16 Maggio 2008

Cittàvecchia per ricchi cagoni

Scrive Andrea Rodriguez, blogger triestìn:

l rione di Trieste chiamato Cavana-Cittavecchia sta diventando preoccupantemente fighetto e morto.
[…] Cavana era una zona popolare, anche un po’ di malaffare quindi vitale.
A ridosso del Porto, i marinai appena sbarcati ci andavano a cercare quello che cercano i marinai appena sbarcati […]
Ora tutti son diventati paranoici e/o salutisti e/o perbenisti e/o moralisti.
Una noia abissale.
Stanno trasformando Cittavecchia in una cosa da ricchi cagoni con appartamenti che costano una fortuna al metro quadro e logicamente i ricchi cagoni non gradiscono affatto essere disturbati entro le loro mura domestiche pagate fior di soldini dal casino plebeo che viene da fuori.

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32 commenti a Cittàvecchia per ricchi cagoni

  1. Nicola Davanzo ha detto:

    Il tuo post per quanto voglia sembrare un articolo attuale che evidenzi una situazione recente, credo che narri una situazione di immobilismo e di “non c’è niente da fare a trieste” che esiste da diversi anni. Oggi parliamo di città vecchia, domani possiamo parlare di San Vito, San Giacomo, Valmaura etc etc.

    Contrastare questo immbolismo “pisciando sui muri” credo sia il metodo sbagliato, imporsi invece per una politica attiva e aperta nei confronti di chi ci amministra credo possa essere di utilità realistica e civile.

    W MARINO! Nicola

  2. Matteo Apollonio ha detto:

    Da assiduo frequentatore di bettole, osterie, bar notturni e contemporaneamnte persona che ha vissuto in terzo piano sopra l’Enoteca da Marino, posso soltanto dissentire da ciò che sostiene il sig. Rodriguez.
    Egli infatti espone una lunga serie di luoghi comuni fuori luogo e sforzati:
    1) “Stanno trasformando Cittavecchia in una cosa da ricchi cagoni con appartamenti che costano una fortuna al metro quadro e logicamente i ricchi cagoni non gradiscono affatto essere disturbati entro le loro mura domestiche pagate fior di soldini dal casino plebeo che viene da fuori.”
    Ma stanno chi? I ricchi sono sempre cagoni? Se domani vengono davanti a casa sua alle quattro di mattina a intonare viva la e po bon pisciandole sulla porta di casa andrebbe tutto bene sig. Rodriguez? Me lo faccia sapere, sono sempre stato afflitto dalla sindrome del cane di strada e le orinate in luoghi pubblici non si contano nella mia storia, ma mai trovato un proprietario felice della mia golden shower. Lei sarebbe il primo.

    2) “Lavori precari, sempre tutto incerto e manco la possibilità di divertirsi la sera perché uno stronzo che guadagna dieci volte tanto e si è comprato l’appartamento chic vuole silenzio?
    Ma che se ne vadano anche un po’ affanculo.
    Che escano dalla città, che si comprino la villa in Costiera o in Carso, visto che se la possono permettere.
    Queste strade sono di sicuro più nostre che loro.
    D’estate il nostro salotto sono i muri, gli scalini, le piazze: quello che possiamo permetterci.”

    Solita sequela argomentale sempre valida: precariato, bisogno di sfogo, avversione verso il ricco ecc. ecc. Io non sono ricco sig. Rodriguez, mi piace bere il vino e molto, ho molte incertezze ma non per questo mi sento in dovere di odiare una immaginaria classe di ricchi che guadagna dieci volte tanto, come dice lei. Io ho vissuto sopra Marino pagando 620 € mensili di affitto (quasi metà del mio stipendio) per vivere in città, per vivere la calma e la classicità della mia città, senza usare auto o motorini, senza dover avere problemi di parcheggio, senza avere odiose e costanti spese di carburante, per essere libero di acquistarmi a volte maggior carburante con bollicine a base d’uva. Come me, tanti altri della classe media, anziani. I ricchi chic e cagoni ci sono in città come in Costiera. Altrettanto gli ignoranti ed i cialtroni come lei, che inneggiano alla libertà ed alla libera espressione, alla necessità di spazi per la plebe, viva ed artistica.
    Avendo alle spalle anni di sbornie notturne e relativi secchi d’acqua, di prima linea in canneneivicoli e pisciate al chiaro di luna, capisco le sue necessità, ma sia più chiaro in futuro. Meno nascosto dietro a slogan libertari e denuncianti disaggio gggiovanile, e più esplicito nelle sue richieste.
    Non si aspetti però tolleranza dagli altri, quando lei non ne ha.

  3. valerio fiandra ha detto:

    standing ovation for matteo.

  4. La Mula ha detto:

    Posso associarmi alla standing ovation di Valerio?

  5. enrico maria milic ha detto:

    gli ignoranti ed i cialtroni come lei

    probabilmente questa settimana vi siete tutti rincoglioniti.

    matteo,
    complimenti al cazzo per questa frase.

    andrea è una persona estremamente in gamba, sarebbe onesto non necessariamente essere d’accordo con lui ma rispettare quello che dice, almeno.

    complimenti al cazzo anche a fiandra e alla mula.

    d.p.

