8 Novembre 2008

Il patto di coalizione del governo Pahor

La politica slovena sembra essersi messa in moto. Mentre il parlamento ha formalmente confermato l’incarico a Borut Pahor di formare il nuovo governo con un robusto 59 a 24 e nominato Aurelio Juri a sostituirlo al Parlamento europeo i partiti della coalizione di governo hanno reso pubblici i contenuti dell’accordo di coalizione – giunto alla terza stesura che, dicono, sarà quella buona – siglato giovedì. 67 pagine di buoni propositi (PDF da primorska.info) da cui pesco qua e là le parti di interesse transfrontaliero.

Nella parte che riguarda la politica energetica troviamo così a pagina 13 che “l’elettricità dalla centrale nucleare di Krško è un importante fonte di fornitura stabile di energia elettrica in Slovenia e ci impegneremo a farla rimanere tale. Per questo motivo investiremo nell’allungamento della vita utile della centrale e risolveremo prioritariamente l’immagazzinamento delle scorie nucleari. Prenderemo in esame la necessità di accelerare la costruzione del secondo blocco della centrale. Prima della decisione finale sulla costruzione verificheremo la volontà dei cittadini e delle cittadine tramite referendum.”

Anche le politiche ambientali trovano il loro giusto spazio, in cui i partner della coalizione si impegnano a pagina 22 a “fare da tramite verso Italia e Croazia dell’iniziativa di proclamare l’Adriatico settentrionale Area particolarmente sensibile (PSSA). Nel pianificare la costruzione di terminali GPL ed altre strutture impegnative nella zona dell’Adriatico settentrionale è necessario prendere in considerazione gli effetti transfrontalieri sull’ambiente e la direttiva Seveso. Tali strutture vanno poste ad opportuna distanza da coste densamente popolate e non in baie chiuse.”

Un capitolo tutto per le minoranze, invece, a pagina 46: Attenzione per la situazione delle minoranze autoctone italiana ed ungherese e dei loro appartenenti in uno spirito di convivenza interculturale.
“Ci impegniamo acchè i diritti garantiti alle minoranze italiana ed ungherese dalla costituzione e dalle leggi settoriali vengano coerentemente rispettati e coerentemente messi in pratica. Qualora i parlamentari delle due comunità ritengano che per una più appropriata tutela e realizzazione di questi diritti la Slovenia abbisogni di una legge quadro o altre soluzioni o modifiche legislative sistemiche il governo concorrerà alla loro stesura e coordinamento e su loro proposta ne appoggerà l’iter parlamentare.
Ci impegniamo a procedere nella stesura delle proposte di bilancio a partire dal livello di finanziamento gia garantito ed a collaborare attivamente con i parlamentari delle comunità nazionali italiana ed ungherese acchè compatibilmente colle disponibilità siano presi in considerazione anche le loro attese riguardo la certezza dei mezzi finanziari per l’attività e lo sviluppo delle due comunità e delle loro istituzioni.
Se i parlamentari delle comunità nazionali riterranno trattarsi di questioni importanti relative agli interessi delle comunità rappresentate il primo ministro s’impegna a contribuire a soluzioni concrete in diretta collaborazione con loro, se necessario con l’inclusione di ministeri o altri organi competenti.
Per la realizzazione di quanto sopra ci impegniamo a stilare entro sei mesi dall’elezione del governo della Repubblica di Slovenia assieme ai parlamentari delle nazionalità un elenco dettagliato delle questioni da risolvere nel campo della creazione ed esecuzione di politiche dirette alle comunità nazionali in un quadro di convivenza interculturale e di stilare a tale scopo un apposito scadenzario”.

Tag: .

29 commenti a Il patto di coalizione del governo Pahor

  1. spritzcola ha detto:

    Dopo passi in avanti la Slovenia ha deciso di tornare un pò indietro (a parte le pompose parole, l’ex partito comunista si vuole presentare in maniera più moderna più “democratica”)). La compagine goverativa sarà zeppa di comunisti mai pentiti (che sicuramente piaceranno ai nostalgici).
    Qui un vecchio dirigente “jugoslavo” che è diventato vicepresidente del parlamento

    http://www.youtube.com/watch?v=2_0CmfwCYWA&feature=related

  2. Arlon ha detto:

    Miran Potr? xe uguale al Scoccimarro dei bei tempi 😀

  3. asem ha detto:

    Il colmo per l’UE sarebbe che come ministro dell’istruzione sarebbe proposto uno come Luksic.

