17 Marzo 2008

Sul libro di Illy: ascoltateli, quelli del nord, oppure… Oppure.

Prima ti ignorano. Poi ridono di te. Poi ti combattono. Poi tu vinci.” (Gandhi).

Era la sera dei risultati elettorali. Nel salotto televisivo di Bruno Vespa le poltroncine andavano svogliatamente riempiendosi. I dati affluivano lenti dal Viminale, ma i sondaggi già avevano anticipato LA notizia: la LEGA NORD stava arrivando a quote a due cifre, al nord.

La DC ( sì, parlo di un tempo in cui la DC c’era e si chiamava DC) vedeva erodersi un consistente bacino di voti in Veneto, in Lombardia…

Come i pochi di voi che mi conoscono sanno, io ho scarsa memoria per i numeri, ed ottima per le emozioni, e i pensieri. Erano gli anni 80? Boh… (chi ha date e prove può smentire, precisare e commentare qua sotto, e rendere questa memoir più utile…)

Ricordo bene – dunque – che, al primo collegamento (solo in audio, la RAI non aveva ritenuto doveroso mandare una troupe alla sede della LEGA NORD… – in compenso dal PSI ce n’erano tre!) , un leghista ‘minore’ – forse un giovane Maroni – disse che il risultato della sua formazione politica era eccezionale, e che se ne sarebbe dovuto tener contoLo aveva detto dopo esser stato a lungo ad ascoltare, come tutti noi davanti alla tivù, le analisi acuminate e verbose di leaders in cerca di dita dietro cui nascondersi. Lo aveva detto solo dopo esser riuscito a protestare con Bruno Vespa per non aver ancora dato la parola alla LEGA. Ricordo la faccia, l’espressione di Vespa: questi sono trogloditi, sono barbari…durano poco…noi siamo gli eletti…noi siamo il potere, loro sono niente…

Già, e qui a Trieste?

Tutto già visto.

Trieste era ed è un “laboratorio della politica”. A Trieste, mentre la LEGA otteneva visibilità nazionale, la LISTA PER TRIESTE stava già imboccando la china discendente.

Ed io la avevo vista prima ignorare, poi irridere e combattere. E poi vincere.

Quella sera, sentendo le parole del giovane leghista in tv, ma soprattutto vedendo i modi e i toni dei politici romani e del loro accondiscendente Vespiano ospite di casa, ricordo di aver pensato: questi vincono.

L’ho presa da lontano, da molto lontano, per raccontarvi di questo libro di Riccardo Illy, “Perché stiamo perdendo il Nord” (Mondadori), che sta per uscire in libreria.

Ma adesso la porto vicino vicino.

Oggi, lunedì 17 marzo, giorno a me caro più di altri, alle 12, il direttore del PICCOLO Sergio Baraldi – “nella tana della rana”, in via Diaz, a Trieste – presenterà insieme al Presidente Illy il libro.

E oggi, sul PICCOLO, in sede di cronaca, viene raccontato un aneddoto: un vecchio leghista sta leggendo un’intervista a Illy, appoggia il giornale sul tavolo del bar e commenta ad alta voce: “la Lega voleva il federalismo, Illy l’ha fatto…

Ora: magari sarà esagerato.

Ma che Illy abbia raccolto ed interpretato – con le modalità del Manager, con le visioni e le responsabilità del Padrone, con le ambizioni e la consapevolezza dei Leaders – pensieri e sentimenti del ‘profondo Nord’, beh – questo è un fatto ben visibile.

Cosa vuol dire, allora, Illy, con un libro che distrugge e costruisce, che spiazza e mostra?

Secondo me dice che – ancora una volta – il Laboratorio Politico nel Friuli Venezia Giulia indica al Paese che i tempi sono maturi per un’alleanza che superi i confini geografici e mentali. Che il risanamento passa attraverso tappe severe. Che i fatti vincono le parole. Che non rimane più molto tempo.

Non ho la competenza, né le informazioni ( né in fondo la voglia: mi trovo più a mio agio fra libri e dischi… ) per affermarlo con la sicurezza che talvolta (spesso) leggo nelle parole dei commentatori professionisti della Politica. Ma a me pare che abbia ragione. Che la ‘questione settentrionale’ sia tanto centrale quanto quella ‘meridionale’. Che la soluzione della seconda passi attraverso il confronto con la prima. Che – se non la si affronta – perdiamo non solo il Nord e il Sud, perdiamo il Paese.