  6. Matteo Apollonio ha detto:

    Assolutamente no, e non mi sento in imbarazzo per aver usato questa espressione, visto che il tanto in gamba sig. Rodriguez apostrofa una parte della gente con estrema intolleranza e superficialità, facendo facile luogocomunismo. Di masanielli in Italia ne abbiamo fin troppi. Sostenendo che il sig. Rodriguez in questa sede ha scritto cose da ignorante e cialtrone non ho commesso nessun oltraggio. In più ha il diritto di replicare quando e come vuole. Certamente questo post non gli dà lustro, irrimediabilmente.

  7. valerio fiandra ha detto:

    In attesa di scuse del direttore ed editore di questo blog collettivo, Enrico Milic, scuse scritte e pubblicate, con grande rammarico sospendo ogni mia partecipazione. Grazie dell’ospitalità,

    Valerio Fiandra

    Ps In mancanza di scuse scritte entro 24 ore ( adesso sono le 21 e 42 di sabato 17 maggio ) chiedo formalmente che questo post ed i suoi commenti siano integralmente pubblicati alla pagina Autori, alla fine della mia autobiografia. Grazie.

  8. La Mula ha detto:

    Mi riassocio

  9. EdTv ha detto:

    Guardate io non vi capisco.
    Lo so che per scrivere
    un commento su web non è indispensabile
    conoscere il destinatario.

    Ma in questo caso sarebbe davvero utile.
    Abbandono per una volta i toni sarcastici e stronzi
    che mi contraddistinguono, e sarò serissimo.

    Andrea Rodriguez hanno una storia che procede
    su tre binari: è una persona stra-attiva nell’ambito
    musicale (live), esce sempre con dei puntualissimi
    pezzi sul network ed è un blogger che da tempo
    si è occupato soprattutto del territorio e del rapporto
    tra la propria attività e il territorio.
    Credo quindi abbia carte in regole
    ed esperienza per parlare.

    Fino a 3 anni fa se cercavi una serata live a Trieste non la trovavi.
    Ogni tanto il Miela, ma in modalità seduta.
    Trieste era la città dei gruppi di cover. Pessimo segnale per la vivacità e l’humus creativo di un target giovane.

    Con il Tetris e con gente come Andrea, ora di concerti ne hai 3 alla settimana, e sempre di qualità.
    Detto questo, provate a mettervi nei suoi panni, di sbattersi dalla mattina alla sera, e tuttavia beccarsi pagine e pagine
    di Piccolo su presidi, coprifuoco, città sporca.
    A mio avviso dev’essere umiliante.

    Altra cosa: Andrea nei suoi ultimi editoriali
    ha fatto sempre notare che la sua attività, da anni,
    è fatta in collaborazione con NON triestini.
    Tutte le iniziative da lui condotte ha sempre coinvolto
    universitari, gente che si è fermata qui post laurea…

    Non mi sorprende che anche in questo caso
    Rodriguez riceva la cazziata
    da teste pensanti triestine.

    Forse non è chiaro che un grido alla libertà e, perché no, alla rivendicazione degli spazi
    non è certo un inno alla cagata sullo zerbino
    di fronte di casa. Forse si tratta semplicemente di distinguere
    tra ciò che è “normale” (del normale casino nei festivi)
    e di ciò che è “anormale” (ovvero del normale casino nei festivi) da qualche anno ormai per il benpensante o per la stupidissima stampa locale.

    Dargli del cialtrone e dell’ignorante mi pare come minimo fuori luogo. Forse io e Milic reagiamo così perché lo conosciamo,
    e perché tra i pochi (tutti noi esclusi ovviamente) ha sempre supportato le nostre iniziative: parlo di bora.la naturalmente.

    Mi permetto di entrare nei cazzi altrui: perché mai Enrico dovrebbe chiedere scusa?
    E’ partito un “ignorante e cialtrone” totalmente, a mio avviso, esagerato e gratuito. Avete rilanciato con addirittura una standing ovation. Poi lo scazzo. Poi la richiesta di scuse ufficiali (addirittura con post in home). Poi l’addio.

    Domanda seria a cui chiedo una risposta, in tranquillità e totale franchezza: non è che il tutto sia leggermente esagerato e isterico? Non è che bora.la questa settimana si sia surriscaldata un po’ troppo?

  10. valerio fiandra ha detto:

    Non credo proprio, caro enrico marchetto, di essermi surriscaldato io.

    Di Andrea Rodriguez, che conosco solo di nome, pur fidando delle ttue opinioni, non ho apprezzato quel post.

    I termini usati da MA, sia nel suo commento sia nella sua apologia mi trovano d’accordo con lui.

    Ancora una volto ho dovuto vedere che il linguaggio formale, e i contenuti preferiti del direttore Milic non sono i miei preferiti.

    Il turpiloquio, in particolare, la zsza cuceti della risposta volgare ad affermazione volgare – non mi fanno sentire a mio agio.

    Il commento di Enrico è stato davvero un poco troppo. Per tono e per forma, per le parole e per il disprezzo che ( lo so, Enrico se ne sorpenderà, ma è palpabile, vedibile ) traspare. Enrico, cui non manca il cervello – tuttaltro – è un piccolo D’Alema: si crede il migliore ( forse è molto brava ), ma vuol passare per simpatico. Il tono e certe parole, la prassi e un certo ghigno lo tradiscono: pensa che è solo lui a pensare. Per di più, caro EdTv, gli manca il sense of humour che tu, per tua e altrui fortuna, possiedi.