  4. borut ha detto:

    Ragazzi, ma dove vivete? Siete come Berluska ossessionati dai komunisti? Li vedete dovunque!!!

    Io che comunista non sono mai stato vi posso tranquillamente dire che in Slovenia chi ha nostalgia dei comunisti, non sono i politici, non sono quelli che stanno bene, ma i poveri pensionati, gli emarginati, quelli che prima avevano garantito l’essenziale, ora invece nemmeno l’essenziale si possono permettere…

  5. asem ha detto:

    borut,
    Pahor era un fervente comunista o no?
    Golobic era un fervente comunista o no?
    Potrc era un fervente comunista o no?
    E così via.

    Deciditi allora se ci sono o no?
    Se si stava così bene durante il comunismo allora che ritorni, mi sembra coerente, non cercare invece dimostrare che i comunisti non ci sono ma che in realtà tutti gli vogliono, e che sotto il comunismo si stava da dio ora invece non più (sapendo di mentire).
    Sei un simpattizante, ma non puoi negare l’evidenza.

  6. asem ha detto:

    borut, “ora invece nemmeno l’essenziale si possono permettere…”, non esagerare, nessuno sta morendo di fame e c’e adirittura una forte immigrazione da paesi veramente poveri (poi se tu prometti il paradiso in terra, è ovvio che la realtà non può essere paragonata, però mai come in questi anni in Slovenia si è comprato tanto, costruito tanto ecc – lo so questo non basta per rendere felici).
    Il vero problema è la diseguaglianza- soprattutto accettare la diseguaglianza (che sotto il comunismo non c’era, tutti poveri tutto bene). Quelo però che non capisco , è come mai, sono proprio le vecchie nomenclature comuniste a essere le più ricche (forum 21) e allo stesso tempo l’ex partito comunista a condannare ciò?
    Questo mi è difficile da capire, come non si noti la non congruità?

    Se sai il serbo-croata:
    http://www.youtube.com/watch?v=m1_CM2LkatQ

  7. borut ha detto:

    Asem

    Caro amico, non so dove tu viva, ma ho l’impressione sulla Luna.

    Il mondo e’ pieno di gente che prima si confessava una cosa e ora qualche cosa di diverso. Se sei italiano, hai qui tutti gli ex PCI, tutti gli ex MSI, che ora sono democratici!!! Gli ex comunisti sloveni non sono nostalgici, perche’ ora stanno meglio di prima e sono pragmatici abbastanza per sapere che strade di ritotno al passato non ci sono.

    Io non sono mai stato e non sono ora simpatizzante comunista. Capisco pero’ gli emarginati che prima stavano meglio. Loro hanno un solo paragone: come stavano prima e come stanno adesso. Non gli interessa nulla il fatto della dittatura, della liberta’ ecc. ecc. Queste cose loro interessano ben poco. Primum edere deinde philosophari! (Se sai il latino…). Cosi’ e’ in tutti i paesi ex-socialisti.

    Io non li approvo, ma e’ chiaro che sono in molti a sentire cosi’. E’ un dato di fatto.

  8. asem ha detto:

    Caro Borut,
    il problema è che io mi baso sui dati , tu sull’interpretazione.