E allora, proprio adesso, mi vengono in mente Grillo e – soprattutto – i meetup di Grillo.

Sboccati, estremi, barbari… dicono, e dicevo anche io prima di guardare sotto le apparenze.

Così, ecco che mi torna davanti la frase del Mahatma Gandhi che apre questo testo.

Prima ignorati, poi irrisi, poi combattuti…vinceranno (e ci sarà chi sfrutterà l’effetto confusione…).

Ma se si saprà cogliere il loro segnale, se non se ne ignoreranno le istanze, se non se ne combatteranno che le forme, e NON la sostanza delle proposte… a vincere saremo tutti, e potremo allora distribuire qualcosa che adesso non c’è: un’idea di stato, un economia ragionevole, una fiducia reciproca.

Allora, vale la pena di andarsi a leggere il libro di Riccardo Illy, no?

Tag: , , , , , , , .

13 commenti a Sul libro di Illy: ascoltateli, quelli del nord, oppure… Oppure.

  1. Giovanni Costa ha detto:

    L’articolo comincia con una citazione di Gandhi.
    Bene, vediamo come si sta sviluppando l’economia Indiana, secondo previsioni, nel 2020, la prima economia mondiale sarà la Cina e non più gli U.S.A., l’India seguirà poco dietro. Hanno ormai lanciato sul mercato un automobiletta dal prezzo di 2.500 Doll. vale dire circa 1.700 Euro, qui in Europa non si trova un’automobile per meno di 6.000 Euro. Mentre la Cina ha prodotti a bassa tecnologia, l’India possiede tecnologie anche avanzate.
    Vedremo nel 2020, se saremo vivi, dove sarà l’Italia, dove sarà il NordEst, dovre ci avrà portato questa classe dirigente.
    Speriamo che mi paghino la pensione.

  2. Matteo Apollonio ha detto:

    Vivere al mondo è difficile e lo è sempre stato. L’importante è avere fiducia e pensare sempre che ogni zona del pianeta, come un immaginario alveare, ha il suo compito e le sue prerogative che non sono sostituibili da alcunchè. Per cui catastrofismi go home e demose de far, sempre alegri e mai in pasion…

  3. Julius Franzot ha detto:

    Non ho ancora letto il libro, ma ho la ferma intenzione di farlo. Illy ha capito benissimo che la Lega Nord con il progetto Padania per la prima volta ha osato respingere il concetto di un’ Italia storicamente nazione unica. Lo so, è impopolare parlare di cose che i nostri insegnanti, spesso andati a loro volta a scuola nel Ventennio o poco dopo, ci hanno inculcato. Ma lui, Riccardo, non dipende per la sua esistenza economica dal benvolere delle elites (=caste). Per sua fortuna si può permettere di dire quello che tanti pensano, ma non osano, per non perdere le loro prebende.
    Orbene, io non ho neanche nulla da perdere e lo dico apertamente: la Padania è stata un sogno, un’ opportunità concreta all’ epoca dell’ introduzione dell’ Euro. Oggi non ha più senso: guardate l’ aspetto di Milano e Genova, il pubblico serale alle stazioni di Mestre e Verona, il paesaggio Veneto deturpato da capannoni, che ormai sono solo cattedrali nel deserto, dato che i “furbi” di quelle parti (anche da noi ce ne sono) sono stati spiazzati dall’ Euro forte e dalla concorrenza dall’ Asia. Innovare? Ricercare? Assumere persone scientificamente brillante ed esperti di marketing internazionale? No, mai, per l’ azienduccia di famiglia dell’ operaio emancipato bastava giocare sulle continue svalutazioni della liretta. Così si sono trovati con il culo per terra e gridano contro la sleale concorrenza. Si disperano per l’ Euro forte, dato che la concorrenza degli itagliani, anche del Nord, è ormai il Terzo Mondo. Come se fosse possibile frenare una globalizzazione che a me non piace, ma – chi sono io?- ormai ha vinto.
    Illy ha sempre investito in marketing, le sue tazzine le ho viste persino nelle patrie del caffè in Sudamerica, dominano il paesaggio in Europa. Quindi lui ha capito che da niente non nasce niente, che l’ italica avidità, condivisa anche nella pianura padana (Crediteuronord, Skipper…) porta solo al disastro a lungo termine. Perciò ha cercato alleanze con chi ha sperimentato scientificamente che la bassa tassazione sule imprese favorisce l’occupazione, che ci sono miriadi di imprese che ricercano e producono senza inquinare l’ ambiente, che è una prerogativa della regione agevolare fiscalmente chi si muove nella direzione più desiderabile. Haider, con tutto quello che gli è stato mosso contro, ha dimostrato, cifre alla mano, che una certa pianificazione del territorio da parte del Land (=Regione) porta solo benessere. Anche l’ offerta formativa in Carinzia è centralizzata: si aprono solo percorsi per raggiungere obiettivi in linea con il benessere collettivo (scuole professionali solo per specialità presenti sul territorio). Purtroppo Jörg non ne capisce nulla di marketing e fa campagna contro i cartelli bilingui sloveni e così si attira la reputazione di neofascista, pur essendo nella sostanza un socialdemocratico spinto. Illy ha capito questo, non si è fatto fermare dalla critica mossa da certi ambienti fedelissimi alla NATO.
    Adesso però sento il bisogno di sputare veleno su entrambi: perchè Illy ha costruito un partito di èlite, di 10 famiglie, rigorosamente chiuso a chi non abbia sangue di “amici degli amici”? Se avesse fatto della sua lista civica un movimento popolare, sentito dalla sessolota servolana fino ai piani alti, ora sarebbe in condizione di dettare lui le leggi di Intesa Democratica, senza aspettare i voti di chi dipende direttamente dagli stipendi che gli pagano da Rroma.
    Se Haider avesse parlato un po’ meno male degli Sloveni (ha solo parlato, non ha fatto nulla per opprimerli) e molto di più del suo concetto centralista-ecologico-innovativo, con cui ha portato la Carinzia in 5 anni dal 9. al 3. posto di benessere tra i Länder austriaci e… se Galan avesse avuto le palle per proporre l’ Euroregione come alternativa superiore a PNE, ora non staremmo qui a discutere le perplessità di un Carneade dal nome Frattini sulla divisione del Nord. Nord di che?