    Chiedo le scuse perchè in questo modo do a Enrico la possibilità di scegliere fra due modalità: se accetta di scusarsi perchè ha capito di essersi – appunto – piuttosto surriscaldato negli ultimi tempi, bene, uno o due cazzate al mese le facciamo tutti. In caso contrario significa che il suo modo ( e duque il suo pensiero ) di fare si sono affermate in un inequivocabile modo che non è il mio. Mi dispiacerebbe non partecipare più alla Bora, ma ancora di più mi dispiace esser costretto a fare questo piccolo casino.

    E poi basta. Mi pare ci si stia tutti a prendere un po troppo sul serio.

    In attese delle suscritte scuse, senza se e senza ma, ri saluto e ringrazio. NON scriverò, nè parlerò della questione MAI PIU’. E naturalmente, con vera simpatia e altrettanto serio dispiacere, auguro a Bora.la vita lunga e felice, a Enrico Milic di ottenere quello che vuole, e Enrico Marchetto che la Dirimpettaia ri appaia.

  11. lucio gruden ha detto:

    ….ci siamo persi qualcosa?

    il mondo è fatto di ricchi cagoni e di cagoni non ricchi.

    tra questi ultimi, tutti i “nuovi gramsciani” che copulano per l’occupazione delle vecchie-nuove casematte (tra questi gli innumerevoli dalemini, come suggerisce VF), nonché i “gesuiti dell’eterno ritorno”, animati nel profondo dalla loro sincera autovalutazione di sé in quanto migliori, ciò che li porta a considerare che essi soli devono tirare le fila e occupare i presidii, in quanto bene-ispirati ad agire unicamente per realizzare il (nostro) bene.

    sono vecchie-nuove casematte culturali la scelta-presidio degli argomenti che devono passare in un blog, così come il tono utilizzabile.
    sono presidii da occupare, culturalmente riappropriandosene nel tradizionale modo con cui animalmente si è soliti demarcare un territorio (pisciando), le strade della “riqualificazione urbanistico-ambientale” de zittàvecia.

    e allora? perché scaldarsi tanto?
    abbiamo un rocker sottilmente vanaglorioso (…..che lavora solo con gente di fuori) che si mette in posa con esternazioni provocatorie (probabilmente per fare cassa nel suo ambiente), un medium che lo pubblica-difende per squassare la deriva nostran-borghese che sta assumendo la sua piazza (Mula.la) e qualcuno, com FV e la mula, che ci cadono, forse indotti da ragioni proprie.

    che FV sia un “ben-pensante” è cosa nota ai più….l’importante è che sia pensante, no?
    che la mula, con la sua impagabile vis polemica, ami controprovocare i provocatori, mi pare una cosa in più, no?

    per conto mio bisogna pisciare sui muri, quando è il momento, e proseguire nella riqualificazione ambientale dei centri urbani.

    marino is business, bud aggregation, also.
    bona la carne, scolastici nei vini, enotecari de serie b.

    yu-hoooo!!!!

  12. enrico maria milic ha detto:

    valerio,

    conosco già purtroppo i miei limiti personali. se vuoi possiamo fare un post in merito e ne discutiamo. il tuo ritratto è un’ottima base di partenza. sono serio, eh – anche perchè non ho sense of humour (sul mio account su twitter, infatti, mi interrogo se io sia un robot o meno…).

    a parte la discussione para-psicanalitica collettiva, che ripeto può andarmi benissimo. credo che su tutto ha già risposto benissimo marchetto. tra l’altro gruden parte per la tangente senza nemmeno degnarsi di rispondere a marchetto.

    nel merito del post di andrea r., non sono necessariamente d’accordo con quanto scrive andrea r. o su tutto quanto scrive.
    non sono intervenuto a commentarlo ma ho segnalato dei brani del suo post (che sono legati a un suo post più lungo e ai due suoi blog personali – che prima di insultarlo forse sarebbe il caso di “conoscere”).
    ho selezionato il suo post e l’ho pubblicato dentro bora.la perchè mi sembra, comunque, un punto di vista degno di essere commentato sulla città e pubblicato da quella che è una persona in gamba. poi, da parte dei lettori bastava un minimo di attenzione verso andrea r. ed è abbastanza facile capire come storicamente sia stato aperto e positivo verso bora.la (tra le altre cose, non è che i link del blogroll di bora.la siano messi a caso).

    mi sarei aspettato pertanto, come detto, almeno un po’ di rispetto per lui – visto poi che tu, matteo a. e la mula siete anche tra gli autori di questo sito. che nei dintorni del perimetro della comunità di bora.la la gente si insulti: no, questo non esiste.

    questo legame tra voi come autori e voi come commentatori è piuttosto importante, per me.

    quindi. chiarisco , ancora che ce ne fosse bisogno, la mia posizione sull’essere stato direttore responsabile di bora.la fino a oggi.

    il mio ruolo è sempre stato – a parte poche eccezioni – di cercare o selezionare gli autori (respingendo alcune proposte di collaborazione, per esempio) e di dare i miei commenti pubblici o privati a cosa mi piaceva o meno di quello che veniva scritto. queste considerazioni le ho sempre mandate in maniera motivata (quando non erano motivate, credo ci fossero ragioni sensate tipo la mia mancanza di tempo, ma penso che siano una minoranza di situazioni e il sempre troppo poco tempo dedicato ai miei figli ne sia una testimonianza).

