24 Luglio 2008

20 luglio 1866, la battaglia di Lissa

Il lettore di Bora.La, Giovanni Costa, ci manda questo ricordo della storia dell’Adriatico.

……e il tardo acciuffa lo svelto
come anche adesso Efesto, ch’è lento, Ares ha acchiappato
che il più veloce è dei numi che hanno dimora in Olimpo,
lui zoppo, usando l’intelligenza e l’arte e la pena sconterà Ares.

(Omero, ODISSEA, VIII, 329ss)

tegethoff.jpg

Il 23 giugno 1866 scoppia la guerra tra l’Austria e la Prussia con, alleata, l’Italia. La contesa tra gli stati tedeschi riguardava chi dovesse avere la precedenza in una nazione unitaria tedesca; il cancelliere prussiano Bismark voleva un Reich tedesco col governo a Berlino e comprendente solo popolazioni germaniche, da questo progetto era esclusa l’Austria, colla sua maggioranza di popolazioni non tedesche. Colla Prussia si era alleata l’Italia che, molto semplicemente, aspirava ad annettersi territori sotto governo austriaco.

Ai primi presagi di guerra viene nominato comandante della flotta austriaca in Adriatico il konteradmiral Wilhelm von Tegetthoff, il quale dà subito inizio ai preparativi. Nell’anno precedente erano state varate le ultime due navi corazzate, la “Habsburg” e la “Erzherzog Ferdinand Max”, ma i cannoni per esse erano stati ordinati alla Krupp di Essen ed ora, colle ostilità, i tedeschi non li consegnavano. A questo punto Tegetthoff decide di impiegare queste due unità come navi-sperone, armandole con le artiglierie, antiquate, disponibili. pellion.jpgCosì a Lissa, gli Austriaci saranno inferiori anche per qualità dei cannoni, come indica il numero delle artiglierie rigate in dotazione alle due flotte, vedasi tabelle allegate. La rigatura, in effetti, era il grande progresso tecnico, che aumentava la portata e la precisione delle armi da fuoco, introdotto in quegli anni. Si deve, però, riconoscere all’ammiraglio la lungimiranza di aver puntato sullo sperone; questa era un’arma in uso nell’antichità greco-romana, navi a remi, cioè che possono muovere, indipendentemente dal vento, in ogni direzione, di modesta velocità e che combattono a distanza ravvicinata. Tegetthoff vide che, nelle condizioni del momento, navi spinte dal vapore ma lentamente ed artiglierie in fase di sviluppo, si ripetevano, pressappoco, queste condizioni.

Il 24 giugno, il giorno dopo lo scoppio della guerra, gli italiani subiscono una pesante sconfitta, per terra, a Custoza. Per loro si presenta la necessità di una vittoria sul mare che controbilanci la disfatta terrestre. L’ammiraglio italiano, Carlo Pellion di Persano, esita e compie azioni inconcludenti. Alla fine riceve l’ordine di attaccare l’isola di Lissa posta in posizione dominante in mezzo all’Adriatico.

Qui bisogna ricordare che quest’isola era montagnosa, discretamente fortificata e che le sue artiglierie godevano del vantaggio, contro quelle imbarcate, delle postazioni in muratura e della posizione elevata. Pertanto, espugnarla, era impresa di una certa gravità e si correva il rischio di essere attaccati dalla flotta nemica mentre si era impegnanti contro l’isola. Cosa che, poi, avvenne. Sarebbe stato più conforme a strategia, prima sconfiggere la flotta austriaca e, una volta sicuri dagli attacchi di questa, assalire l’isola.

affondatore.jpgIl 17 luglio 1866, la flotta di Persano apparve davanti a Lissa, Tegetthoff fu subito informato tramite telegrafo, ma non uscì colla flotta. Evidentemente aveva chiaro quanto appena detto e, sembrandogli difficile che fosse quello l’attacco principale, temeva che si trattasse d’una diversione per colpire poi, in assenza della sua flotta, ad esempio, l’Istria. Solo il 19 luglio, l’ammiraglio si persuade che quello, stranamente, è l’attacco principale italiano, chiama i suoi comandanti a consiglio, poi, alle 12, salpa dalla rada di Fasana, presso Pola.