    Il fatto è che come tu ben sai, i così detti ” poveri pensionati, gli emarginati, quelli che prima avevano garantito l’essenziale” non esistono come gli presenti tu. I pensionati hanno votato il partito Desusu (che era al governo con Jansa e ha predo più del 7%) e non i post-comunisti, mentre i veri poveri o non sono andati a votare oppure hanno votato altri partiti ma sicuramente non gli ex-comunisti (questa tua interpretazione si poggia su menzogne infatti).
    Dati alla mano:
    Come mai gli ex-comunisti (più radicali di Bertinotti ma mnon vicini a Veltroni che sia chiaro, dal quale sono anni luce lontano anche se cerchereanno il loro appoggio per fare bella figura e presentarsi più decentemente, e come al solito il PD ci cascerà appieno, collaborando con il partito più radicale di sinistra in Slovenia), tornando al discorso, come mai gli ex -comunisti hanno vinto soprattutto in due regione che sono le più ricche, dove la disocupazione è minima, dove il reddito è maggiore?
    La piccola differenza (I democratici di Jansa avevano 29% nel 2004 e 29% hanno ottenuto nel 2008, i i SD avevano qulacosa otre il 1o% nel 2004 ed 30% nel 2008) l’hanno fatta soprattutto nella ricca Ljubljana e nel litorale (nel litorale si sa anche perchè, per ovvie ragini storiche).
    La realtà e che i comunisti sono riusciti attraverso modi “poco democratici” a far diventare quest’ultime lezione delle elezioni “IDEOLOGICHE” (usando strumenti che arrivano da lontano, camuffati da moderni e democratici, polarizzando e radicalizando il voto).
    Pertanto come ho detto per le elezioni in Austria (dove guarda caso anche la un estrema – la destra per ovvie ragioni storiche, è riuscita a passare dal 10% al quasi 30%) la radicalizzazione del voto in Slovenia deve essere letta in maniera diversa, mentre il tuo discorso e legato al fatto che si “vuole far sembrare, far passare” all’estero come un fatto “normale questo ritorno al passato” e la presa del potere in maniera così brusca del partito SD (che non ha mai fatto i conti con il proprio passato di regime) – ed io non volglio dare una mia interpretazione che sia chiaro , mostro i dati statistici oppure gli lego storicamente).
    Poi tu sei libero di pensarla diversamente, comunque difendere la SD slovena , e come “difendere” la mafia in quanto è la naturale risposta alle esigenze di un dato territorio. Sono d’accordo, per non difendo la mafia non posso difendere l’SD slovena. Mi dispiace (è un fatto più culturale che politico).
    Stammi bene.

  9. asem ha detto:

    Caro Borut,
    il problema è che io mi baso sui dati , tu sull’interpretazione.

    Il fatto è che come tu ben sai, i così detti ” poveri pensionati, gli emarginati, quelli che prima avevano garantito l’essenziale” non esistono come gli presenti tu. I pensionati hanno votato il partito Desusu (che era al governo con Jansa e ha preso più del 7%) e non i post-comunisti, mentre i veri poveri o non sono andati a votare oppure hanno votato altri partiti ma sicuramente non gli ex-comunisti (questa tua interpretazione si poggia su menzogne infatti).
    Dati alla mano:
    Come mai gli ex-comunisti (più radicali di Bertinotti e lontani da Veltroni che sia chiaro, dal quale sono anni luce lontano anche se cerchereanno il loro appoggio per fare bella figura e presentarsi più decentemente, e come al solito il PD ci cascerà appieno, collaborando con il partito più radicale di sinistra in Slovenia), tornando al discorso, come mai gli ex -comunisti hanno vinto soprattutto in due regione che sono le più ricche, dove la disocupazione è più bassa, dove il reddito è maggiore, dove vivono i maggiori beneficiari della “privatiozzazione”?
    La piccola differenza (i democratici di Jansa avevano 29% nel 2004 e 29% hanno ottenuto nel 2008, l’SD aveva qulacosa oltre il 1O% nel 2004 ed 30% nel 2008) l’hanno fatta soprattutto nella ricca Ljubljana e nel litorale (nel litorale si sa anche per ovvie ragioni storiche).
    La realtà e che i comunisti sono riusciti attraverso modi “poco democratici” a far diventare quest’ultime lezione delle elezioni “IDEOLOGICHE” (usando strumenti che arrivano da lontano, camuffati da moderni e democratici, polarizzando e radicalizando il voto).
    Pertanto come ho detto per le elezioni in Austria (dove guarda caso anche la un estrema – la destra per ovvie ragioni storiche, è riuscita a passare dal 10% al quasi 30%) la radicalizzazione del voto in Slovenia deve essere letta in maniera diversa, mentre il tuo discorso e legato al fatto che si “vuole far sembrare, far passare” all’estero come un fatto “normale questo ritorno al passato” e la presa del potere in maniera così brusca del partito SD (che non ha mai fatto i conti con il proprio passato di regime) – ed io non volglio dare una mia interpretazione che sia chiaro , mostro i dati statistici oppure gli lego storicamente).
    Poi tu sei libero di pensarla diversamente, comunque difendere la SD slovena , e come “difendere” la mafia in quanto è la naturale risposta alle esigenze di un dato territorio. Sono d’accordo, per non difendo la mafia non posso difendere l’SD slovena. Mi dispiace (è un fatto più culturale che politico).
    Stammi bene.

