostacolada.
    Prima che se se sveia (almeno per la difusion dei scovazoni, ma dopo magari per altre robe come una politica dei vuoti e del umido), meio xe.

  4. enrico maria milic ha detto:

    paolo,

    non mi sono del tutto chiare le cifre per come le riporti. nel senso:
    come vanno a contestare le “mezze verità” della mia intervista?

    credo che una spiegazione migliore non interessi solo a me, ma a tutti quelli che ci leggono…

    ciao

  5. Paolo ha detto:

    Mi riferisco a questo inciso … «Ma, soprattutto», afferma Rovis, «dobbiamo guardare alla fine che fanno i rifiuti. Il nostro 80% di rifiuti non riciclati viene oggi mandato all’inceneritore e, così, fornisce il 13% dell’energia elettrica usata a Trieste. Mi chiedo chi sia il più bravo rispetto a noi se tanti rifiuti, nei casi di altri Comuni, finiscano nelle discariche. Discariche che da noi non esistono».

    I dati credo siano veritieri, non ho elementi per contestarli, aspettiamo di vedere il bilancio 2008. Dire che l’inceneritore fornisce il 13% dell’energia elettrica consumata a Trieste è fuorviante se non si dice anche che “il termovalorizzatore ha prodotto nel 2007 un volume di energia elettrica pari a circa 84,97 GWh di cui 83,26 GWh relativi alla convenzione CIP6 e 1,71 GWh ceduti al mercati” … e che questa produzione ha richiesto “Energia elettrica GWh 16,4 – Gas metano m cubi 1.810.213 – Gasolio litri 1.266.800.

    Altra cosa: “le discariche da noi non esistono” vero, ma va detto che l’inceneritore produce a sua volte scorie, ovvero circa il 30% della materia che entra nell’inceneritore

  6. enrico maria milic ha detto:

    paolo,
    grazie, molto interessante.

    ora mi piacerebbe sapere dove finiscono le scorie dell’inceneritore.

    in una discarica, suppongo?

  7. bulow ha detto:

    premesso che l’ opzione “rifiuti-zero”, di cui ogni tanto parla grillo, non e’ da considerarsi nel novero delle cose possibili, perche’ violerebbe una mezza dozzina di leggi fisiche, premesso questo, direi che l’ intervista a rovis dimostra il grande ritardo culturale della classe politica italiana su questi temi. la raccolta degli umidi e’ fondamentale per un ciclo dei rifiuti appena decente. infatti gli umidi, per essere bruciati nell’ inceneritore, proprio in quanto umidi, richiedono un consumo di energia molto maggiore dei secchi. inoltre gli umidi possono essere trasformati in terriccio o fertilizzanti. se uno ha un giardino, puo’ smaltire da solo i rifiuti vegetali come fanno i contadini. bastano due metri di rete, quattro pali di legno, e il gioco e’ fatto. si costruisce un piccolo recinto quadrato di un metro per un metro e ci si buttano dentro tutti gli avanzi di frutta e verdura. il risultato e’ sorprendente.
    gli scarti di origine animale sono piu’ problematici, perche’ puzzano e attirano bestie. tuttavia esistono delle compostiere da giardino che funzionano benissimo. chi vive in citta’ ovviamente non puo’ fare queste cose e dovrebbe potersi affidare al servizio pubblico. e’ un dato di fatto che gli umidi costituiscono circa un terzo dei rifiuti domestici e che bruciarli e’ una cosa demenziale.
    altra questione: gira voce, in citta’, che la plastica della raccolta differenziata non venga riciclata, ma venga bruciata a parte, perche’ particolarmente adatta alla produzione di energia (e di diossina, aggiungo io). se cio’ fosse vero, sarebbe una cosa piuttosto grave.
    per concludere: i nostri politici sono ancora legati a un’ idea di sviluppo in cui i costi ambientali e sociali della produzione industriale non vengon messi a bilancio. in america obama sta “approfittando” della crisi per imporre un cambiamento nel sistema di sviluppo, in direzione di una maggiore sostenibilita’ ambientale. in italia il governo sta approfittando della crisi per eliminare anche i pochi progressi che a fatica si erano fatti negli ultimi anni.

  8. bulow ha detto:

    quattro metri di rete.

  9. Paolo Rovis ha detto:

    Un paio di risposte al volo.