Il mattino del 20 luglio 1866 le due flotte si avvistano. Come prevedibile, la flotta italiana viene colta mentre sono in corso operazioni contro l’isola. Persano forma, stentatamente, una linea di battaglia con 11 navi corazzate (alcune fonti dicono 10), la “Formidabile”, danneggiata dal fuoco dei cannoni di Lissa, non parteciperà al combattimento. Le navi maggiori in legno, al comando dell’Albini, non prenderanno parte alla battaglia, sia perché, dapprima, impegnate a riprendere a bordo i reparti sbarcati, sia per disguidi nelle segnalazioni; in seguito a ciò l’Albini verrà radiato dalla Marina.

All’avvicinarsi della flotta austriaca, Persano, con assurda improvvisazione, passa dalla sua precedente nave ammiraglia, la “Re d’Italia”, all’”Affondatore”. Questo provoca scompiglio nella linea delle navi corazzate, incertezza nei comandanti subordinati su quale fosse la nave ammiraglia, sui cui alberi leggere gli ordini, all’epoca, dati mediante bandierine di segnalazione e fa sì che Persano non abbia mai una chiara percezione della battaglia. In effetti, egli apprenderà soltanto dopo quattro ore e mezzo dell’affondamento della “Re d’Italia”. In occasione del processo, questo fatto gli verrà attribuito a viltà, sulla “Re d’Italia” il posto dell’ammiraglio era allo scoperto, sull’”Affondatore” era entro una torre corazzata, protetto dalle cannonate. Questo sembra vero, ma Persano non prevedeva forse prima che sarebbe venuto il nemico e che avrebbe sparato? Non poteva, quindi, non attendere che la flotta austriaca fosse in vista per trasbordare, evitando, così, di creare confusione?.

Di contro, Tegetthoff ha un piano intelligente, le sue artiglierie sono inferiori, si veda il numero dei cannoni rigati delle due flotte, così egli dispone la sua flotta secondo tre V, una dietro l’altra, la prima delle 7 navi corazzate, con al vertice la “Erzherzog Ferdinand Max”, la seconda con le 7 navi maggiori in legno e la terza con il naviglio minore. Il suo disegno è di attaccare gli italiani in combattimento ravvicinato, evitando quello a distanza, e collo sperone, in modo da annullare il vantaggio avversario nelle artiglierie, rigate, di maggior portata e precisione.

Il piano riesce, provenendo circa da Nord, la flotta austriaca avvicina gli italiani che fanno rotta, in larga fila e con le sole navi corazzate, circa da Ovest verso Est. In tutto 14 navi maggiori austriache attaccano 10 – 11 navi corazzate italiane. La pianificazione e l’arte del generale di Tegetthoff , contro l’improvvisazione dell’avversario, stanno dando buone possibilità agli austriaci.

Una vovenute a contatto le due flotte, ne nasce una mischia disordinata, Si segnala il vascello in legno austriaco “Kaiser” che, nonostante le sue artigliere antiquate, riesce a sopravvivere, anche se danneggiato, contro le corazzate italiane. Nella mischia, viene affondata, tramite speronamento da parte dell’ammiraglia austriaca “Erzherzog Ferdinand Max”, l’ex ammiraglia italiana “Re d’Italia”, con grave perdita di vite umane. In seguito ad un incendio, salta in aria la nave corazzata italiana “Palestro”, anche qui con pesante perdita di vite umane. Tre navi corazzate italiane sono gravemente danneggiate, le “Castelfidardo”, “San Martino” e “Varese”. Nessuna nave austriaca viene affondata, anche se la “Kaiser” è danneggiata alquanto gravemente.

Ai grandi eventi della storia non contribuiscono solamente i “leader” ma, anche, la gente comune, le cui azioni ci trasmettono lo spirito di quanto avvenuto. Ricordiamo, allora, due uomini degli equipaggi.

Il timoniere della “Erzherzog Ferdinand Max”, Vincenzo Vianello di Pellestrina che portò l’ammiraglia di Tegetthoff a speronare la “Re d’Italia”, elargito della medaglia d’oro imperiale.