    fiandra mi ha talvolta ribadito che avrei dovuto essere più presente come guida editoriale, responsabile editoriale, eccetera editoriale, di questo sito.

    invece ho preferito lavorare a tenere sempre e ormai quasi quotidianamente aggiornato il sito: con i post di ‘redazione’ e con i miei commenti personali (firmati da me) ai post.

    questo mio lavoro ha avuto l’obbiettivo di tenere viva la comunità ovvero il dibattito e il senso di appartenenza tra gli utenti a una cosa (bora.la) che – visto che aggiornata e viva nel dibattito – era un luogo interessante dove tornare frequentemente.

    quindi, in sintesi, il senso del mio lavoro è stato tenere in piedi o stimolare l’esistenza di una comunità di persone: i lettori, i commentatori e gli autori di bora.la – tre figure che tante volte coincidono.

    spero sia abbastanza chiaro quello che penso, quindi: che va benissimo polverizzare altri commenti o post di autori tramite una critica basata sui fatti. ma che è folle insultare gli altri perchè il senso di questa cosa su cui scrivete (o che leggete) è, per me e forse solo per me, quello di essere una comunità prima che una testata editoriale. o comunque una testata editoriale che è totalmente integrata a una comunità e vive piuttosto floridamente (nel piccolo dell’internet triestino) proprio per questo motivo.

    pertanto, visto che penso che chi è autore/commentatore/lettore di questo sito prima di tutto debba tenere conto degli altri autori/commentatori/lettori e di un rispetto verso di loro, credo che il tono di matteo a. e la standing ovation di valerio e la mula siano totalmente fuori luogo.

    a parte che non so cosa sia il szsa cuceti, so solo che sono 20 minuti e passa che sto scrivendo questo commento e ancora una volta ci sono dietro di me i miei figli che giocano. e i problemi con mia moglie. e altri maledetti cazzi.

    ieri sera ho scritto in velocità quel rimbrotto (certamente fastidioso, incazzoso, dalemiano e parzialmente insultante) perchè non mi va che bora.la passi per un luogo in cui la gente si insulta così facilmente. l’ho scritto in velocità, appunto, perchè ovviamente non posso stare a concentrarmi sempre al 100% su ogni virgola che faccio per questo sito -almeno fino a quando non lo tramutiamo in un’azienda da cui un giorno potrei aspettarmi uno stipendio. pertanto non so se devo scusarmi del rimbrotto – il risultato finale del testo scritto non è elegante nè particolarmente rispettoso. ma del resto le vostre premesse sono state molto peggiori e mi fa sorridere che, valerio, mi accusi di varie cose a cui tu hai applaudito 5 minuti prima (standing ovation…).

    valerio,
    puoi fare benissimo come hanno fatto altri prima di te (che tu hai deriso) e andartene. se non riesci a cancellare i tuoi post, fammi sapere e ti abiliterò i privilegi tecnici necessari. per la mula: idem.

    sono piuttosto orgoglioso che degli autori mi minaccino di andarsene quando il casus belli è una mia critica al merito del loro comportamento mentre, vale sia per fiandra che per la mula, hanno sempre avuto la più totale carta bianca in quello che hanno scritto e volevano scrivere (per esempio, valerio: viva illy e il pd sotto le elezioni quando era evidente che io come diversi autori non ci saremmo mai esposti in questo senso; per esempio, la mula: abbasso la legge sul friulano, quando io e altri eravamo a favore della stessa).

    nota bene:
    io prendo sul serio questo sito nella misura dei suoi 480 utenti unici quotidiani di media nel mese di aprile. e nella misura in cui è un divertimento e non un’azienda. non so quali siano le tue misure di riferimento.

    viva,

    emm

    p.s.
    lucio: mah.

  13. Matteo Apollonio ha detto:

    Io il post l’ho letto integralmente sul sito di Rodriguez, dove era ancora più irritante e gretto degli stralci che tu hai pubblicato su Bora.la. Continuo ad essere incredulo su come tu possa soprassedere su tutta una serie di intolleranze e luoghi comuni di basso gusto all’interno del pezzo in questione. E bada, non è una critica su come sono scritte le cose, ma sul contenuto.
    Qui proponiamo il dialogo, la tolleranza, le idee differenti, e tu pubblichi questo pezzo. Che tu lo voglia pubblicare di per sé non è una cosa grave, anche se forse potresti avere una vaga consapevolezza che il pezzo verrà visto da una parte di persone come offensivo ed intollerante.
    Prova a pensare che io ho semplicemente detto quello che molte persone hanno pensato leggendo quelle righe. Le idee del sig. Rodriguez non credo aiutino a sviluppare il dialogo ed il confronto culturale tra le genti di queste aree. Le sue idee secondo me promuovono esclusivamente la serenità e la tranquillità di una parte chiassosa e a volte minoritaria di una comunità. Richieste legittime che potrebbero trovare consenso o meno all’interno di una comunità o di una amministrazione cittadina. Il fatto che lui affronti il problema alla vecchia maniera, del con noi o contro di noi, del bianco o nero, con l’insulto e la connotazione forzatamente negativa dell’avversario, del “diverso”, non gli fa onore. Mi arrogo il diritto come lettore, di censurare individualmente il post suddetto aspettando al massimo le risposte galanti del sig. Rodriguez, non il rimbrotto pim pum pam de Milic incazzà serale.
    No te par?