  10. Dejan Kozina ha detto:

    Dal testo del patto di coalizione (pagina 8, punto 1.3): “Noi partner della coalizione ci impegniamo ad un ritiro trasparente e graduale dello stato dalle aziende rimaste di proprietà statale…”

    Dall’intervista a Borut Pahor nel numero 37 di Mladina, uscito il 5 settembre 2008: “Se vogliamo garantire un equilibrio a lungo termine gli stipendi devono crescere di circa l’uno per cento meno della crescita della produttività. Qual’è dunque il compito del prossimo governo? Oltre a restare molto sensibile al dialogo sociale dovrà creare condizioni tali che anche in un ciclo economico negativo siano garantite la crescita della produttività e la crescita della concorrenzialità.”

    Mi sembra che il ‘comunista’ sia ben poco ortodosso in materia di economia… o forse è la definizione di comunismo che si allarga un pochino.

    Sempre il Delo, comunque, stila oggi la lista dei probabili ministri (l’ufficializzazione in parlamento sarebbe prevista per giovedì sera). Copio i nomi: Borut Pahor presidente, Mitja Gaspari allo sviluppo ed affari europei, Franci Križani? alle finanze, Matej Lahovnik all’economia, Patrick Vla?i? ai trasporti, Gregor Golobi? all’istruzione superiore, scienza e tecnologia, Borut Miklav?i? alla sanità, Aleš Zalar alla giustizia, Igor Lukši? all’istruzione, Karl Erjavec all’ambiente, Katarina Kresal agli interni, Irma Pavlini?-Krebs alla funzione pubblica, Ljubica Jeluši? alla difesa, Majda Širca alla cultura. Ancora nel limbo le poltrone al lavoro, famiglia e affari sociali, alle autonomie locali, all’agricoltura ed agli esteri.

    P.S.: Janša era un fervente comunista o no?

  11. borut ha detto:

    Asem

    Ti ripeto che comunista non sono mai stato, ne’ un loro simpatizzante, quindi non li difendo.

    Come ti ha scritto Dejan qui sopra, Janša fu un fervente comunista, espuslo dal partito, chiese umilmente di essere riammesso e poi, dopo il diniego, divenne fervete anticomunista. Rupel fu comunista, Jambrek (l’anima del Forum za republiko)fu comunista… Quello che ti sto cercando di dire e’ che gli ex ferventi comunisti ci sono in tutti i partiti e attaccare SD per il suo passato e’ ridicolo. In quel partito ci sono gli ex comunisti, come ci sono gli ex non-comunisti. E ci sono i giovani che il comunismo non l’hanno vissuto! (Comunque in SD non ci sono io, per tranquillizzarti). D
    Dal momento che, mi sembra, tu parli lo sloveno, vai tra la gente, tra quelli che io definisco gli emarginati, i vecchi, e fatti raccontare di che cosa hanno nostalgia. Poi vedrai chi veramente sono i nostalgici. E DeSUS e’ un partito di nostalgici, il 90% degli attivisti e’ ex-comunista, la loro politica e’ socialista. Se sono stati al governo con Janša, e’ per opportunismo.

  12. Dejan Kozina ha detto:

    Stefano Lusa su Osservatorio Balcani: “La prima volta dei socialdemocratici“. Non è il primo intervento dell’autore di “La dissoluzione del potere”, ma finora non me ne ero accorto…
    Prometto di stare più attento d’ora in poi.

  13. enrico maria milic ha detto:

    l’articolo di lusa è molto interessante, come questo post. grazie a dejan e anche agli altri, per tutti i contributi.

  14. asem ha detto:

    Cari amici,
    1. Dejan Kozina, come ti avevo già fatto notare citi soltanto giornali legati alla sinistra (anche se a dire il vero il 90% dei media privati sloveni è in mano a personaggi che sono legati alla sinistra e che ora anche il servizio pubblicosarà d nuovo monopolizzato da golobic&co. – Berlusconi in Italia neanche nei sogni più belli potrebbe concepire qualcosa del genere – va detto che la sinistra slovena è avvantaggiata in quanto erede di 45 anni di dittatura e totale monopolio del pensiero , della gestione dell’opinione pubblica, dell’istruzione a senso unico ecc. ecc. )
    Su Mladina ti avevo già risposto (il Manifesto sloveno), Delo (come la Pravda sovietica- chi sa se c’è ancora in Russia la Pravda’) e l’organo di stampa della sinistra intellettuale slovena (tipo l’Unità).
    Pertanto usare giornali di sinistra per presentare la situazione attuale mi sembra un po’ fuorviante.