  4. La Mula ha detto:

    No, Valerio, non vale la pena (intesa propriamente come sacrificio) leggersi il libro di Riccardo Illy. Non abbiamo fatto nulla di male, paghiamo le tasse, ci comportiamo abbastanza civilmente. No, non c’è un motivo per leggere un libro di Illy (soprattutto dopo aver letto il primo). Abbiamo tante cose belle da fare in alternativa. Anche una passeggiata o, da anziani, un’ora di sole risicato su una panchina in un giardino. Sembra squallido, ma è meglio

  5. E proprio come dice Julius:

    “Illy ha sempre investito in marketing”,

    solo che la politica è anche questione di cuore e non solo di “marketting” (le due “t” sono volute).

    Per il resto mi trovo d’accordo con La Mula:

    “No, non c’è un motivo per leggere un libro di Illy (soprattutto dopo aver letto il primo). Abbiamo tante cose belle da fare in alternativa”.

  6. MARISA ha detto:

    Tipo leggere le interviste che rilascia Tondo?

    Piaccia o non piaccia….e tra Tondo e Illy che ci toccherà scegliere tra un mese….

  7. Giovanni Costa ha detto:

    MARCA TEDESCA. Secondo me, da buon ingegnere, è importante che l’acquirente del prodotto, qualunque esso sia, sia sodifatto, cioè non vi trovi difetti, fregature nascoste ecc. Vediamo, appunto che i tedeschi ci sanno fare, i loro prodotti funzionano, non per niente si dice, appunto, Marca Tedesca o, come fa la pubblicità, Superiorità Tecnologica Tedesca, perchè lì non si vendono buggerature. Così, secondo me, la questione del Marketing di Illy è molto ma molto relativa, se vendi buggerature, con il mniglior Marketing, la gente ti butta in faccia il tuo prodotto. Direi che Illy sia, anche, criticabile, per una sua vicinanza alla cultura di impresa U.S.A., così abbiamo il MIB che a questo si rifà. Ora, la Germania ha un’economia fortissima, dopo la guerra, tanti scienziati tedeschi (es. Von Braun e la NASA), hanno sostenuto la crescita tecnologica U.S.A. Perchè, allora, non si guarda a Von Braun?

  8. A me sembra che Marisa abbia già indicato cosa intende per “fare qualcosa di alternativo”, anche il giorno delle elezioni, magari!

    Oppure (magari tra le pieghe della legge sul friulano) sarà mica passato l’obbligo di recarsi alle urne?

    Sono già in atto le liste di proscrizione?

