9 Giugno 2007

L’ Euroregione comincia dall’ infanzia

Questo fine settimana ha luogo a Forni di Sopra un campeggio della pace con scolari della nostra Regione, della Carinzia (Ferlach e Klagenfurt) e della Slovenia.

Secondo le parole del vice-provveditore agli studi della Carinzia, Altersberger, questa iniziativa ha lo scopo di promuovere la convivenza pacifica tra Stati e gruppi etnici già nei primi anni scolastici. Inoltre contatti tra scuole sono particolarmente adatti a rimuovere “i confini nelle teste”.

Non poteva mancare la punta polemica: “Anche i cartelli stradali bilingui possono essere un simbolo di convivenza pacifica”.

Seguendo la stampa regionale e carinziana mi rendo conto di quanto più vicina sia l’Euroregione a Udine e Klagenfurt che a Trieste, Lubiana, Pola, Fiume. Ho quasi l’ impressione che corriamo il pericolo di essere marginalizzati, imbragati solamente in conflitti locali (“chi va a Sesana e a fare cosa?”), eternamente succubi, come si nota dalle “Segnalazioni” dei solchi lasciati da Foibe e Risiera, assurti a simbolo di un passato difficile da rimuovere dalle teste e fonti di polemiche stantie e di infimo livello. Ho pure notato quanto difficile sia organizzare eventi culturali a Trieste tra associazioni slovene e italiane/tedesche, mentre sembra che già a Gorizia si respiri un’aria diversa, almeno la si respirava finchè Brancati era sindaco.

Noi qui ci scaldiamo le dita sulla tastiera e le lingue nelle conversazioni tra amici per tessere le lodi del progetto Euroregione, in cui moltissima gente crede, ma “la Dèbegnac” di cittadelliana memoria sembra ancora credere che a 15 kilometri da Trieste vivano solo le Juzcke, Mirko Drek ed ex partigiani. Da quanto ne so, dall’ altra parte del confine la situazione non è molto diversa, qui siamo “tutti fascisti”.

Sarebbe triste se si formasse un’ asse privilegiata Udine/Udin-Klagenfurt/Celovec per la costruzione dell’ Euroregione “nelle teste”, mentre a Trieste/Trst/Triest e Capodistria/Koper si continua con i pregiudizi e la diffidenza reciproca degli anni 50.

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9 commenti a L’ Euroregione comincia dall’ infanzia

  1. enrico maria milic ha detto:

    ho notato anch’io sul piccolo di oggi la citrulla dichiarazione di alessia rosolen, esponente di un partito che tenta ancora di rimescolare nel torbido degli ultimi 60 anni – dove la rosolen chiede al sindaco dipiazza (voto 8, in questo caso) “perchè va a Sesana e a fare cosa?”

    forse la rosolen si dimentica che trieste è la provincia più piccola d’italia e una collaborazione con ogni entità fuori da questo microscopico territorio è vitale.
    forse rosolen non si sporca la vista ad andare oltre confine, a sezana appunto, dove un centro tecnologico sta sorgendo. dove moltissimi ‘italiani’ comprano casa proprio perchè il mercato immobiliare triestino è fuori controllo grazie alla brillante opera del sindaco dipiazza (voto 3, in questo caso).

    eccetera

  2. arlon ha detto:

    El top. Articolo quasi violento, disi tuto e niente.
    Me toca darghe ragion solo sula parte sul governo de Ljubljana, che se sta dimostrando piutosto chiuso e nazionalista, nei fatti.

    TRIESTE NON SI FERMI A SESANA
    di Roberto Menia
    Ho trovato triste e provinciale il tormentone che prosegue ormai da quasi una settimana sulla vicenda di Sesana… L’ho trovato triste perché, in sintesi, vedo sempre Trieste oscillare tra manie di grandezza e complessi d’inferiorità. Un giorno siamo pronti ad essere il centro del mondo, capitale dell’Expo mondiale, e via, tutti in delegazione a Parigi… Il giorno successivo c’è chi pensa di compiere un fatto storico perché porterà una delegazione a… Sesana.
    (continua .. http://ilpiccolo.repubblica.it/dettaglio/TRIESTE-NON-SI-FERMI-A-SESANA/1321327/2)

  3. cenerentola82 (Cris C.) ha detto:

    E’ evidente che ci sono questioni su cui è necessario lavorare tra Trieste e Slovenia a iniziare dalla possibile collaborazione tra i due porti. Ma per risolvere queste questioni bisogna iniziare un dialogo propositivo e senza riserve mentali, difendendo sicuramente gli interessi della città senza calar le braghe ma ricercando punti d’incontro ed interessi comuni e cercando di sanare i punti d’attrito. Non mi pare che Menia e AN abbiano ne intenzione ne convenienza a farlo. Gli fa comodo che gli attriti rimangano per potersi ergere a difensori della “causa” italiana per non veder ridimensionato il loro bacino di voti.

  4. enrico maria milic ha detto:

    concordo con cenerella.

    poi:
    non trovo scandaloso pensare che debba essere lubiana la capitale dell’euroregione. mi sembra abbastanza nelle cose.
    trieste può essere IL PORTO o uno dei due porti più importanti DELL’euroregione. meglio che essere il porto del niente, come oggi.

  5. Julius Franzot ha detto:

    Mi sembra che sia più che prematuro discutere sulla capitale dell’ Euroregione: in genere, finchè un progetto non ha superato il “point of no return”, nella mia esperienza ogni dettaglio non fondamentale rischia di compromettere il tutto.
    La “capitale” dell’ Euroregione potrebbe essere il classico tema dirompente, perchè porterebbe a far supporre favoritismi dai non prescelti.
    Personalmente, se potessi io decidere qualcosa, non toccherei il tema fintanto che l’ Euroregione sia andata BEN PIU’ OLTRE gli obiettivi attuali (almeno 10 anni di tempo).
    In fondo, nemmeno il BENELUX e l’ EFTA avevano una capitale, il Nostro Impero ne aveva due, come pure l’ Olanda. Poi ci sono le capitali “in provetta” tipo Camberra e Brasilia, quelle “sulla carta”, come Nigeria e Tanzania, quelle “itineranti”, come Pescara e L’ Aquila.
    Perchè no una “condivisa” come Gorizia-Nova Gorica o una “virtuale” nei pressi di Tarvisio?
    Ci pensiamo in sordina, che ne dite?

  6. cenerentola82 (Cris C.) ha detto:

    Non è possibile avere capitali itineranti o scelte tipo Gorizia NovaGO… riprendo un articolo di qualche tempo fa a riguardo:

    “Illy ha proposto che la «capitale» venga individuata nel Paese che per primo si adeguerà alle nuove norme comunitarie sui Gruppi Europei di cooperazione territoriale. Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha motivato la sua proposta spiegando che il regolamento sui Gect, che permetterà l’istituzione dell’Euroregione, non consente una scelta di tipo itinerante, e che lo stesso Gect deve far riferimento all’ordinamento giuridico del Paese in cui è fissata la capitale.”

    Ma quando il buon DiPiazza parla di Trieste capitale d’area… non credo intenda capitale dell’Euroregione.
    Penso che il fraintendimento sia stato creato ad arte da Menia per togliere consensi all’idea di Euroregione che come è ovvio non lo entusiasma…
    Però non ho ancora capito qual’è l’area di cui Trieste dovrebbe essere capitale a cui DiPiazza si riferisce…

  7. Julius Franzot ha detto:

    Mi hai fatto ricordare una discussione su POL in cui avevi trascritto proprio questa risposta. L’ ho ritrovata: io avevo commentato “allora Klagenfurt sarebbe la scelta obbligata”.
    Certo, questa è una mia opinione molto personale, ma il fatto che la capitale sia necessaria da subito mi preoccupa non poco.

  8. Gaetano ha detto:

    Se qualcuno conosce altre iniziative che fanno incontrare persone di diversi gruppi etnici, può avvisarmi? gaetano.de.venuto@alice.it

  9. Gaetano ha detto:

    Ovviamente, ringrazio sin da ora.

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