    2. Sui comunisti in Slovenia.
    Sono d’accordo con entrambi , sia con Borut che con Dejan: oggi tutti in maggiori politici sono stati educati nel comunismo ed erano negli anni ’80 dai convinti sostenitori del comunismo. C’è chi si sta pentendo altri meno, i rappresentanti dell’SD ed il capo di ZARES (o veramente stalinisti come vengono chiamati in Slovenia) ne vanno ancora “fierissimi” e con rinnegano una virgola (neanche i massacri, la dittatura ecc) e sono “apertamente nostalgici” (hanno però una faccia “giovane” piacente come Borut Pahor).
    Però così non era qualche anno fa.
    La Slovenia da quest’autunno sarà rappresentata a tutti i livelli, dal presidente, all’opposizione al governo da personaggi che erano fortemente legati al comunismo.. Non capisco però questo rancore se non si è d’accordo con ciò e si fa notare che la “cultura” slovena prevalente non ha fatto una minima autocritica sul comunismo ma sta di nuovo “cavalcando” le vecchia dottrina comunista – chi non è con noi è un nazista o fascista – tant’è che il “comunista”Jansa è stato ed e ancora oggi dipinto dai media come “fascista” o addirittura collaboratore o domobrano, il che la dice lunga sull’estrema sinistra slovena), tornata al governo per la prima volta dal 1990). Ci sarebbero ancora molte cosa da dire, a me personalmente interessa vedere come verrà accettata una compagine così radicale a livello europeo, sono però sicuro che avrà ancora una volta l’appoggio di tutte le sinistre moderate europee senza nessun analisi critica soprattutto in Italia. La cosa più ridicola è che così si darà alito a dubbi sulla vera democraticità della compagine governativa e sulla sofferenza – per la prima volta dal 1990 – di posizioni “democratiche” – opposizione sarà sbeffeggiata e marginalizzata (per il lettore italiano sarà o è difficile capire come mai l’estrema destra ossia il partito di Jelinicic non ha appoggiato i moderati ma appoggerà l’SD e che su alcuni temi storico –politici le posizioni sono le stesse – quanti sanno che Jelincic è un grande ammiratore di Tito e che ha addirittura un suo busto nel cortile). La cosa più triste è che tornerà la censura politica il che non toccherà gli altri stati dell’Unione Europea, però è triste che ciò sarà “trascurato” (lo stato è così piccolo che il gioco non vale la candela).
    Sull’Osservatorio Balcani ci sarebbe anche parecchi da dire (era esplicitamente un organo usato dalla sinistra per smontare all’esterno il governo da Jansa tant’è che il commentatore predecessore di Lusa è stato fatto “eleggere” nel parlamento sloveno attuale – tanto sul vero scopo e la vera natura del sito Osservatorio Balcani.
    Ci sarebbe parecchio da dire, però un’altra volta.

  15. borut ha detto:

    Asem

    Definire SD estremista di sinistra… Mah, de gustibus disputandum non est. Pero’ lo stesso esageri, e tanto.

  16. asem ha detto:

    borut, notizia di oggi – in barba alle leggi, Delo ha comprato Vecer.

  17. asem ha detto:

    borut Nov 11th, 2008 a 07:34

    Asem

    Definire SD estremista di sinistra… Mah, de gustibus disputandum non est. Pero’ lo stesso esageri, e tanto.

    Secondo te la Slovenia non ha l’estrema sinistra? Perchè se c’è l’ha me la potresti indicare dov’è?

  18. Dejan Kozina ha detto:

    Cronaca spicciola: Borut Pahor ha presentato la lista dei candidati ministri al gran completo; cinque le donne, sette i futuri ministri senza tessera di partito su un totale di diciannove dicasteri. Ai nomi preannunciati ieri su queste frequenze si aggiungono Samuel Žbogar agli esteri, Ivan Svetlik a lavoro, famiglia e affari sociali, Milan Poga?nik all’agricoltura, Zlatka Ploštajner alle autonomie locali e sviluppo regionale e Boštjan Žekš agli Sloveni nel mondo. Immutato il termine previsto per il dibattito parlamentare.