  14. enrico maria milic ha detto:

    ripeto:
    – a mi me va benissimo che parlè mal de quel che dixi rodriguez. o che dixè che lui xè intolerante. me va ben che , insoma, parlè mal de quel che dixi rodriguez e dela sua morale o de quel che te vol.
    – ma no me va ben che insultè rodriguez. se te ghe dà del “cialtron” e del “ignorante” te lo insulti. che xè ben diverso da criticar quel che’l dixi. se ti te lo insulti, zerto no te pol spetarte le sue risposte “galanti”. no?

    e me fa strano che, dopo averà insultà rodriguez, qualchidun se rabi perchè mi rimprovero (insultando?) chi che lo ga insultà. me par ufo, anzi.

  15. La Mula ha detto:

    Nervi a fior di pelle, mi pare. Premesso che il mio associarmi a Valerio era un modo per dire ‘sono d’accordo con te’ e che per vostra disgrazia non ho nessuna voglia di smettere di scrivere, mi sia consentito commentare. Come in ogni comunità, anche in quelle non virtuali, esistono differenze di vario tipo. Qui quella più evidente, a mio avviso, è il gap generazionale, seguita a ruota da quella diciamo di ‘formazione culturale’ (strettamente collegata al primo punto, dal momento che è molto diverso -banale constatazione e non giudizio di merito- aver studiato negli anni 60/70 o 80/90).

    Entrando nel merito della vicenda mi pare che nessuno abbia contestato il concetto di fondo (il diritto agli spazi notturni, diritto che estenderei anche a quelli diurni e a tutte le età, non solo ai giovani di questa Necropoli), ma il metodo proposto anche per come esposto. Esempio: a me piacciono molto i graffiti sui muri, quando e se sono belli. Detesto invece le scritte e qualsiasi cosa li imbratti. Non solo non mi piace la distruzione di qualunque cosa (che può arrivare anche all’autodistruzione), ma ho fatto delle scelte precise per tentare di contrastarla il più possibile con gli strumenti che ho. Dietro c’è un percorso di vita che mi ha portato a condannare senza pietà quello che a 13 anni mi sembrava Sturm und Drang, a 20 Esistenzialismo, a 30 nihilismo nietzschiano e un paio d’anni dopo- con la morte per Aids di un’amica e una cugina e l’autodistruzione di persone a me care- una grandissima violenza senza senso. A peggiorare la situazione è intervenuta la guerra e la scoperta, proprio nelle zone di guerra in presa diretta, che l’umanità quando arriva nel baratro si difende fino all’ultimo momento e non vuole distruggersi e distruggere. Belgrado sotto embargo (quella onesta) nel ’95 era sicuramente più viva e aggrappata alla vita di quella del dopoguerra (non so oggi, mi limito a un raffronto di cose che so perchè vissute in prima persona).

    Ora, chiunque scrive in pubblico sa o dovrebbe sapere che verrà sottoposto a giudizio e che chi legge interpreta, risponde partendo dal proprio vissuto/ecc. E nel caso dei blog questo accade a prescindere da chi sei e cosa fai nella vita (in un giornale sei il giornalista tal dei tali, se scrivi un libro lo scrittore, le critiche o i commenti positivi hanno altri veicoli per arrivare a destinazione). Quindi io, come Matteo, come Valerio, abbiamo letto un qualcosa che non condividevamo. Io per i motivi sopra esposti (e comunque mi sembravano simili a quelli già scritti in altri termini da Matteo), gli altri non so. L’inneggiare ad alzare il tiro m’infastidisce (direi mi preoccupa) al pari delle bestemmie. E bada bene Enrico, che non sono una che si tiene bassa, solo che preferisco l’arma dell’ironia, la dialettica anche esasperata e esasperante, l’uso estremo del linguaggio alle provocazioni fini a se stesse.

    Questo blog è tuo, noi siamo ospiti. Tu devi scegliere dove andare. Vuoi uno spazio di libero consenso di massa (dove tutti si ritrovano su temi e posizioni condivise e si ringraziano a vicenda per non essersi sentiti soli) o un luogo virtuale dove i singoli hanno modo (sempre su temi d’interesse comune) di esprimersi e confrontarsi -con gli strumenti che hanno, la storia che si portano addosso, la loro unicità di persone?
    Kiss
    La Mula

  16. Matteo Apollonio ha detto:

    @EnricoTV: voi conoscete Rodriguez, io no. Io ho soltanto letto il post. Provate a leggere il suo post cercando di non pensare a chi è e cosa fa. Provate a pensare che voi non avete mai visto questa persona. Potete condividere i toni ed il modo di esporre le cose? Fatemi capire perchè è importante per me. Se per voi è normale allora siamo diversi e ne prendo atto.

  17. enrico maria milic ha detto:

    hai molto ragione sulle differenze generazionali. sono profondamente convinto di questo. ma, ripeto, mi pare di essere stato accogliente verso tutti – nei limiti della mia sensibilità rispetto alla qualità dei contenuti di chi scrive e di chi avrebbe voluto scrivere.

    quando scrivi:

    Questo blog è tuo, noi siamo ospiti.

    questo è vero ma fino a un certo punto e mi è sempre sembrato che proprio le opinioni o il sentire tuo e di valerio rispetto a questo fossero molto diversi da quelli di altri. anche qua c’è la differenza generazionale…
    certo io devo moderare, perchè se non c’è moderazione – nella mia sensibilità – allora il blog collettivo diventa poco interessante.

    quando scrivi:

    Vuoi uno spazio di libero consenso di massa (dove tutti si ritrovano su temi e posizioni condivise e si ringraziano a vicenda per non essersi sentiti soli) o un luogo virtuale dove i singoli hanno modo (sempre su temi d’interesse comune) di esprimersi e confrontarsi -con gli strumenti che hanno, la storia che si portano addosso, la loro unicità di persone?

    ovviamente voglio la seconda. ma quelli che scrivono non devono insultare gli altri. se no, io intervengo e modero perchè mi sembra utile alla sopravvivenza del sito. magari modero male e sgarbatamente, si capisce… su questo discutiamone. discutiamo anche se quelli di matteo a. erano insulti: per me sì, totalmente.

  18. valerio fiandra ha detto:

    Prendo lo spunto dal commento precedente per dire che le ragioni delle mie esagerazioni sono ancora una volta qui ben descritte da Matteo.

    Apprezzo e condivido la libertà di opinione e scrittura cui allude Enrico Milic, e penso – ed è qui che la questione giustifica il suo farsi pubblico, per i collaboratori e i lettori di bora.la – che una direzione ed un editore abbiano sia il dovere di manifestare la propria “linea” in termini di contenuto e di linguaggi sia quello di assumersene la responsabilità.

    La mia unica critica, nel post “incriminato”, era appunto al tono di Enrico Milic, che a me è parso offensivo. Ne faccio una questione solo in minima parte “personale” ( a questo proposito, in risposta alla mail privata di Enrico, gli confermo che apprezzo e valuto sia la sua “verve” e il suo morbìn sia la sua indiscutibile competenza ed esperienza in materia di Rete, sia la sua “fatica” di controllarsi. E pertanto lo “perdono”, e accetto le sue scuse in amicizia e sim-pathia ) – perchè “sento” bora.la anche “mia”, pur nel rispetto delle competenze, dei finanziamenti, della partecipazione attuale o futura al suo sviluppo.

    In questo citerei l’ultimo paragrafo de La Mula, che condivido nella lettera e nello spirito.

    Come si è visto non sono entrato nel merito del post di Rodriguez, salvo aver salutato con un applauso ovazione l’opinione di Matteo Apollonio. Non credo dunque di aver mancato di rispetto a lui e alle sue opinioni, ma di aver invece sottolineato un comune sentire con quelle di un altro e più frequente collaboratore del nostro Sito. Va anche detto che – sulla faccenda – ho poche certe e ragionate opinioni al riguardo, e invece troppe idiosincrasie per il rumore, la sporcizia, le offese, le provocazioni, le “guerre culturali”, eccetera. Va da sè che ne riconosco legittimità e persino l’opportunità, ma non mi piacciono e dunque, tranne in casi estremi che qui non ravviso, non vi prendo parte. So di essere un borghese, spesso un benpensante, talvolta uno snob. Cerco di essere sempre liberale e affettivo. Ma – questo è certo – non sono accomodante. Per stare in un posto dove sto volontariamente il posto mi deve far sentire a mio agio. E per difendere questo agio sento il dovere, quando è il caso, di porre anche pubblicamente la questione. Tutto qua. Spero che questa tempesta in un bicchier di… vino abbia contribuito a questo scopo. Grazie della pazienza, buona domenica a tutti.

  19. Demetrio Filippo Damiani ha detto:

    condivido quanto scritto da davanzo: è un problema legato all’assenza di luoghi/iniziative che comprende tutta la città, non solo cittavecchia. personalmente, mi sono comprato (versando lacrime e sangue, non essendo miliardario) un appartamento in ghetto (a debita distanza da marino sì da permettermi di poter aprire le finestre d’estate). purtroppo, la mattina la via (pur ben illuminata la notte) si ritrova imbrattata con scritte varie (dal politico all’amoroso)e odora di vespasiano. ho chiesto a più riprese al comune l’installazione delle famigerate cctv (almeno come deterrente), senza però ottenere risultati. secondo me il problema risiede nella maleducazione di parte delle persone che frequentano il centro città nelle notti estive. nessuno vieta loro di uscire, di divertirsi, di bere. a loro volta, essi dovrebbero rispettare i residenti (comunico che in ghetto vi sono anche delle case ater, e non solo residenze di “ricconi”) mantenendo comportamenti consoni ai requisiti basilari per una civile convivenza. il discorso di rodriguez mi sembra invece squisitamente improntato a una “lotta di classe”: i ricconi vietano al popolo di divertirsi. quindi, seguendo il rodriguez pensiero, abbiamo ben chiari i diritti delle persone che frequentano quella zona. ma quali sarebbero i loro doveri?