Il timoniere Nicolò Karkovich o, secondo il Saravallo, Carcovich, da Lesina; quando la sua nave, la “Erzherzog Ferdinand Max” investì la “Palestro”, che scampò di stretta misura lo speronamento, in seguito alla rottura d’una gaffa, la bandiera della nave italiana cadde sulla prua della nave austriaca. Tegetthoff gridò, “Chi va a prendere quella bandiera?” Il nostro timoniere corse subito a prora e, con difficoltà (anche qui vi sono differenze tra i resoconti del fatto), prese la bandiera. Come per miracolo non venne colpito dalla fucileria nemica e portò la bandiera all’ammiraglio tra le grida di giubilo.

Negli equipaggi austriaci, in seguito alla battaglia di Lissa, 121 tra ufficiali, medici e macchinisti ricevettero medaglie al valore e croci di merito e 476 cadetti e marinai ottennero medaglie al valore. Questo a dimostrare l’ardore del personale.
Al pomeriggio, la flotta italiana si ritira verso Ancona, abbandonando il campo agli austriaci; questi hanno perduto 3 ufficiali e 35 uomini, gli italiani 38 ufficiali e 574 uomini.
L’intelligenza e l’arte del generale, strategia, di Tegetthoff hanno avuto la meglio sull’avversario, più numeroso e meglio armato. “Il tardo acciuffa lo svelto,….. usando l’intelligenza e l’arte.”

Il 25 luglio 1866, un armistizio pone fine alla guerra con l’Italia ed il 3 ottobre viene firmata la pace. In seguito ai successi della Prussia, il Veneto passa all’Italia. Si può dire che, se non fosse stato per la vittoria di Lissa, l’Italia, padrona del mare Adriatico, sarebbe sbarcata in Istria ed in Dalmazia, annettendosi così anche quei territori.

FLOTTA AUSTRIACA
Al comando dell’Ammiraglio WILHELM VON TEGETTHOFF
I DIVISIONE

TIPO

NOME

COMANDANTE

DISLOC. tonn.

ARMAMENTO

CANNA LISCIA

RIGATI

1

NAVE CORAZZATA

ERZHERZOG FERDINAD MAX

MASSIMILIANO DE STERNECK

4760

22

2

NAVE CORAZZATA

HABSBURG

CARLO FABER

4760

22

3

NAVE CORAZZATA

KAISER MAX

CARLO DE GROELLER

3330

18

15

4

NAVE CORAZZATA

DON JUAN VON OESTERREICH

ANTONIO DE WIPLINGER

3330

18

15

5

NAVE CORAZZATA

PRINZ EUGEN

ALFREDO BARRY

3330

18

15

6

NAVE CORAZZATA

SALAMANDER

CARLO KERN

2800

30

7

NAVE CORAZZATA

DRACHE

FRIEDRICH VON MOLL

2800

30

25.110

158

45

II DIVISIONE
COMMODORO ANTONIO DE PETZ

TIPO

NOME

COMANDANTE

DISLOC. tonn.

ARMAMENTO

CANNA LISCIA

RIGATI

1

NAVE DI LINEA

KAISER

ANTONIO DE PETZ

5200

90

2

2

FREGATA

NOVARA

ERIK OF KLINT

2500

32

2

3

FREGATA

FUERST SCHWARZENBURG

GIORGIO MILLOSICH

2500

46

4

4

FREGATA

GRAF RADETZKY

GIUSEPPE DE AURNHAMMER

2200

46

4

5

FREGATA

ADRIA

ADOLFO DAUFALIK

2200

46

4

6

FREGATA

DONAU

MASSIMILIANO PITTNER

2200

46

4

7

CORVETTA

ERZHERZOG FRIEDRICH

MARCO FLORIO

1470

20

2

18.270

326

22

III DIVISIONE
FREGATTENKAPITAEN LODOVICO EBERLE

TIPO

NOME

COMANDANTE

DISLOC. tonn.

ARMAMENTO

CANNA LISCIA

RIGATI

1

CANNONIERA

HUM

LODOVICO EBERLE

870

2

2

2

CANNONIERA

VELEBICH

VITTORIO HERZFELD

870

2

2

3

CANNONIERA

SEEHUND

GUGLIELMO CALAFATTI

870

2

2

4

CANNONIERA

DALMAT

G. DE WIKEDE

870

2

2

5

CANNONIERA

STREITER

RODOLFO UNGEWITTER

850

2

2

6

CANNONIERA

WAL

ALESS. GRAF KIELMANSEGG

850

2

2

7

CANNONIERA

REKA

ADOLFO NOELTING

850

2

2

8

CANNONIERA

NARENTA

FRANCESCO SPINDLER

500

2

2

9

CANNONIERA

KERKA

GUSTAVO MASOTTI

500

2

2

7.030

18

18

Vi erano, poi, 4 avvisi a ruote, il GREIF, da 1260 tonn e 2 cannoni a canna liscia, l’ANDREAS HOFER, da 770 tonn. con 3 cannoni a canna liscia, il KAISERIN ELIZABETH, da 1470 tonn e 4 cannoni a canna liscia e lo STADION, da 1400 tonn., disarmato, impiegato come esploratore. Con questi il totale della flotta Austriaca è;

Navi: 27 Disloc. Compless. 55.310 tonn
Cannoni a canna liscia; 511 Cannoni a canna rigata; 85 Totale cannoni 596

Inoltre, la flotta Austriaca aveva, in totale, 7871 uomini.

FLOTTA ITALIANA
Al comando dell’Ammiraglio CARLO PELLION DI PERSANO
I SQUADRA

TIPO

NOME

COMANDANTE

DISLOC. tonn.

ARMAMENTO

CANNA LISCIA

RIGATI

1

NAVE CORAZZATA

AFFONDATORE

MARTINI

4070

2

2

NAVE CORAZZATA

RE D’ITALIA

FAA DI BRUNO

5700

6

3

NAVE CORAZZATA

RE DI PORTOGALLO

RIBOTTY

5700

6

26

4

NAVE CORAZZATA

MARIA PIA

DEL CARRETTO

4250

4

22

5

NAVE CORAZZATA

CASTELFIDARDO

CACACE

4250

4

22

6

NAVE CORAZZATA

ANCONA

PIOLA

4250

4

22

7

NAVE CORAZZATA

SAN MARTINO

ROBERTI

4250

4

22

8

NAVE CORAZZATA

PRINCIPE DI CARIGNANO

IAUCH

4100

10

12

9

NAVE CORAZZATA

TERRIBILE

DE COSA

2700

4

16

10

NAVE CORAZZATA

FORMIDABILE

SAINT BON

2700

4

16

11

NAVE CORAZZATA

PALESTRO

CAPELLINI

2000

14

12

NAVE CORAZZATA

VARESE

FINCATI

2000

14

45.970

48

219

II SQUADRA
CONTRAMMIRAGLIO GIOVAN BATTISTA ALBINI

TIPO

NOME

COMANDANTE

DISLOC. tonn.

ARMAMENTO

CANNA LISCIA

RIGATI

1

FREGATA

MARIA ADELAIDE

DI MONALE

3460

22

10

2

FREGATA

GAETA

CERRUTI

3980

46

8

3

FREGATA

GARIBALDI

VITAGLIANO

3700

46

8

4

FREGATA

PRINCIPE UMBERTO

GUGLIELMO ACTON

3500

42

8

5

FREGATA

DUCA DI GENOVA

DI CLAVESANA

3500

42

8

6

FREGATA

VITTORIO EMANUELE

DUCA IMBERT

3400

42

8

7

FREGATA

CARLO ALBERTO

PUCCI

3200

42

8

8

CORVETTA

SAN GIOVANNI

BURRONE

1780

14

8

9

CORVETTA A RUOTE

GUISCARDO

CAV. PEPI

1400

4

2

10

PIROSCAFO A RUOTE

GOVERNOLO

GOGOLA

1700

42

11

CORVETTA A RUOTE

ETTORE FIERAMOSCA

BALDISSAROTTO

1400

4

2

31020

346

70

NAVIGLIO MINORE

TIPO

NOME

COMANDANTE

DISLOC. tonn.

ARMAMENTO

CANNA LISCIA

RIGATI

1

CANNONIERA

MONTEBELLO

SANDRI

260

NON NOTO

NON NOTO

2

CANNONIERA

CONFIENZA

CONTI

260

NON NOTO

NON NOTO

3

CANNONIERA

VINZAGLIO

FOSCOLO

260

NON NOTO

NON NOTO

4

AVISO

ESPLORATORE

ORENGO

1000

2

5

AVISO

MESSAGIERO

GIRIBALDI

1000

2

6

AVISO

STELLA D’ITALIA

BERLINGERI

250

7

AVISO

GIGLIO

DENIGRI

250

NON NOTO

NON NOTO

3.280

4

Il totale delle navi Italiane da combattimento dà;
Navi: 30 Disloc. Compless. 80.270 tonn
Cannoni a canna liscia; 398 Cannoni a canna rigata; 289 Totale cannoni 687
Vi erano, inoltre, il piroscafo da trasporto INDIPENDENZA, da 600 tonn. e la nave ospedale WASHINGTON, da 1400 tonn.
Inoltre, la flotta Italiana aveva, in totale, 10.886 uomini.