  19. Dejan Kozina ha detto:

    Caro asem, hai ragione – ma ti sei praticamente risposto da solo facendo notare che nel campo editoriale quello offre il mercato. Poi io sono, lo ammetto, più fastidioso della media riguardo a come l’informazione viene posta sul web: visto che i media sloveni li visito per buoni ultimi ed a tarda notte ho poca tolleranza verso chi mi fa vedere i titoli per poi invitarmi a leggere l’edizione cartacea (Primorske Novice), chi pretende di intasarmi il browser con Flash e Javascript a non finire (Ve?er), chi pretende che mi registri per ogni secondo articolo (Dnevnik)… Delo e Mladina non saranno il New York Times e l’Economist, ma esattamente come quelli mi lasciano leggere i contenuti senza rompere le scatole.

    Devo però correggerti riguardo a quell’asserito novanta per cento – un bel numero tondo ad effetto, ma che non è supportato neppure dal rapporto “Assetto proprietario dei maggiori media sloveni” di fonte janšiana [PDF – 125 kB]. Il rapporto non è firmato né datato (me l’ha trovato Google – il nuovo miglior amico dell’uomo), ma il sito da cui proviene è quello del primo ministro e la struttura del link fa pensare sia stato pubblicato lo scorso novembre. Lettura interessante: citate quote azionarie, intrecci delle stesse, nomi e sedi di chi possiede questo o quello. Ovvio che la Pivovarna Laško del Šrot scopertosi socialdemocratico faccia la figura dell’elefante in cristalleria, ma la presenza di numerosi media di proprietà estera (svedesi, austriaci, italiani, perfino dalle Bermude) rende il panorama ben più variegato ed il 90% è ben lontano. Nota maliziosa: il rapporto fa chiaramente percepire la ‘posizione dominante’ del gruppo editoriale del Delo (ed è esplicito riguardo alla tessera in tasca al suo padrone), ma manco una parola su come gli sia venuto in mente al birraio Šrot di barattare un fiorente colosso della grande distribuzione con le rogne di un gruppo editoriale, ne come abbia fatto una segretaria al ministero dell’economia del governo Janša a diventarne presidente. Se lo saranno scordato, anche se i cattivi media ogni tanto rispolverano antiche baruffe…

    Nota maliziosa numero due (poi smetto): in questa panoramica che cita un totale di sette quotidiani, 43 settimanali, 57 bisettimanali e fritto misto per un totale di 915 testate cartacee, 36 emittenti televisive private e 62 radio “libere” (vi ricordate quando si chiamavano così?) sembra che invece l’altro elefante in cristalleria, altrimenti detta Chiesa cattolica, nel panorama mediatico non compaia proprio. Manco per sbaglio. Radijo Ognjiš?e e l’emittente porno della Curia di Maribor ce li saremo sognati?

    Giusto per attinenza coll’argomento mediatico segnalo pure il Rapporto sulla libertà dei media 2007 [PDF – 1.297 kB] di Freedom House, che se la prende piuttosto con la “government pressure and interference in the media” (l’0rdine è alfabetico, per cui cercate il capitolo Slovenia a pagina 170). Saranno nostalgici pure loro, come quelli dell’International Press Institute.

    P.S.: http://english.pravda.ru/. Non so di cosa campano, ma ci sono… anche se a prima vista non mi sembrano particolarmente duri ne puri.

  20. borut ha detto:

    Dejan

    Quello che citi e’ dall’intervento di Janša al Parlamento di LJ nel novembre 2007, quando accuso’ i media di congiura nei confronti del suo governo e di infangamento (=blatenje) all’estero dello stesso.

    asem

    La sinistra estrema alla Bertinotti e simili rifondazioni comuniste in Slovenia non c’e’. Non c’e’ un vero partito che si richiami alla tradizione ed ai programmi comunisti.

    Come ti ho gia’ varie volte scritto, ci sono pero’ parecchi singoli nostalgici. Il che e’ diverso.

  21. asem ha detto:

    Caro Dejan, so che potresti presentare tutto nel modo più congruo possibile alla linea del Dnevnik o Mladina o Delo, usando dati su dati però tralasciando spesso le cose essenziali.
    In quanto il tuo commento è pieno zeppo di “malizia” come dici tu, ti faccio notare una sola cosa teorica – nella realtà in Slovenia è molto peggio:
    Se sei proprietario dei primi 10 giornali o periodici con una tiratura di 1.000.000 di copie, oppure proprietario dei restanti 90 giornali o periodici con una tiratura complessiva di 100.000 copie, sono sicuro che elaborando bene i dati, riusciresti a “convincere” che il secondo proprietario detiene il 90% dei media.
    Sulla statistica e sui dati e sui numeri ti ho trovato spesso in castagna, sono peò sicuro che non lo fai apposta anzi.
    Stammi bene.

