17 Febbraio 2009

Un anno dopo. Chi si ricorda del Kosovo?

Il Kosovo celebra oggi il primo anniversario della dichiarazione unilaterale di indipendenza e, come è ovvio, mentre lì la giornata è molto importante e si festeggia o si manifesta con sentimenti opposti, nell’opinione pubblica mondiale la data quasi sfugge. Certo, la crisi economica globale “copre” qualsiasi altra questione e, di fronte a questa e ai problemi legati alla lotta al terrorismo, sullo scacchiere geopolitico del pianeta il Kosovo ha decisamente perso il suo ruolo da protagonista che aveva assunto e mantenuto a lungo un anno fa.
usa-kosovo-thank-youUna veloce lettura dei giornali italiani ci dà in maniera evidente dimostrazione di ciò. Pochi danno risalto all’anniversario, molti riportano solo le agenzie (solo su Avvenire ho trovato un articolato intervento sulla situazione attuale) e in generale viene pubblicato “il lancio” della dichiarazione di Obama, che in poche righe dice che “Gli Stati Uniti continueranno a sostenere un Kosovo “multietnico, indipendente e democratico”.
Anche su Bora.la la notizia è stata calda per un buon periodo nei mesi successivi all’indipendenza e il dibattito che ne è emerso credo sia stato uno dei più vivi e appassionati dello scorso anno.
A guardare bene le notizie di oggi e la situazione attuale del paese viene da chiedersi chi si ricorda del Kosovo. La situazione apparentemente sembra congelata e, sebbene ci siano stati importanti cambiamenti nella gestione del territorio anche da parte delle forze internazionali, non sembra essere mutata di fatto la divisione del paese.
Il Kosovo indipendente finisce ancora a Mitrovica sud. Di fatto la missione Eulex non è riuscita ancora a prendere il controllo della parte nord. E anche oggi, mentre a Pristina si svolge una seduta solenne del Parlamento kosovaro, la Serbia, che presenta un governo decisamente filoeuropeo, non ha fatto mancare la sua voce di contrarietà: i deputati serbi infatti hanno organizzato una riunione straordinaria nella parte nord, a Zvecan (come riportato anche da Ansa Balcani), dove hanno adottato una dichiarazione che conferma lo status del Kosovo istituzionalmente come parte della Serbia (vedi la notizia di B92).
kosovo-mitrovica-furgone-festeggiamentiIl primo ministro kosovaro Tachi presenta un paese ormai normalizzato, eppure, mentre afferma che il Kosovo come stato indipendente sia un dato di fatto che anche i Serbi hanno compreso, la Serbia ha presentato un’istanza alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia per valutare la validità della dichiarazione di indipendenza e tale richiesta è stata considerata ammissibile (e quindi l’indagine in tal senso è in corso).

Si sottolinea molto il fatto che il Kosovo si sente pienamente parte della comunità internazionale ed europea ma, seppure con minor vigore di un anno fa, fino ad ora la Russia è riuscita a bloccare qualsiasi tentativo di far votare una nuova risoluzione all’ONU. La situazione ad un anno dall’indipendenza è che è tuttora valida la risoluzione 1244, il nuovo paese è stato finora riconosciuto solo da 54 dei 192 paesi delle Nazioni Unite e ancora 5 dei 27 membri dell’Unione Europea sono contrari (sebbene con il paradosso che partecipano a pieno titolo alla missione europea).

Sul campo si registra senza dubbio una situazione ormai consolidata, pacifica, e senza grandi tensioni. Anche questo fatto fa sì che si consideri il processo ormai consolidato e quindi senza più ostacoli insormontabili. In fondo sono stati smentiti quelli che credevano che l’indipendenza avrebbe portato un ritorno del conflitto e delle violenze nel paese. Anche alcuni amici cooperanti nelle zone delle enclave serbe in mezzo al Paese mi raccontano di una situazione sulla via della pacifica convivenza.
Poche settimane fa è nata anche la nuova polizia locale, la KSF (Kosovo Security Force), con l’auspicio che possa essere la nuova forza di sicurezza nazionale, sebbene non sia prevedibile fino a quando durerà il controllo quasi totale del territorio da parte della forza internazionale (Eulex e forze NATO). La KSF presenta anche una percentuale di serbi (intorno al 6%) e si spera che questa possa crescere, anche se la Serbia si è subito affrettata a dichiarare la nuova polizia come “an illegal paramilitary group”.
manifestazione-mitrovica-cartello-kosovo-je-serbiaLa mia impressione – ma è un’impressione di chi al momento legge, si informa e osserva da lontano – è che proprio il fatto che la situazione sia consolidata rappresenta un problema per trovare davvero un’alternativa alla divisione del paese. Sembra quasi che la Serbia abbia puntato a preservare la parte nord – come già emergeva da alcune analisi relative ai fatti successivi alla dichiarazione di indipendenza – lasciando più debole la rivendicazione sulle enclave serbe sparse per il Kosovo. Nella parte nord del Kosovo la situazione è esattamente uguale a un anno fa. Non hanno quasi fatto notizia le bombe dei primi giorni di gennaio a Mitrovica, ma ci sono state e non sono stati segnali meno significativi di quelle, per fortuna senza grandi conseguenze, del febbraio 2008.
A questo punto se le posizioni restano rigide, o congelate, bisogna chiedersi come si arriverà ad una soluzione. La stragrande maggioranza del Kosovo vive normalmente la sua vita da stato indipendente (con grandi problemi economici e di disoccupazione, che però ora sembrano quasi simili a molte altre parti del mondo), ma il nord è ancora un buco nero per la comunità internazionale, come lo ha definito la BBC attraverso le parole di Pieter Feith (EU special representative in Kosovo). Consolidata o meno, la situazione quindi è ancora molto fragile.

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9 commenti a Un anno dopo. Chi si ricorda del Kosovo?

  1. rafrad6164 ha detto:

    La Serbia non deve mollare assolutamente. Il fiume Ibar e’ una linea invalicabile. Assolutamente non bisogna riconoscere uno pseudostato nato dalla violenza ed illegalita’. L’importante che gli esuli serbi trovino nella Drenica (la parte nord del Kosovo) un focolaio sicuro. La comunita’ internazionale all’inizio degli anni 90 ha dichiarato: i confini tra le varie repubbliche ex jugoslave sono intangibili. Quello che vale per la Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonias, Montenegro deve essere applicato anche alla Serbia. Per il momento bisogna salvare il salvabile e dopo pensare anche al resto del Kosovo, che non deve essere considerato uno stato sovrano, ma semplicemente come una regione della Serbia, eventualmente con uno statuto speciale. Comunque di fatto il Kosovo e’ diviso e lo diventera’ effettivamente, se non verra’ trovata una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. Per quanto riguarda Obama, egli continua sulla linea dei suoi predecessori ed non rappresenta nulla di innovativo.

  2. Lina ha detto:

    grande matteo !
    ma non è poi cosi’ tranquillo
    in kosovo le auto espongono la scritta “fuck serbia”
    i bambini vengono costretti a sfilare nelle strade con l’illusione di trovarsi in un nuovo stato..
    che realtà gli aspetta quando inizieranno l’età della ragione?
    85 % del pil interno è pura criminalità
    che stato sta nascendo ?
    quello del narcotraffico come nel sud-america, una porta per l’europa per i peggiori traffici dall’oriente e soldi, tanti soldi, dalla criminalità e dall’europa pure !!!
    consiglio il video “kosovo 9 anni dopo di riccardo iacona” oppure “kosovo me fat” frammenti di uno stato nascente”
    chiariscono le idee ofuscate dai nostri media

  3. sanja.verona ha detto:

    Io sono molto confusa, perché non so sulla quale scia costruire la mia oppinione. Da una parte, penso che la perdita del Kosovo sia la responsabiltà dei noi Serbi che non abbiamo notato la perfidia albanese. Eravamo troppo buoni con loro. Hanno cominciato a popolare Kosovo negli anni venti, come clandestini. In nostro re gli ha accolto, gli ha dato la cittàdinanza e con nostra ospitalità col tempo abbiamo esagerato. Doppo seconda guerra mondiale al potere verrà partiti comunista con le idee sociali come questa:
    chiunque ha di più, da a quello che ha di meno. La Vojvodina è un regione autonomo che era il più ricco in tutta la Jugoslavia di Titto(avendo come concorrente la Slovenia nella sua ricchezza). I lavoratori di Vojvodina lavoravano un giorno al mese gratis, ciò è, non prendendo il salario per questo giorno, perché i soldi andavano agli poveri albanesi di Kosovo (che non lavoravano, perchè facevano 10-20 bambini…pensando che la contraccezione è una rock band), socialmente ed economicamente arretrati. Non dovevano pagare il bolletto x la luce. Tutto era gratis! E per ogni bambino prendevano un aiuto economico, perché lottano contro il crollo nel natalità nella Jugoslavia socialista. Ed adesso,i clandestini cresciuti dal latte vojvodino, ciciotelli e con le case costruite dagli altri, hanno morso la mano che gli ha nutrito!

  4. endrit ha detto:

    sanja perchè parli a vanvera?Ma dove hai vissuto?Da quando in qua il Kosovo e dei serbi?Sono i serbi che hanno invaso il kosovo mentre i kosovari erano li da secoli e kosovari intendo i kosovari albanesi quelli sono i kosovari perchè kosovari serbi nn esistono!!!
    quindi SANJA fatti delle ricerche e vai a vedere la vera storia del kosovo … [QUA SONO STATI CENSURATI DEGLI INSULTI DALLA REDAZIONE] vi siete dimenticati che hanno massacrato migliaia di kosovari durante la guerra???

  5. sanja.verona ha detto:

    Sulla demografia del Kosovo c’è il registro che si conserva in Istanbul per l’anno 1455. Per gli altri censimenti , l’uffico della statistica di Kosovo e Metochia esiste e si può usare sulla richiesta (mi raccomando, fatelo).

    L’anno Alb. Serbi Altri
    1455 1 % 98 % 1 % (fonte:censimento turco-arch.Istambul)
    1871 32 % 64 % 4 %
    1899 48 % 44 % 8 %
    1921 66 % 26 % 8 %
    1931 69 % ?? % ? %
    1939 60 % 34 % 5 %
    1948 68 % 27 % 5 %
    1953 65 % 27 % 6 %
    1961 67 % 27 % 6 %
    1971 74 % 21 % 5 %
    1981 77 % 15 % 8 %
    1991 82 % 11 % 7 %
    2000 88 % 7 % 5 % (fonte:Banca mondiale)
    2007 92 % 5 % 3 % (fonte:OSCE:2005)

    Il Kosovo come parte della Serbia è riconosciuta da 150 paesi del mondo.
    Il Kosovo indipendente è conoscito da 54 paesi.
    La risoluzione 12.44 proposta e firmata da tutte le parti opposte(inclusi voi Sciptari)determina il Kosovo parte della Serbia.
    Endrit, stai voltando il tema attualmente con quello che non è il tema di questo post. Il tema è che il Kosovo non è democratico, perchè in Pristina non ci sono più i 40 000 Serbi che erano prima del 1999, e mezzo milione profughi Serbi…
    http://video.google.com/videoplay?docid=-109274410088959938&q=kosovo

    http://video.google.com/videoplay?docid=2635252351166213913&q=kosovo

    Sulla lingua serba, ma comunque le foto tremende : http://video.google.com/videoplay?docid=5848612215896036637&q=Kosovo+Serbs

    http://video.google.com/videoplay?docid=-1292294696313337149&q=Avoidable+war

    [ UNA PARTE DI QUESTO MESSAGGIO E’ STATA CANCELLATA PERCHE’ CONTENEVA INSULTI DI STAMPO RAZZISTA]

    Per adesso è suficiente. Poi scriveremo sull’ UCK e campi adestramento!

  6. sanja.verona ha detto:

    Io non sono un razzista, il fatto che la Voivodina multietnica (e mi piace così)lavorava un giorno al mese per dare questi soldi ai Albanesi di kosovo, non è razzismo, è il fatto. Il fatto è sempre che la Serbia ancor ‘oggi paga il debito esterno degli Albanesi. Il fatto è che Albanesi vogliono l’indipendenza ma usano il passaporto serbo.

  7. lina ha detto:

    il kosovo è serbia
    lo potete rubare, distruggere, riempire di mafia e uranio, ma rimane sempre serbia !
    viva lazar e tutti i serbii
    qualcosa in contrario ?
    dite pure
    piu’ vi incavolate piu’ mi diverto !

  8. serbo cornuto ha detto:

    tutti noi serbi siamo cornuti,
    io per primo,

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