Si è seguita la lista riportata da F. Wallisch, quella delle altre fonti riporta, per il naviglio minore italiano, due unità in più, ma di modestissimo valore bellico. Vi sono, anche leggere differenze, nelle fonti, sui valori dei dislocamenti.
I dati relativi alle artiglierie sono tratti dalla voce LISSA della WIKIPEDIA.

BIBLIOGRAFIA
Mahan, Alfred Thayer, THE INFLUENCE OF SEA POWER UPON HISTORY 1660-1783, ed. University Paperbacks, Methuen & Co. London, 1965
Saravallo, Enrico M. MEMORIE DELLA BATTAGLIA DI LISSA ED IL PROCESSO PERSANO ed. Giovanni Pecenco, Trieste, 1907
Wallisch, Friedrich DIE FLAGGE ROT-WEISS-ROT ed. Verlag Styria – Graz – Wien – Koeln, Austria, 1956
WIKIPEDIA, voce LISSA

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15 commenti a 20 luglio 1866, la battaglia di Lissa

  1. Cagoia ha detto:

    VIVA L’A!

  2. Bibliotopa ha detto:

    dicono pure che sia stata l’ultima battaglia navale combattuta con stile “classico” , cioè speronamento e abbordaggio. poi le battaglie saranno tutte a cannonate. almeno così ho letto.
    Poi ci sono le leggende: che sulle navi austroungariche si capivano tutti, perchè parlavano in veneto- triestino ( comando di Tegethoff: deghe dentro de prova!) mentre quelle italiane avevano difficoltà a comunicare a causa dei dialetti.
    In realtà la battaglia servì poco all’Austria che, a quanto si legge sui libri di storia, per tener la Francia fuori dalla guerra , le aveva promesso il Veneto da dare all’Italia già prima della guerra, indipendentemente dall’esito.

  3. enrico maria milic ha detto:

    ma la scusi,
    la sa miga quanti lussignani che ghe iera?
    eco, eco…

  4. Bibliotopa ha detto:

    per risparmiare sulle palle di cannone?

  5. enrico maria milic ha detto:

    “sparagno primo guadagno”, i dixi (a Lussìn)

  6. furlàn ha detto:

    Mi ha fatto venire in mente tale Karl Weyprecht ( […] He served in the July 20, 1866 sea battle at Lissa aboard the battleship Drache […] da en.wikipedia.org/wiki/Karl_Weyprecht ) scopritore della Franz Josef Land al Polo Nord con una spedizione scientifica.
    Atri riferimenti: members.eunet.at/castaway/history/history.html#Weyprecht
    Dove trovate (cliccando “Austro-Hungarian North Pole Expedition” )
    la lista della ciurma.
    crew :
    Karl Weyprecht – commander of the ship (from Michelstadt)
    Julius Payer – leader of the land journeys (from Teplitz)
    Gustav Brosch – 1.officer (from Komotau,Bohemia)
    Eduard Orel – 2.officer (from Neutitschein,Moravia)
    Dr. Julius Kepes – doctor (from Vari a.d. Theiß,Hungary)
    Elling “Olaf ” Carlsen – ice pilot & harpooner (merchant navy captain from Tromsö)
    Pietro Lusina – captain, boatswain (from Cherso)
    Anton Vecerina – carpenter (from Fiume)
    Otto Krisch – engine-man, mechanic (from Patschlawitz,Moravia)
    Josef Pospischil – stoker, fireman (from Prerau)
    Johann Oratsch – cook (from Graz)
    Johann Haller & Alexander Klotz – hunter & glacier-guide (from the Passeiertal)
    – sailors:
    Antonio Latcovich (from Fianona), Lorenzo Marola & Pietro Fallesich (from Fiume)
    Antonio Zaninovich (from Lesina), Antonio Cattarinich (from Lussinpiccolo)
    Vincenzo Palmich (from Lovrana), Giorgio Stiglich (from Bukkarice)
    Antonio Lukinovich (from Brazza), Antonio Scarpa (from Trieste)
    Giacomo Succich & Franzesco Lettis (from Volosca)