  22. asem ha detto:

    Dejan un altra cosa. Il rapporto Freedom house si appoggia sui media e girnalisti locali, vuoi sapere il nome a chi si rivolge in Slovenia?
    Poi ovviamente rielabora tutto all’estero, cmq giusto per sapere come funziona – da ora in poi, anche se in realtà la censura comparirà, di ciò Freedom House non ne saprà niente.
    ciao

  23. asem ha detto:

    DBorut, ti devo anche a te una risposta.

    Tu dici.”La sinistra estrema alla Bertinotti e simili rifondazioni comuniste in Slovenia non c’e’” –
    – mi potrebbe stare anche bene, spero però che tu avtrai la stessa “magnanimità” nei confronti di strache o del dopo haider in Austria o di Alemanno&co.(in fondo la l’estrema destra ha molto, ma molto meno da sparire con il nazionasocialismo o o fascismo che non vari personaggi di primo piano al governo prossimo in Slovenia con il comunismo).
    E’ che sia chiaro, è proprio di ciò che ho politicamente più paura, la leggimitazione trasverale (della serie chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato).

    pertanto ripeto che le elezioni sonmo state un grande passo indietro, ideologicamente nostalgico, perchè:
    1. La Slovenia a differenza delle altre repubbliche ex-jugoslave ha avuto la fortuna che nel 1990 venisse eletto un “non comunista” uno che non aveva radici culturali nel dogmatismo titoista (a differenza della croazia – Tudman, in Serbia Milosevic in Bosnia isebegovic).
    2. Che dal 1990 il partito SLS (il picccolo partito pololare – contadino) era sempre al governo il che garantiva all’interno e soprattutto esterno la democraticità della transizione dalla regime comunista alla “democrazia” così detta compituta.
    2.Le maggioranza delle elite comuniste si sono dovute trasformare e diventare nel maggior numero dei casi “liberali “(ovviamente solo nominalmente, del liberiymo non ne sapevano nulla, ma erano più presentabili e bastava seguire le direttive dell’UE).
    4. Adesso invece hanno vinto (grazie ai magnati “rossi” che si sono fatti per la prima volta vedere, appoggiando cospicuamente l’SD ed il partito Zares) le posizioni più radicali, e credo che alla lunga sofriranno all’interno alcuni gruppi storicamente contrari all’ideologia comunista all’esterno invece l’UE, che si verrà ascoltata (per via dei soldi) ma all’inerno criticata in quanto non congrua con la nuova dottrina.

  24. asem ha detto:

    Borut ed ancora questo: sono sicurissimo della “piena risuscitazione2 della vecchia Udbomafija. Di ciò sono sicuro, ovviamente in forme più moderne e complesse, come lo richiede il tempo oddierno.

  25. asem ha detto:

    borut, quale?
    Se volevi denigrare non c’è problema, guardo un pò in giro sui siti e sono sicuro che trovo qualcuno che simpatizza con il comunismo (come lo fanno in Slovenia e non come è concepito nei paesi dove non è arrivato (violentemente )al potere. Aspetta.

  26. borut ha detto:

    Asem

    Ancora non hai capito? Non voglio denigrare. Volevo solo scherzare. Se ti guardi il link su Pezdir, vedraj che anche lui vede socialismo dappertutto…

    Il blog di Politkomisar non mi sembra una cosa molto seria. Se non hai capito il tono, zajebantski, temo, che molte sfumature ti sfuggano…

  27. asem ha detto:

    Borut, anche se probabilmente nobn leggerai.
    l’ho scovato oggi per caso (all’estero, i media sloveni non lo pubblicano purtroppo).

    Resolution adopted by the EPP Political Bureau
    Brussels, 13-14 November 2008 (EPP il maggiore partito nel parlamento europeo, coì non potrai continuare a definirmi come mi hai fatto,negando ormai l’evidenza – inoltre si susurra che il clan di Kucan voglia fare fuori una volta per tutte Jansa)

    Expresses its concerns regarding the fact that 90% of all published newspapers in
    Slovenia are in the hands of two media oligarchs who abuse the media for their own
    political aims and the support of the left-wing political parties which enabled them to
    acquire the majority ownership of the former national media. Due to that fact the
    independence of journalism and freedom of speech are seriously impeded.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *