23 Agosto 2007

Quei zelanti preti nazionalisti al servizio di Tito

Gian Antonio Stella, sul Corriere di ieri, tratteggia una sintesi del ruolo dei preti sloveni e croati nel conflitto nazionale in Istria, Quarnero e Dalmazia nel secondo dopoguerra mondiale. E si chiede retoricamente “Perché nel clero slavo alcuni dimenticano le mosse anti-italiane di preti sloveni e croati?”.

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8 commenti a Quei zelanti preti nazionalisti al servizio di Tito

  1. djn ha detto:

    Piuttosto che re-interpretarlo preferisco fornire il link all’originale:
    http://archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2007/08/co_9_070822024.xml
    segnalando anche questo intervento sul Primorski dnevnik:
    http://www.primorski.it/archivio/23_08_2007/ITALJIA/ITA01.html
    Come dire: ognuno ci trova quello che vuol trovare…

  2. enrico maria milic ha detto:

    scusa, non capisco lo sloveno.
    cosa dice il primorski, in breve?

  3. djn ha detto:

    Traduco solo l’ultimo capoverso, che riassume adeguatamente lo spirito del resto:
    “Ben più degno di riflessione è, invece, se lo Stella non faccia lo stesso errore che rinfaccia a msgr. Župan, quello di rappresentare unilateralmente la storia nel prendere in considerazione solamente alcuni »pezzi« del passato?. Dalle sue parole uno potrebbe avere l’impressione che la Chiesa cattolica abbia collaborato colla rivoluzione socialista in Jugoslavia, cosa lontana dalla verità. Quando cita come i parroci sloveni e croati si siano espressi nella diatriba territoriale a favore della Jugoslavia non dovrebbe travisare che anche il clero italiano si comportò il tal modo. Basti pensare al vescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin, che in nome dell’italianità non ci penso due volte ad allearsi al comunista Vittorio Vidali. Per una migliore comprensione di questi eventi bisognerebbe inoltre sapere cosa successe qui al tempo del fascismo. Forse non sarebbe di troppo, infine, dire come la Chiesa oggi, ispirandosi al c.d. »spirito di Aquileia«, in tutte le sue espressioni nazionali sia impegnata coerentemente a favore dell’affermazione della pace e della convivenza in questo spazio di confine.”
    Traduzione fatta in fretta e furia, ogni errore è colpa mia (come si suol dire).

  4. arlon ha detto:

    «Le ideologie passano, i confini restano»

    me par un bon riassunto del idea de base..

  5. djn ha detto:

    Questo commento l’avevo mandato l’altro ieri ad emm per email, perchè mi sembrava un po troppo prolisso; sembra essergli piaciuto, visto che ha espresso il desderio di vederlo sul sito. Obbedisco e copincollo:

    La mia opinione, comunque, è che lo Stella – al pari della stragrande maggioranza dei giornalisti – abbia anche lui preso la Storia come una mera appendice della cronaca attuale e la interpreti solamente usando il modello di occhiali oggi di moda. La spavalda ignoranza della storia delle nostre terre da parte del resto dello Stivale coinvolge non solo lui, incauto commentatore, ma anche la quasi totalità dei suoi lettori.

    Il vescovo di Veglia che lancia strali contro il regime jugoslavo è politica spicciola: una politica di lunga data della Chiesa croata che si sente periodicamente chiamata ad una “excusatio non petita” riguardo alla collaborazione col regime degli ustascia, di cui tenta a periodi alterni di sminuire la portata opuure di far cadere nell’oblio. Le accuse in questione, per vere che siano (nei fatti se non nei numeri), sono un classico artifizio retorico: se Tito era il male, chi gli era contro non poteva che essere un angelo. Mi pare che in Croazia tra breve si voti: madonne piangenti, anyone? A proposito: ecco il link all’articolo del Giornale: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=200426 .

    Ma sono ormai 15 anni che qualsiasi pezzo su bisticci e reciproche accuse tra comunisti e anticomunisti al confine orientale non fanno più audience in Italia, non interessano in pratica più a nessuno. Lo fa, invece, ogni riferimento all’appartenenza a questo o quello Stato di queste terre, per disinformato che sia (almeno fino a quando sembrerà avere un qualsiasi impatto elettorale – in assenza di questo non durerebbe cinque minuti).
    Scaletta degli eventi:
    1.) Una rivista di teologia francescana di Sarajevo pubblica “uno studio occidentale” sconosciuto al resto degli storici che seguono l’argomento
    2.) Il vescovo di Veglia ne pilluca quanto gli serve per il suo scopo, cioè le parti più infiammatorie; lo scopo è quello di augurare buon Ferragosto al suo gregge e, gia che c’è, infiammare gli animi con un pò di sana e benedetta jihad (serve sempre).
    3.) Il Ve?ernij list di Zagabria pubblica solamete le parti più controverse dell’omelia, come previsto dal prelato (non è mica che per fare il vescovo si deve passare l’esame di ingenuità). Missione compiuta, scopo raggiunto.
    4.) Qualcuno a Milano legge la stampa croata o, puù probabilmente, la stampa tedesca che legge la stampa croata. La faccenda viene passata all’esperto di “confini orientali” residente, un giovanotto con in gioventù una storia di posizioni non esattamente favorevoli alla pacifica convivenza o alla pace tra i popoli (neanche al diritto di esistere degli stessi, se ben ricordo). Presumo che l’intervista si sia svolta in italiano, a meno che il giornalista non abbia cambiato più di tanto le sue tendenze politiche, col povero prelato disperatamente in cerca delle vage memorie della lingua di Dante rimastegli dall’ultimo turno di servizio in Vaticano (a meno che non abbiano usato il latino…). Ma tant’è, al prelato ben poco interessano le reazioni in Italia…
    5.) Il tuttologo Stella usa un articolo di 783 parole per rimpinguare la sua fama di tuttologo con un commento di 661 parole. Ancora un po e ci stava pure la caduta di Costantinopoli in quattro puntate.
    6.) Il tutto finisce su bora.la, unico posto dell’universo conosciuto dove viene considerato notizia degna di approfondimento e discussione e magari gravida di conseguenze future.

    Per tornate a bomba sul titolo del post mi rifaccio alla traduzione dell’ultimo capoverso del commento di M.B. (non so chi sia) sul Primorski, che tra poco troverai sul sito come richiesto: dal punto di vista etico e/o morale qual’è la differenza tra l’operato di “quei zelanti preti nazionalisti al servizio di Tito” sloveni e croati che esprimevano la propria preferenza territoriale in accordo colla propria appartenenza nazionale ed il desiderio della maggioranza del proprio gregge di anime, e l’operato di “quel zelante vescovo nazionalista al servizio di DeGasperi (e di Benito prima)” italiano che esprimeva la propria preferenza territoriale in accordo colla propria appartenenza nazionale ed il desiderio della maggioranza del proprio gregge di anime?

    djn (per un totale di altre 714 parole…)

  6. vasco vacon ha detto:

    Il Vescovo di Trieste e Capodistria, Mosignor Santin, veniva a celebrare la Cresima tutti gli anni a Capodistria; una volta, mi pare nel 1945, sceso dal piroscafo che proveniva da Trieste, fu assalito da gente slava imbestialita; riuscì, dopo aver ricevuto bastonate e tagli di lamette sul volto, a raggiungere il Seminario dove la polizia lo ha costretto a rimenere per non riceverele bastonate una seconda volta. Egli era di sentimenti italiani, come tutti gli Istriani, in più non poteva accettare il comunismo di Tito. dire che era un collaborazionista fascista o cose del genere, bisogna essere proprio idioti; tutti gli Istriani di lingua italiana, a parte i garibeldini che poi finirono a Goli Otok, si opponevano all’invasione slava, che non è avvenuta per il coraggio dei combattenti, ma perchè i tedeschi, dopo la disfatta di Stalingrado, erano ormai in ritirata, e il 29 marzo hanno lasciato Trieste lasciando campo libero agli invasori: ‘Triestini!!! L’armata popolare è entrata a Trieste e si instaura immediatamente lo stato di guerra, si impone il coprifuoco, chi è in possesso di un’autovettura si deve presentare al Comando per interrogazioni, etec. etc. Zivio Tito, smrt fazismu, svoboda narodu’.

  7. vasco vacon ha detto:

    Il fatto di Corgnale è tutto sommato positivo, perchè parla di foibe che in Italia nessun governo ne ha mai voluto sapere; riceveremo uno schiaffo vergognoso dal Presidente della Slovenia, che ha incaricato u gruppo di ricercatori ad individuare, secondo le testimonianze degli abitanti i posti presunti dei morti infoibati per dare loro una degna sepoltura; recentemente è stata trovata una fossa o foiba in una località che non ricordo, con centinaia di corpi uccisi senza colpi di arma da fuoco; la ricerca andrà avanti, e i nostri negazionisti dei morti infoibati che nel triestino e in Friuli non mancano, avranno pane per i loro denti; naturalmente diranno che sono cose false, ma anche i giornali inglesi seguono queste vicende che con un pò di fortuna si possono trovare in Internet, a disposizione di tutto il mondo. saluti V.V.

  8. asem ha detto:

    vasco vacon, da dove esce questa frase “riceveremo uno schiaffo vergognoso dal Presidente della Slovenia, che ha incaricato u gruppo di ricercatori …” – è totalmente falsa. Il presidente sloveno alla scoperta dei resti

    http://www.javno.com/en/foto.php?id=19&rbr=12471&idrf=5417

    http://www.siol.net/slovenija/novice/2009/03/huda_jama.aspx

    ha subito minimizzato il fatto (da bravo post-comunista), dicendo che è una tema di secondo piano e non rilevante (il fatto che le bugie e le menzogne della rivoluzione comunista jugoslava vengano finalmente apurate e dimostrate).
    I veri fautori di queste scoperte sono decisamente altri.
    (da che media ti è venuta questa notizia)

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