  7. enrico maria milic ha detto:

    gavè visto,
    xè anca el sior Cattarinich,
    de Lussìn.
    eco, eco…

  8. furlàn ha detto:

    … ancora una chicca scoperta ieri (visto che siamo in tema di armamenti) e poi vi lascio:
    un illustre fiumano di cui non conoscevo l’esistenza (forse perchè lavorava per i ‘cattivi’) it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Oros_di_Bartini

  9. alfredo fucci ha detto:

    go leto con emozion del timonier KarKovich,perchè in famiglia se sapeva de lui,el gaveva sposà una sorella della mia bisnona Brazzanovich de Lesina,sposada col mio bisnono Biagio Malle gurdian del faro .Questo Karkovich el ga vissu a Trieste e el ga con una bella pension austriaca percepida anca sotto l’Italia in dadaghe per “l’atto eroico”
    Come dir che erimo sudditi fedeli,ancha se dopo ne ga ciapà la febbere irredenta e gavemo spetà che venissi D’annunzio.
    Ogi,esuli,fora de casa se pensa ai tempi de quel Tsunami che ne ga sbatù fora de la nostra tera che in fondo soto la “Defonta” era rispettada come nazionalità linguistica e etnica e non i ne butava fora a piade.Che tempi i tempi.

  10. cagoia ha detto:

    144esimo anniversario.

  11. Diego Manna ha detto:

    no xe qua che xe nato el modo de dir:
    lianta de gnole?

  12. Bibliotopa ha detto:

    Da IL tempo, 19 luglio 2010:
    “Il sindaco Pasquale Cordoma e l’assessore alle Finanze Emidio Di Felice saranno ospiti, con l’Associazione nazionale marinai d’Italia di Montesilvano, del Governo austriaco per l’inaugurazione a Vienna del monumento “Amicizia sul mare”, prevista per domani in occasione del 144° anniversario della battaglia di Lissa. ”
    “Il monumento che sarà inaugurato domani a Vienna è formato da un delfino in bronzo, un’ancora e una targa, ed è identico a quello che sorge nel Parco Guy Moll di Villa Carmine; verrà posizionato sulle rive del Danubio presso il Comando della Polizia. È stato donato alla Municipalità di Vienna dall’Anmi di Montesilvano. Alla cerimonia interverranno autorità civili, militari e religiose al più alto livello di Italia e Austrria, nonché rappresentanti delle ambasciate di Russia, Cina, Corea del Sud, Giappone, Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Germania, Francia, Croazia, Spagna e addetti militari accreditati presso La Repubblica austriaca. Ci saranno anche le associazioni dei marinai d’Europa con il presidente internazionale ammiraglio Sir John McAnally. Nella serata del 20 luglio si svolgerà presso l’Accademia militare un simposio sulla battaglia navale di Lissa del 1866 e si confronteranno per l’Austria il generale Bruno Dobric, Dieter Winkler, Christoph Haschek e per l’Italia Angelo Jori, presidente Anmi di Montesilvano. La delegazione dei marinai di Montesilvano, il sindaco Cordoma e l’assessore Di Felice saranno ospiti dell’Accademia Militare di Vienna per tutta la manifestazione.”
    fonte:
    http://www.iltempo.it/abruzzo/2010/07/19/1181436-amicizia_mare_sbarca_vienna.shtml

    a Vienna i me par un tantin meno polemici che i Bora.listi nostrani..

  13. Diego Manna ha detto:

    ma la fregata NOVARA xe la stessa che desso xe a Miramar? (cioè, una crose fata col legno dela Novara xe a Miramar)

  14. Bibliotopa ha detto:

    si sempre quel, che ga fatto el viaggio intorno al mondo, ga partecipado alla battaglia de Lissa, ga riportado in patria ( dopo un poco de ostruzionismo) el corpo de Massimilian e alla fin i ga fatto el crocifisso dela cappelleta de san cancian a Miramar. E in castel una sala del pianteren xe copiada de una sala interna dela Novara. La nave xe stada dismessa nel 1898.

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