  20. La Mula ha detto:

    “Altrettanto gli ignoranti ed i cialtroni come lei, che inneggiano alla libertà ed alla libera espressione, alla necessità di spazi per la plebe, viva ed artistica.” Frase incriminata di Matteo.
    “probabilmente questa settimana vi siete tutti rincoglioniti. matteo,
    complimenti al cazzo per questa frase….complimenti al cazzo anche a fiandra e alla mula” Risposta di Enrico.
    Non riporto il testo completo di Andrea Rodriguez, segnalando comunque un finale che francamente mi ha infastidito. Neanch’io sono ricca, forse sembrerò cagona, ma sono arcistufa di veder trattare argomenti seri (la vivibilità per tutti della città 24 ore su 24) con slogan di bassissimo profilo. Quelli stanno bene in bocca a ignoranti e cialtroni, gli stessi che cacciano i migranti, ma non le badanti (per non rompersi le scatole ad accudire la nonna), che sterminerebbero i rom, che pattugliano le vie per massacrare di botte chi è diverso da loro…
    Il problema che ha affrontato Andrea è reale e paradossalmente anche transgenerazionale. Io, da madre, chiedo locali aperti fino all’alba, chiedo spazi non per me, ma per gli altri. Tra immaginare un giovane disfarsi di birrette e vodke da schifo comprate al discount in piazza Hortis e saperlo in un posto dove in primis non è interesse del gestore vederlo stramazzare al suolo per coma etilico, dove magari ascolta buona musica, dove vivere la sua età e il suo tempo in libertà, non ho dubbi.
    Chiedo anche di potermi assopire davanti alla tivù o sul computer o con un libro, perchè ho altri tempi e altri ritmi… E non mi sento per niente rincoglionita, per dirla alla Milic.

    Ora, se vogliamo affrontare questo argomento, sarebbe solo ora e va benissimo. Ma non è che Cavana è più o meno viva se ci sono le puttane (che comunque a Trieste non ci sono per un problemino di mercato con Slovenia e Friuli), se si è liberi di vomitare per strada o se è abitata da cagoni. A me sembra, descritta così, in entrambi i casi irrimediabilmente morta. Ma forse, caro Enrico, sono rincoglionita. Io non la considero un’offesa, ma una constatazione.

  21. EdTv ha detto:

    quando scrivi:

    Questo blog è tuo, noi siamo ospiti.

    Tuo un cazzo

  22. enrico maria milic ha detto:

    dichiaro ufficialmente conclusa la settimana dell’odio su bora.la.

    a pensarci, però, ci sono un sacco di altri post su cui potremmo scannarci (austria, primorska…)…

    😉

  23. Luly ha detto:

    Ricordo i beni tempi in cui abitavo in piazzetta Barbacan. Di come fosse sconsigliato andare a prendersi un gelato da Zampolli dopo il calar del sole, di come si aveva paura di trovare nell’androne di casa il solito ubriaco, che non si limitava a “far acqua” solo “sul” portone, ma allietava le narici dei residenti che salivano a casa.
    Hanno riqualificato cittavecchia? Ottimo! Lì ci sono nata, lì tornerei volentieri. Non c’è bisogno di squassare le scatole e le orecchie di quelli che il sig. Rodriguez chiama “ricchi cagoni”, ma che il più delle volte sono semplicemente lavoratori che non possono permettersi di fare le ore piccole perché hanno la pessima abitudine di andare a lavorare alle 8 di mattina, o anche prima.
    Mi sono veramente stufata di sentire sempre parlare del diritto a fare musica e divertirsi. Vero e sacrosanto, ma perché farlo di notte? Perché questo bisogno di occupare le ore della notte? Quale e quanto VUOTO c’è in chi ha questo bisogno?

  24. pierpaolo ha detto:

    magari perchè anche quei giovani lavorano e l’unico momento che hanno per divertirsi è la notte, ma è inutile fare polemiche, hanno ragione tutti.

    sarebbe fantastico se si riuscisse a creare un quartiere dei divertimenti dove musica e chiacchiere ad alta voce non darebbero fastidio a nessuno. e posti dove farlo ce ne sono tanti..

  25. La Mula ha detto:

    No caro Pierpaolo, posti non ce ne sono tanti, a meno che per posti tu non intenda ghetti. C’è il ghetto Molo IV, il ghetto Ippodromo,il ghetto di San Giovanni e altri vari e potenziali ghetti più o meno a misura di giovani. Poi ci sono altri ghetti per altri ghettizzabili (vecchi, disabili,anche i ricchi se vogliamo ecc.). Questa città è un agglomerato di ghetti, cosa che non ne fa una città. Se vuoi ne discutiamo, ma siccome è stata dichiarata la tregua non intendo violarla.
    Kiss
    La Mula

    Ps: uno che vuole dormire dopo una giornata di lavoro ha ragione a pretenderlo, esattamente come uno che vuole lavorare per poi passare una nottata in libertà. Non ci sarebbero contraddizioni, se ci fosse cultura! Ma qui non c’è.

  26. Nicola Davanzo ha detto:

    Non credo sia un problema culturale ma generazionale.

  27. Matteo Apollonio ha detto:

    No, secondo me il problema è proprio culturale Pierpaolo.

  28. Luly ha detto:

    Caro Pierpaolo, perché parli di GIOVANI che hanno diritto di divertirsi dopo aver lavorato? Anche i vecchi, o semplicemente “maturi” hanno piacere di divertisi, ma sappiamo bene, tu, che probabilmente sei giovane e lo stai vivendo, e io, che giovane lo sono stata e l’ho vissuto, che a fare spesso le ore piccole (perché ci si diverte, o perché si subisce il divertimento degli altri) ci si rincoglionisce. Ricordo bene che anche a 20 anni, se andavo a letto alle 4 del mattino, poi al lavoro alle 8 non ero sveglissima. Adesso mi bastano 6 ore di sonno per essere sufficientemente lucida, ma a 20 o 30 anni se non dormivo 8 ore tanto lucida non ero, e non credo di essere un’eccezione. E non basta il caffè a tirarsi su. Poi c’è bisogno di altro. Bisogna sempre essere in ottima forma: come? In qualsiasi modo, a qualsiasi prezzo.
    Il guaio vero è che a noi giovani di 30 anni fa bastava poco per trasgredire (a proposito, una volta si era giovani tra i 16 e i 25 anni circa, prima si era adolescenti, poi adulti maturi; perché oggigiorno questa gioventù arriva almeno fino ai 40 anni?): c’erano talmente tanti limiti e divieti! Abbiamo fatto la figata di prenderci tutto e i nostri figli, giovani di oggi, hanno bisogno, per farsi valere, di fare cose sempre più estreme. Abbiamo fatto diventare normale tornare a casa alle 2 di notte, e adesso bisogna fare almeno le 4; i ragazzi a 18 anni si bullavano sbronzandosi con 2 birre e adesso lo fanno a 12 anni; ovvio che a 18 cercano altro. Le devianze ci sono sempre state, ma come tali venivano vissute, adesso no, si giustifica tutto, è tutto lecito, è tutto normale.
    Scusate lo sfogo. Per me che sono mamma è veramente una sofferenza vedere tanti giovani allo sbando. Non è tutta colpa loro. E’ la mia generazione che non ha saputo crescere. E’ la generazione dei cinqua e sessantenni che vogliono fare i fighetti ed essere sempre “ggiovani” ad aver buttato alle ortiche i vecchi valori, che non erano poi così disprezzabili. Siamo una generazione ridicola. Passeremo dalla gioventù alla vecchiaia senza passare dalla maturità. Quanto spreco!
    Nonostante il casino che fanno, ho speranza nei giovani. Vedo tanti giovani belli e sani. Purtroppo vedo anche tanti con il vuoto cosmico negli occhi.

  29. La Mula ha detto:

    Questa è una vera e propria dichiarazione d’amore per Luly.
    Vivo la sua stessa angoscia, talvolta anche in modo immotivato, perchè puramente proiettiva. Ma sempre angoscia è. Ci sono immersa fin sopra i capelli e fatico a mantenere quell’equilibrio necessario per dialogare con le nuove generazioni.

    Però non abbiamo sbagliato. Da quando le figlie erano piccole ho imposto un unico no, la mancanza di rispetto per gli altri. E’ un concetto talmente vasto (va dal non rientrare a casa senza avvisare, sapendo che qualcuno comunque non dorme anche se c’è silenzio assoluto, al rispetto delle cose comuni, in casa e fuori, ma è di più è un no sociale)che ha bisogno di tempo per venir introiettato. Ma alla fine, quando anche i figli chiudono la parentesi adolescenziale, ti accorgi che funziona.

    Quando parlo di discorso culturale intendo anche questo: avere gli strumenti culturali per vivere in una società dove non è diverso solo l’extracomunitario o l’handicappato (razzismo allo stato puro, anche se ti batti per i loro diritti), dove siamo tutti diversi. Convivere con la diversità degli altri -quando ti abitui e cerchi, per una necessaria costruzione psicologica della tua alterità rispetto alla famiglia, il branco e il consenso- è il primo passo verso una maturità che non è anagrafica, ma soggettiva.

    La vecchia che per anni ogni sabato sera alla mezzanotte chiamava da due isolati più in là la polizia per denunciare schiamazzi al Cibo Matto (locale completamente insonorizzato, inserito in zona di soli uffici) è cresciuta ed è matura esattamente come i ragazzi che hanno rotto la testa alla statua della fontana in piazza Unità. Di vecchi immaturi trasuda Trieste. Purtroppo anche di giovani che faticano a crescere. Non è quindi un gap generazionale, ma culturale.

    Non potendomi permettere falsi moralismi pongo la questione ‘piacere’ con una domanda: bevo, fumo, scopo, ballo, faccio le ore piccole perchè mi da piacere o per disfarmi? C’è una sottilissima linea d’ombra ed è tutta individuale, anche se alimentata dal gruppo. Sulle differenze tra i due atteggiamenti (che contengono come scatola cinese anche tutto il resto)si basa il mio dialogo con chi è più giovane e spesso ignora che è bellissimo anche non esserlo più.

    La Mula (felice dei suoi magici over 50)

  30. Matteo Apollonio ha detto:

    E io dichiaro amore per La Mula e Luly dal basso dei miei 30. (31 domenica… :-/)
    Sarebbe utile che approfondissimo un po’ queste tematiche, visto che a mio avviso ci sono dei problemi seri e non considerati tra i giovani di oggi. Credo che il disfarsi sia più sentito del piacere. E’ questo non va. Per niente.

  31. lucio gruden ha detto:

    adoro la mula

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