    Le scorie prodotte dal termovalorizzatore (ceneri) costituiscono circa il 20% del peso ed appena il 10% del volume del rifiuto in ingresso. Queste vengono inviate in appositi siti attrezzati in Germania. Forse a fine mese vado a visitare uno di questi, poi magari ve lo descrivo meglio. Ancora, stiamo valutando la costruzione di un impianto lavaggio scorie a valle del termovalorizzatore, così da poter riciclare le ceneri nel campo dell’edilizia.
    Dopodiché, se il termovalorizzatore non va bene, consuma, produce scorie ecc. ecc. possiamo farne a meno e smantellarlo, sostituendolo con un’amena discarica. Attendo indicazioni da Paolo in merito a quale rione di Trieste intende farla ospitare 🙂

    Bulow dice che se uno ha un giardino può trattare l’umido autonomamente. Vero, non è mica vietato, chi ha detto il contrario..?
    Per chi abita in condominio, invece, ci dovrebbe pensare il Comune. Già, ma siccome siamo arretrati culturalmente, lo bruciamo demenzialmente.
    Invece l’umido potrebbe venir raccolto porta a porta, con giri separati (aumentano di circa un terzo i relativi costi, quisquilie), caricato su camion (che notoriamente cosumano acqua piovana per autotrazione) che fanno la spola tra noi e il Veneto per venir conferito – a pagamento – in impianti di compostaggio dove, con un po’ di pazienza, diventa preziosissimo terriccio da usare nell’agricoltura – che qui a Trieste è notoriamente un settore trainante dell’economia – oppure, come accade, per ricoprire discariche. Un vero affare.
    Il “gira voce” è una fonte autorevolissima, mi dichiaro sconfitto.

    Questo è quanto siamo in grado di fare noi arretrati. La speranza è che Obama, tra un discorso alla Nazione e l’altro, ci possa illuminare trattando lo spinosissimo tema dei rifiuti triestini.

    Ora, ironia a parte, una riflessione “seria”: trovo singolare come a Trieste si riescano a rendere problematiche le cose che funzionano bene. Non abbiamo mai avuto nè avremo problemi con lo smaltimento dei rifiuti, a differenza di Udine, Gorizia, Pordenone, non serve citare Napoli. Abbiamo un impianto moderno che funziona egregiamente e che altre città ci invidiano. Non consumiano territorio con discariche, non spediamo inquinanti colonne di camion pieni di rifiuti chissà dove. Eppure non siamo contenti, siamo arretrati, non va bene. Per Arlon “prima che se se sveia, meio xe”…. mah! Peccato che noi eravamo già svegli ed arzilli quando a dormire erano – ed in molti casi sono – gli altri.

    Buona fine settimana, alla prossima!

    Paolo Rovis

  10. bulow ha detto:

    va bene, siete i migliori, chiuso.
    faremo venire qua i tedeschi a imparare
    come si gestiscono i rifiuti.

    vedo con piacere che non sono solo i politici
    di centrosinistra quelli che liquidano con fastidio
    le questioni poste dai cittadini.

    dedico a tutta la casta questa poesia di Brecht:

    Dopo la rivolta del 17 giugno
    il segretario dell’ Unione degli scrittori
    fece distribuire nella Stalinalee dei volantini
    sui quali si poteva leggere che il popolo
    si era giocata la fiducia del governo
    e la poteva riconquistare soltanto
    raddoppiando il lavoro. Non sarebbe
    piu’ semplice, allora, che il governo
    sciogliesse il popolo e
    ne eleggesse un altro?

  11. bulow ha detto:

    la verita’ e’ che il comune di trieste e’ inadempiente. tutto il resto sono solo chiacchiere inutili.

  12. enrico maria milic ha detto:

    non sono un tecnico ma…

    – a essere inadempiente verso la legge non è il Comune ma la Regione. E’ la Regione che deve capire come raggiungere gli obbiettivi di Legge e lo fa istituendo i famosi Ato che, tra le altre cose, potrebbero anche non avere una superficie di giurisdizioen provinciale ma regionale. La Regione inoltre dovrebbe provvedere a trovare eventuali strumenti sanzionatori o di stimolo economico al raggiungimento degli obbiettivi e ad oggi, nelle parole di Lenna, gli unici stimoli sono la sensibilizzazione della popolazione tramite campagne di informazione. Ovviamente non mi sfugge che Giunta Regionale e Comune di Trieste sono dello stesso colore politico: ma se vogliamo individuare il responsabile finale è, appunto, la Regione.

    – Rovis si preoccupa di essere un buon amministratore dal punto di vista dei conti economici. Sui conti economici non vedo qua nè conosco altrove posizioni per cui Rovis possa essere criticabile. Ma credo che sull’utilizzo dell’inceneritore si potrebbero e dovrebbero porre le questioni dell’impatto sociale (p.e. sui nostri polmoni) e ambientale (per esempio e come conferma Rovis, ad oggi, le scorie dell’inceneritore finiscono in Germania e non si sa dove, magari in delle discariche…).

    – Credo, poi, che il Comune potrebbe anche lavorare a azioni di sensibilizzazione e azioni pratiche per far diminuire i rifiuti prodotti in città: diminuendo i rifiuti ddll’amministrazione comunale stessa, dei commercianti, dei cittadini…

  13. bulow ha detto:

    ok enrico, hai ragione sul fatto che la responsabilita’ effettiva sia della regione. resta il fatto che a gorizia, pordenone e udine la raccolta degli umidi si fa gia’ da anni. evidentemente a trieste ci sono delle ragioni (che mi sfuggono) per cui manca la volonta’ politica di andare in quella direzione.
    che ne diresti di un accordo tra trieste e capodistria per gestire insieme il ciclo dei rifiuti?

  14. bulow ha detto:

    se non ricordo male, in campagna elettorale illy aveva parlato della possibilita’ di sperimentare in regione una nuova tecnologia: gli impianti di dissociazione molecolare, che potrebbero sostituire gradualmente gli inceneritori. qui c’e’ una spiegazione (non molto chiara, a dire il vero):

    http://it.wikipedia.org/wiki/Dissociatore_molecolare

    sarebbe interessante sentire il parere di qualche ingegnere dotato di sensibilita’ ambientale (esistono anche quelli).

  15. enrico maria milic ha detto:

    anche l’attuale assessorato regionale all’ambiente, con la provincia di gorizia e l’interesse di altri comuni (come muggia, non trieste) stanno valutando la tecnologia dei dissociatori e sta acquisendo informazioni… va detto che, secondo alcuni funzionari pubblici nostrani, la tecnologia è solo sperimentale. le aziende produttrici di tale tecnologia sostengono il contrario. secondo altri, solitamente di posizioni ambientaliste, i dissociatori molecolari non sono altro che degli inceneritori un po’ più ‘eco-friendly’.

    credo che la raccolta di rifiuti transfrontaliera potrebbe essere interessante visto che il territorio del comune e della provincia di trieste sono microscopici ma, che mi risulti, per spostare rifiuti da una parte all’altra dal confine in maniera stabile ci vuole una legge del parlamento – quindi con la velocità e l’interesse del parlamento romano verso i nostri luoghi possiamo scordarcelo…

    (non sono sicuro che la raccolta dell’umido si faccia da anni in tutti i comuni capoluoghi di provincia)

  16. Paolo Rovis ha detto:

    Visto che il dibattito si “estende”, approfitto dell’ospitalità per un ulteriore contributo.

    Una corretta gestione integrata del ciclo rifiuti non può che avvenire su scala almeno regionale. Non è pensabile che ogni comune – e nemmeno ogni provincia – provveda per conto proprio come se fosse cinto da invalicabili mura medievali. Ne consegue che gli impianti, siano questi termovalorizzatori, discariche, di compostaggio, devono venire razionalmente distribuiti su un territorio ampio e servirlo in modo complementare ma unitario. Oggi avviene in parte – Gorizia ad esempio ci manda 30.000 tonn/anno di indifferenziato – quindi l’assessore Lenna sta correttamente lavorando sul nuovo Piano Regionale, con la finalità sopra espressa.

    Sulla mancata attivazione degli ATO rifiuti non vorrei fare polemiche partitiche. Ricordo però che non l’ha fatto la precedente Giunta regionale in 5 anni e che gli stessi sono stati in qualche modo bloccati dal 2006 dall’indimenticabile ministro Pecoraro Scanio, lo stesso che pensava di ripulire Napoli “iniziando a fare la differenziata”, bloccando contestualmente il termovalorizzatore di Acerra.

