Gian Matteo Apuzzo traccia su Osservatorio Balcani un bilancio della sua esperienza di questi giorni a Mitrovica, la città kosovara divisa tra serbi e albanesi:
E tutto allora si delega all’esterno, le colpe come le risposte. La divisione della città, e del Kosvo, diviene una “guerra fredda in miniatura”, nella quale una parte si rivolge agli Stati Uniti e l’altra alla Russia, come salvatori dei rispettivi diritti alla madrepatria. Le speranze di sviluppo sono delegate ai donors internazionali e alla volontà dell’Unione Europea di sostenere un paese ancora troppo impreparato a camminare con le proprie gambe. Questo continuo delegare all’esterno indebolisce anche la capacità di vedere all’interno della società kosovara le possibilità di un dialogo e di un percorso di riconciliazione.
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