10 Aprile 2007

Tremate, il finto bullismo è arrivato!

Anche a Trieste si diffonde la perniciosa epidemia del bullismo a scuola, già dilagata in tutto il territorio della Nazione. Come spesso accade, però, i virus arrivati alla periferia dell’impero sono solamente la versione sfigata del gagliardo mostro degno di StudioAperto.

Il Piccolo di oggi, per opera di Elisa Lenarduzzi, informa i cittadini che nelle scuole triestine è arrivato “il finto bullismo“. Non solo è finto. E’ disponibile solo su internet, non nella realtà! La pandemia che ha colpito gli istituti superiori è una via crucis di “termos in faccia“, ragazzi che si lanciano qualcosa che “sembra uno straccio“, il tutto in un ambiente fatto da “quaderni, banchi e lavagne che avrebbero almeno in teoria tutt’altra utilità” (mah).

La giornalista deve ammettere che questo wrestling scolastico è solamente “finto ed ironico” ed è “girato con tutta probabilità durante l’intervallo“. Per aggiungere pepe alla cronaca Lenarduzzi suggerisce che il tutto è stato ripreso con (temibili) “videotelefonini dell’ultima generazione” e, probabilmente “molti video magari più spinti oppure a sfondo sessuale” girano tra i ragazzi via mail oppure via cellulare.

Massimiliano Mili? (mio fratello, tra l’altro) è il diciassettenne autore di quello che Lenarduzzi definisce “un cortometraggio realizzato grazie a un abile gioco di montaggio” (?). Invero mio fratello ama definirsi più artisticamente come “il creatore” del video. Mentre qua Massimiliano pubblica una sua simpatica risposta all’articolo del quotidiano, ecco di seguito una prestigiosa ed esclusiva intervista per Bora.La.

Mi – Mi puoi spiegare qual è il tipo di descrizione che Il Piccolo dà della tua opera?
Massimiliano – Non è un attacco diretto al mio lavoro, ma serve alla giornalista a contestualizzare il panorama di degrado degli studenti triestini. “Disagio profondo“, l’ha chiamato Patrizia Saina, la preside del mio liceo (Petrarca, ndr).

Mi – Puoi spiegarmi le mirabolanti tecnologie ed effetti speciali di cui ti sei avvalso per il tuo prodotto?
Massimiliano – Ritengo che i software che abbiamo utilizzato siano introvabili e all’avanguardia. Si tratta nientepopodimeno di Photoshop ma soprattutto dell’incredibile Windows Movie Maker…

Mi – Mhmhmhmh… ma io sapevo che ogni computer con Windows Xp ha già pre-installato Movie Maker… Mi sembra di poter scorgere dell’ironia nelle tue risposte… Ma ‘ndemo ‘vanti. L’articolo di Lenarduzzi fa presente come il tuo corto sia stato girato con un umile videotelefonino che poi, rivela la preside del Petrarca nello stesso articolo, è stato sequestrato. Puoi confermare?
Massimiliano – Avevamo tre ore di buco e abbiamo avuto la brillante idea di girare la pellicola tramite la fotocamera digitale che avevo con me. Non ho fatto uso di nessun “videotelefonino” nè tantomeno mi è stato sequestrato: visto che non ce l’avevo.

Mi – Ti sembra che la tua opera, o quelle degli altri studenti triestini, abbiano qualcosa a che fare col cosiddetto “bullismo”?
Massimiliano – Abbiamo girato questa pellicola un mese prima del dilagare dello “scandalo bullismo” – ammesso che esista. Il mio video è una specie di parodia di Rocky Balboa che vede protagonista un mio simpatico amico. Il prodotto ha lo scopo di divertire il largo pubblico. Il mio video, come quelli di scuolazoo.com e probabilmente come quelli degli altri studenti triestini… col bullismo non c’entrano una mazza!

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6 commenti a Tremate, il finto bullismo è arrivato!

  1. enrico maria milic ha detto:

    aggiungo che:
    titoli di prima importanza di questa copertina de el picolo:
    – tintarella in piena a barcoglia
    – finto bullismo, ma sai finto
    – e poi dibattiti appassionanti come “aria nuova” di morelli e la querelle illy-sì-o-no orchestrata da brunone zvech

  2. Enrico Marchetto ha detto:

    sto ridendo come un mona 😉

    “disagio profondo” è eccezionale

  3. enrico maria milic ha detto:

    e che ne dici di “un abile gioco di montaggio”?
    🙂

  4. arlon ha detto:

    :-S incredibile che ignoranza.

  5. falsosembiante ha detto:

    ma li pagano per inventare notizie?

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