    Per quanto all’impatto ambientale, il nostro termovalorizzatore rispetta i limiti di legge per le emissioni, rimanendo in alcuni casi 10 volte sotto il consentito che è, a sua volta e sempre per alcune sostanze, 10 volte meno quanto concesso, ad esempio, alla Ferriera di Servola. Ovvio che l’ideale sarebbe emissioni zero, ma lo sarebbe anche per le automobili e le caldaie…

    Dissociatori. Mi risulta si tratti di impianti di piccole dimensioni, in grado di servire comunità di 10-15.000 abitanti. Altri impianti sono ancora sperimentali e nessuna Pubblica Amministrazione può permettersi di spendere soldi dei cittadini in qualcosa di cui non si è più che certi che funzioni e che soddisfi pienamente lo scopo.

    Concordo pienanente, infine, sull’auspicio di Enrico di diminuire la produzione di rifiuti. Negli anni ’60 ne producevamo 50 kg. a testa, oggi siamo arrivati a 500. Ma politiche in questo senso non possono certo venir portate avanti su scala comunale. E nemmeno regionale o nazionale. Dovrebbero venir emanate direttive ben precise dall’Unione Europea in merito agli imballaggi, ai contenitori, alla produzione industriale.
    Aiutano in questo senso i distributori di detersivi, con conseguente riutilizzo del recipiente. Sto lavorando per le concessioni sul territorio comunale a distributori di latte crudo: altro risparmio di tetrapack.
    Ma si tratta di piccoli contributi “alla causa”, non della rivoluzione.

  17. bulow ha detto:

    @ enrico (non sono sicuro che la raccolta dell’umido si faccia da anni in tutti i comuni capoluoghi di provincia):

    a gorizia si fa dal 2004, a pordenone si fa sicuramente, ma non so quando hanno cominciato. quanto a udine, onestamente non lo posso dire con sicurezza, ma credo di si’. ho degli amici triestini che lavorano in cooperative triestine che fanno la raccolta degli umidi in giro per il friuli…

  18. arlon ha detto:

    @ Paolo Rovis: Capisco ovviamente che il comune non sia l´unico referente per la politica sui rifiuti, ma non come sia possibile che in tutto il nord Europa si risparmi tantissimo raccogliendo l´umido (anche nella provincia di Milano è la prassi), mentre da noi sembra un qualcosa di accessorio, un vezzo da agricoltori.
    Il comune non sará l´unico referente, ma in Italia sembra essere l´unico ente in grado di migliorare il servizio.
    Il fatto che bruciare l´umido sia una soluzione demenziale è, oggi, risaputo.
    Per non parlare poi dei vuoti, un sistema che fa risparmiare tantissimo al cittadino (riportandoli indietro vengono dati soldi, quindi lo fanno tutti!), con costi pressoché nulli per la comunità. Su questo va detto però che il comune può ben poco..

  19. Emanuele ha detto:

    @Rovis: l’inceneritore dovrebbe venir usato per la parte residuale alla differenziata. Nessuno vuole chiuderlo.

    @Rovis: la UE chiede che ogni ATO sia in grado di smaltire i propri rifiuti: se i politici hanno voluto mantenere la provincia di TS come ATO, e hanno voluto “concedere” ceneri & rifiuti vari a discariche fuori ATO, hanno agito in maniera sconsiderata.

    @Rovis: il comune sul riciclo non deve fare politica, ma informazione ed educazione. Spetta ai cittadini rimboccarsi le maniche.

    ***
    Il dissociatore molecolare è un inceneritore di nuova generazione, le cui polveri sono talmente sottili da non essere individuate nei controlli di legge. La soluzione non è nel rendere invisibile, ma nell’amministrare con saggezza quello che si ha. 😉

  20. bulow ha detto:

    @ rovis

    il problema non e’ se gli inceneritori debbano esserci o meno. probabilmente nel medio periodo non potremo farne a meno.
    il problema e’ cosa ci si brucia dentro. i rifiuti contengono moltissime materie prime (metalli, idrocarburi, materia biologica, etc.) e bruciarli in modo indifferenziato e’ il modo piu’ grezzo e meno intelligente di trattarli.
    lei ironizza sul terriccio prodotto a partire dagli umidi, e fa male. il terriccio e’ una materia preziosa. negli ultimi decenni, a causa delle monoculture e dell’ uso di diserbanti e fertilizzanti chimici, la terra della pianura si e’ notevolmente impoverita (lo chieda ai contadini).
    fa anche male a ironizzare sui “si dice”, perche’ se tra i cittadini si diffonde un certo scetticismo, la percentuale di differenziata scendera’ ancora. se circolano voci false, dovrebbero essere prontamente smentite.

  21. bulow ha detto:

    ecco un incubo che speriamo di non dover mai vivere a trieste:

    http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/cronaca/rifiuti/rifiuti/rifiuti.html

  22. Anonimo Multiforme ha detto:

    Vi segnalo un articolo a proposito della crisi ecomnomica glocale, che sono certo vi farà pensare, dal New York Times. Vi traduco un pezzo, sarà un po’ ideologico ma meglio non dimenticare il contesto economico e ambientale in cui viviamo…, no?

    “Non abbiamo creato un benessere reale, e stiamo distruggendo un clima vivibile… Il benessere reale è qualcosa che puoi passare agli altri, perché ne abbiano beneficio e diletto anche loro”

  23. Emanuele ha detto:

    @ Rovis & Bulow:

    ripensavo al compost… non sarebbe ecologico e forse anche economico creare uno spazio per il compost e rivenderlo al dettaglio in zona? Si risparmia spazio sui camion per l’indifferenziata… si risparmia sul viaggio fino a Gorizia/Venezia… si risparmia sul ritorno…

    Dico anche dove. Al posto di uno dei capannoni industriali che crescono di centinaia di migliaia di metri quadri l’anno in zona Noghere, con concessioni al limite della legalità. Uno qualsiasi.

  24. bulow ha detto:

    certo che sarebbe una buona idea. ma per ragioni che hanno l’ aria di essere tutte politiche, a trieste si preferisce bruciare tutto nell’ inceneritore. credo che l’ inceneritore, per non andare in passivo, debba bruciare almeno un tot di scovazze al giorno. se gli umidi vanno al compostaggio, trieste dovrebbe “importare” rifiuto secco residuo dal friuli (che per altro ha problemi di discariche al limite della capienza). sarebbe tutto troppo razionale. non so che dire, non capisco. in tutto questo, il nostro grande timoniere ber-lus-kong ci esorta a consumare di piu’ per superare la crisi. questo paese e’ una gabbia di matti.

  25. anto.wind ha detto:

    Io ho un bidone per il compostaggio in giardino.. il Comune dovrebbe ridurmi la Tarsu dato che i rifiuti che getto nei cassonetti hanno avuto una riduzione del 50%..
    @Si pensa di fare qualcosa in questo senso?? @Cechiamo di sensibilizzare i cittadini alle tematiche ambientali ?
    @E.. soprattutto incentiviamo, con bonus e sconti sulla tarsu, le buona pratiche dei privati?

  26. sergio ha detto:

    chi comanda l’inceneritore è l’Acegas, la quale deve fare utile, anche con l’immondizie di altre zone al di fuori della provincia di Trieste, io faccio un raccolta differenziata totale anche il biglietto del Bus va nella carta, al bottino porto solamente l’umido, ma la mia paura è che plastica e carta vanno a finire nell’inceneritore per fare elettricità, è una vergogna che Trieste abbia percentuali di raccolta al 21% caro assessore lei con la presidente della Provincia dovrebbe incentivarla, cosa serve che l’Acegas mandi volantini nelle case con le spiegazioni come effettuare la raccolta differenziata se la gente non ha un incentivo, e deve cercare i cassonetti che in varie zone trovi carta e plastica da una parte, carta dall’altra e rifiuti anche saluti sergio zerial

  27. milost ha detto:

    Non leggo mai un concetto, che a me pare importante. I rifiuti sono una “risorsa seconda”: non qualcosa da far sparire, in qualche modo, ma qualcosa da utilizzare, trasformare, riutilizzare…la raccolta differenziata è un modo per riconoscere ai rifuti il valore di risorsa seconda, e se volete per sentirsi meno idioti nel gettare quanto poco prima abbiamo pagato comperandolo e ora paghiamo nuovamente perchè ce lo levino di torno!
    Quanto all’incenerimento dell’umido ricordo che tempo fa ( ma magari ora le cose sono cambiate) mi era stato spiegato che una frazione umida è necessaria in certo tipo di forni, che alimentati solo a secco residuo raggiungono temperature troppo alte, tali da bloccare il funzionamento del forno stesso. Qualcuno sa se a Trieste è in uso questo tipo di forno?

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