  9. Prego di cancellare il mio precedente commento in quanto c’è un errore e di sostituirlo con il presente.

    A me sembra che La Mula abbia già indicato cosa intende per “fare qualcosa di alternativo”, anche il giorno delle elezioni, magari!

    Oppure (magari tra le pieghe della legge sul friulano) sarà mica passato l’obbligo di recarsi alle urne?

    Sono già in atto le liste di proscrizione?

  10. enrico maria milic ha detto:

    sì mauro, non ti piace (tr)illy e quindi sei già proscritto, mi dispiace.

    intanto segnalo come il gov, che a parte gli scherzi reputo un vero mago del marketing, abbia riscosso grande apprezzamento da tutti quegli imprenditori che fanno politica e anche da qualche politico. ecco un elenco dei lanci ansa di ieri che rispondono implicitamente o esplicitamente a illy:

    17:21 QUESTIONE NORD: CALEARO, CON ILLY PER UN NORDEST DI PROPOSTA
    17:29 QUESTIONE NORD: VALDUGA,DIVARICAZIONE SUD E’ EMERGENZA PAESE
    17:35 QUESTIONE NORD: GALAN,FEDERALISMO O FAREMO SQUADRA A NORDEST
    17:39 QUESTIONE NORD: INDUSTRIALI; NO SECESSIONE,BASTA FEDERALISMO
    17:50 QUESTIONE NORD: CARRARO, OGNI REGIONE VADA CON PROPRIO PASSO
    18:52 QUESTIONE NORD: LOIERO (presidente Calabria) E’ CON ILLY,MA SUD NON VA ABBANDONATO
    18:55 QUESTIONE NORD:ANTONIONE,ANACRONISTICO PARLARE DI SECESSIONE
    19:34 MARCEGAGLIA, CONTRO RISCHIO SECESSIONE NORD RISPOSTA E’ FARE

    purtroppo per illy, però, ieri sono arrivate le bordate del sindaco di Capodistria – Koper. Ecco il lancio di Ansa in merito:

    Tondo, inoltre, ha incontrato il sindaco e presidente del Comitato di Controllo del Porto di Capodistria, Boris Popovic, che gli ha annunciato il proprio appoggio “perché – ha spiegato – insieme saremo in grado di costruire una sinergia territoriale che esalti le rispettive specificità”. “La politica di Illy è stata fallimentare per l’economia del Nordest italiano – ha affermato Popovic – perché non ha sviluppato relazioni concrete con le realtà contermini sulle questioni più importanti. Non ha mai voluto aprire un dialogo costruttivo con la realtà portuale di Capodistria, dimostrando una chiusura inopportuna per lo sviluppo comune di quest’area”. Tondo – informa il comunicato – ha apprezzato il sostegno di Popovic, garantendo un rapporto di collaborazione propedeutico alla crescita complessiva del territorio. “In un momento di euroscetticismo – ha commentato – è importante investire nel contenuto più che nel contenitore, parlare di fatti concreti per fare crescere l’idea di una coesione europea fondata su rapporti quotidiani tra le singole realtà interregionali, garantendo elementi di sviluppo in settori nevralgici quali la sanità, l’energia, l’ambiente, i trasporti, il welfare e la valorizzazione del Golfo di Trieste”. (ANSA).

  11. Matteo ha detto:

    Luci e tramonti a nord est.

  12. Marco ha detto:

    Per fortuna che Popovic, qualche anno fa, diceva di ispirarsi a Illy.

  13. kappa ha detto:

    Non ho ancora letto questo libro, ma ho letto il precedente, quello della rana torturata.
    La recensione di cui sopra mi riporta allo stesso interrogativo che mi aveva colto dopo la lettura dell’opera prima del nostro, e cioè:
    “che c…o ci fa con il centro-sinistra?”.
    Se è così tanto federalista che vada con la Lega, cosa c’è, non sono abbastanza snob per lui?
    Nel suo primo libro diceva che le pensioni sono troppo alte (i pensionati italiani non sanno neanche come riuscire a spenderle tutte!), che le donne dovrebbero andare a lavorare subito dopo il parto e non trastullarsi a casa con il pupo per mesi e mesi, che lo statuto dei lavoratori è stato una disgrazia.
    Per carità, ognuno ha le sue idee ed è liberissimo di esprimerle.
    Poi però, visto che in FVG ci sono più lavoratori, pensionati e (poche) mamme che imprenditori milionari, va a finire che si perde il Nord…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *